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Ricorso inammissibile espulsione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro un’ordinanza di espulsione. Il ricorso è stato giudicato generico, ripetitivo e finalizzato a un riesame del merito non consentito in sede di legittimità. La decisione conferma l’orientamento sul ricorso inammissibile espulsione e condanna il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Espulsione: Quando la Cassazione Mette un Punto Fermo

La Corte di Cassazione ha recentemente ribadito i criteri di ammissibilità per i ricorsi in materia di immigrazione, dichiarando un ricorso inammissibile espulsione presentato da un cittadino straniero. Questa ordinanza sottolinea l’importanza di formulare impugnazioni specifiche e legalmente fondate, evitando richieste di riesame del merito, non consentite in sede di legittimità. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un cittadino di nazionalità albanese proponeva ricorso presso la Corte di Cassazione avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Cuneo. Quest’ultima confermava un decreto di espulsione emesso nei suoi confronti ai sensi dell’art. 16, commi 5 e 8, del Testo Unico sull’Immigrazione. Il ricorrente, attraverso il suo difensore, articolava il ricorso in tre punti, lamentando presunte carenze motivazionali nel provvedimento del tribunale e chiedendo, di fatto, un riesame della sua posizione personale.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile Espulsione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si basa su una valutazione rigorosa dei limiti del giudizio di legittimità. I giudici hanno stabilito che il ricorso non presentava critiche specifiche e pertinenti contro la logica giuridica dell’ordinanza impugnata, ma si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dal Tribunale, configurandosi come una richiesta mascherata di una nuova valutazione dei fatti.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su tre pilastri fondamentali:

1. Genericità e Ripetitività delle Doglianze: Il ricorso è stato considerato una mera riproduzione di argomenti già vagliati e disattesi dal Tribunale di Cuneo. Mancava una critica specifica e puntuale delle argomentazioni giuridiche contenute nel provvedimento impugnato, requisito essenziale per l’ammissibilità di un ricorso in Cassazione. In sostanza, non basta essere in disaccordo, bisogna spiegare perché il giudice precedente ha sbagliato ad applicare la legge.

2. Divieto di Riesame del Merito: La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio sui fatti. Il ricorso era incentrato su una prospettazione dei fatti in ‘palese contrasto’ con le emergenze processuali, tentando di ottenere una nuova valutazione della situazione personale che esula dalle competenze della Cassazione. È stato inoltre confermato che, ai fini della normativa applicata (art. 16, commi 5 e 8, T.U. Imm.), la determinazione esatta della pena residua era irrilevante.

3. Insussistenza della Questione di Costituzionalità: La difesa aveva accennato a una possibile illegittimità costituzionale di una norma del Testo Unico sull’Immigrazione. Tuttavia, la Corte ha osservato che la questione non era stata ‘sollevata formalmente’ e, in ogni caso, non sussistevano i presupposti per ritenerla fondata.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rappresenta un monito importante per chiunque intenda impugnare un provvedimento giudiziario dinanzi alla Corte di Cassazione. Un ricorso inammissibile espulsione non solo porta alla conferma definitiva del provvedimento, ma comporta anche conseguenze economiche significative. La Corte, infatti, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La lezione è chiara: un ricorso per cassazione deve essere tecnicamente impeccabile, focalizzato su vizi di legittimità (cioè errori nell’applicazione della legge) e non può essere utilizzato come un’ulteriore occasione per ridiscutere i fatti del caso.

Perché il ricorso contro l’ordinanza di espulsione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era generico, ripetitivo di argomenti già respinti in precedenza e chiedeva un riesame dei fatti del caso, attività non permessa alla Corte di Cassazione, che si occupa solo della corretta applicazione della legge.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Oltre alla conferma del provvedimento impugnato, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

È sufficiente non essere d’accordo con una decisione per fare ricorso in Cassazione?
No. Come chiarito dall’ordinanza, un ricorso in Cassazione deve contenere critiche specifiche e argomentate contro i ragionamenti giuridici del provvedimento impugnato, evidenziando errori di diritto, e non può limitarsi a una semplice richiesta di riconsiderare i fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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