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Ricorso inammissibile: doglianze generiche in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per resistenza a pubblico ufficiale. La decisione si fonda sull’assoluta genericità delle doglianze presentate, che non si confrontavano criticamente con la sentenza d’appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile per genericità: l’analisi della Cassazione

Quando si presenta un appello alla Corte di Cassazione, non è sufficiente esprimere un generico dissenso. È necessario formulare critiche precise e puntuali. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce questo principio fondamentale, dichiarando un ricorso inammissibile perché le lamentele erano troppo vaghe e assertive. Analizziamo insieme questa decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un’accusa per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 337 del codice penale. Inizialmente, in primo grado, l’imputato era stato assolto. Tuttavia, la Corte d’Appello, riformando la prima sentenza, lo aveva dichiarato colpevole. Contro questa condanna, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, sperando di ottenere un annullamento della decisione.

I Motivi del Ricorso e perché è stato dichiarato inammissibile

Nel suo ricorso, il condannato lamentava una ‘manifesta illogicità’ nella motivazione della sentenza d’appello. In particolare, sosteneva due punti principali: l’assenza di condotte di violenza attiva nei confronti degli agenti di pubblica sicurezza e la mancanza di dolo, ovvero l’intenzione di commettere il reato.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha stroncato questi argomenti, definendoli di ‘assoluta genericità’. Le doglianze, secondo i giudici, si presentavano come mere affermazioni, prive di un reale e critico confronto con le argomentazioni che la Corte d’Appello aveva posto a fondamento della sua decisione di condanna. In pratica, il ricorso si limitava a ripetere una tesi difensiva senza smontare punto per punto il ragionamento dei giudici di secondo grado.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione sul principio secondo cui un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere critiche specifiche e pertinenti. Dichiarare semplicemente che una motivazione è ‘illogica’ non è sufficiente. È necessario dimostrare, attraverso un’analisi dettagliata, dove e perché il ragionamento del giudice inferiore è errato. Poiché il ricorso in esame era ‘puramente assertivo’ e ‘eludeva qualsiasi confronto critico’, non superava la soglia di ammissibilità.

A questa declaratoria segue, per legge, la condanna del ricorrente. Egli è stato obbligato non solo al pagamento delle spese del procedimento, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La Corte ha specificato che tale condanna è giustificata poiché non si ravvisa un’assenza di colpa da parte del ricorrente nel aver causato l’inammissibilità del suo stesso ricorso, citando a supporto un principio affermato dalla Corte Costituzionale.

Conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale. Non basta essere convinti delle proprie ragioni; è cruciale saperle articolare in modo tecnicamente ineccepibile. Un ricorso inammissibile non solo vanifica la possibilità di ottenere giustizia, ma comporta anche significative conseguenze economiche. La decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a una difesa legale competente, capace di costruire un’impugnazione solida, specifica e che si confronti criticamente con ogni aspetto della sentenza che si intende contestare.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile a causa dell’assoluta genericità delle doglianze, che si presentavano come puramente assertive ed eludevano un confronto critico con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Qual era il reato per cui l’imputato era stato condannato in appello?
L’imputato era stato condannato per il delitto di resistenza a pubblico ufficiale, previsto e punito dall’articolo 337 del codice penale.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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