LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile e recidiva: la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché basato sulla riproposizione di censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. La decisione si concentra sulla corretta applicazione della recidiva, considerata giustificata dalla pericolosità qualificata del soggetto. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Decisione sulla Recidiva

Presentare un ricorso in Cassazione richiede la formulazione di motivi specifici e conformi alla legge. Quando un ricorso si limita a riproporre questioni già valutate, senza sollevare reali vizi di legittimità, il rischio è una declaratoria di ricorso inammissibile. Con l’ordinanza in esame, la Suprema Corte ribadisce questo principio, chiarendo le conseguenze per chi tenta di rimettere in discussione, senza validi argomenti giuridici, la valutazione del giudice di merito, in questo caso sull’applicazione della recidiva.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente contestava la decisione dei giudici di secondo grado, in particolare per quanto riguarda l’applicazione della recidiva. Secondo la difesa, la valutazione compiuta dalla Corte territoriale non era corretta. Il ricorso è stato quindi sottoposto al vaglio della Corte di Cassazione, chiamata a verificare la legittimità della sentenza impugnata e la fondatezza dei motivi di ricorso.

La Decisione della Corte: Il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello preliminare: la verifica dei requisiti formali e sostanziali dell’impugnazione. La Corte ha ritenuto che i motivi presentati non fossero idonei a innescare un giudizio di legittimità, portando a una decisione netta che ha confermato, di fatto, la sentenza della Corte d’Appello.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su ragioni procedurali molto precise. Il ricorso è stato giudicato inammissibile principalmente perché:
1. Era basato su motivi non consentiti dalla legge in sede di legittimità: La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti, ma un organo che controlla la corretta applicazione della legge. I motivi del ricorrente tendevano a una rivalutazione del merito.
2. Era meramente riproduttivo: Le censure presentate erano una semplice ripetizione di argomenti già adeguatamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, infatti, aveva già fornito una motivazione logica e giuridicamente corretta per giustificare l’applicazione della recidiva. In particolare, aveva considerato la “complessiva modalità del fatto” e le “condanne definitive” precedenti, che insieme esprimevano una “pericolosità qualificata” del soggetto.

La Cassazione ha rilevato che non erano stati presentati nuovi e validi argomenti giuridici in grado di scalfire la correttezza del ragionamento del giudice di merito.

Le Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione

La declaratoria di inammissibilità del ricorso non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato il ricorrente a due obblighi pecuniari:
* Il pagamento delle spese processuali.
* Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa pronuncia serve da monito: un ricorso in Cassazione deve essere fondato su vizi specifici della sentenza impugnata (come violazione di legge o vizi di motivazione) e non può essere un tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti. Tentare un’impugnazione con motivi generici o ripetitivi non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche significative sanzioni economiche.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se è fondato su motivi non consentiti dalla legge in sede di legittimità, ad esempio se richiede un riesame dei fatti anziché contestare la corretta applicazione della legge, oppure se si limita a riproporre censure già adeguatamente valutate e respinte nei gradi di merito.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso con una sanzione di 3.000 euro.

In questo caso specifico, perché i motivi sulla recidiva sono stati respinti?
I motivi sono stati respinti perché considerati una mera riproposizione di argomenti già correttamente valutati dalla Corte d’Appello. Quest’ultima aveva giustificato l’applicazione della recidiva sulla base della complessiva modalità dei fatti e delle precedenti condanne definitive, che dimostravano una ‘pericolosità qualificata’ dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati