Ricorso Inammissibile: Quando le Doglianze di Fatto non Bastano in Cassazione
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come funziona il giudizio di legittimità e quali sono i limiti di un ricorso. Quando un appello si basa su critiche che mirano a una nuova valutazione delle prove, il risultato è spesso un ricorso inammissibile. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio perché non tutte le argomentazioni possono trovare spazio davanti alla Suprema Corte.
I Fatti del Processo
Il caso riguarda un soggetto condannato in primo grado con rito abbreviato per reati legati agli stupefacenti. La pena inflitta era di un anno e dieci mesi di reclusione e 6.000 euro di multa. La sentenza era stata confermata anche dalla Corte d’Appello di Milano.
Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali: una di carattere procedurale e una relativa alla sua colpevolezza.
I Motivi del Ricorso e il Ricorso Inammissibile
L’imputato ha basato la sua difesa in Cassazione su due motivi specifici:
1. Violazione del diritto di difesa: Sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel non concedergli un termine a difesa dopo la nomina di un nuovo avvocato di fiducia, avvenuta a ridosso dell’udienza.
2. Vizio di motivazione sulla responsabilità: Contestava le ragioni per cui era stato ritenuto corresponsabile nel reato, chiedendo di fatto una riconsiderazione delle prove a suo carico.
Entrambi i motivi, come vedremo, sono stati giudicati inadeguati per un giudizio di legittimità, portando a una dichiarazione di ricorso inammissibile.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha analizzato entrambi i motivi e li ha rigettati con argomentazioni nette, che delineano chiaramente i confini del suo potere di revisione.
Sul Diniego del Termine a Difesa
Per quanto riguarda il primo punto, la Corte ha spiegato che la richiesta era infondata. Il nuovo difensore era stato nominato solo due giorni prima dell’udienza d’appello, quando i termini per chiedere la trattazione orale o per presentare memorie e conclusioni erano già scaduti. Di conseguenza, la Corte d’Appello non aveva alcun obbligo di concedere un rinvio. La censura è stata quindi classificata come una mera doglianza non consentita, poiché non evidenziava una reale violazione di legge.
Sulla Valutazione della Responsabilità Penale
Anche il secondo motivo è stato considerato una “mera doglianza in punto di fatto”. L’imputato, infatti, non criticava la sentenza per un errore di diritto o per una motivazione illogica, ma tentava di ottenere una nuova e diversa lettura delle prove. La Corte di Cassazione ha ricordato che il suo compito non è quello di agire come un “terzo grado di giudizio” sul merito, ma solo di verificare la correttezza giuridica e la coerenza logica della decisione impugnata.
Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva spiegato in modo puntuale e dettagliato (pagine 5-13 della sentenza) perché l’imputato fosse da ritenersi pienamente consapevole e partecipe al trasporto di stupefacenti arrivati in Italia dalla Spagna in tre diverse occasioni. Chiedere una revisione di questa valutazione significa invadere un campo che non compete al giudice di legittimità.
Le Conclusioni: Le Implicazioni della Pronuncia
La decisione finale è stata la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questa pronuncia comporta due conseguenze significative per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle Ammende, una sanzione prevista quando si rileva una “colpa” nella presentazione di un ricorso palesemente infondato.
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legge o su difetti logici evidenti nella motivazione, non su un semplice disaccordo con la valutazione delle prove fatta dai giudici di merito. Tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con le relative conseguenze economiche.
È possibile chiedere in Cassazione di rivalutare le prove del processo di appello?
No, la Corte di Cassazione svolge un giudizio di legittimità e non può riesaminare le prove o i fatti del caso. Tentare di farlo porta a un ricorso inammissibile, in quanto si tratta di “mere doglianze in punto di fatto”.
Perché non è stato concesso un termine a difesa per la nomina del nuovo avvocato in appello?
Non è stato concesso perché il nuovo difensore è stato nominato solo due giorni prima dell’udienza, quando i termini legali per chiedere la trattazione orale o per depositare memorie erano già scaduti. Pertanto, la Corte d’Appello non era tenuta a concedere alcun rinvio.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in denaro (in questo caso, 3000 euro) a favore della Cassa delle Ammende, specialmente se la Corte rileva una colpa nella proposizione dell’impugnazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 8985 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 8985 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a NAPOLI il 14/05/1984
avverso la sentenza del 05/07/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Rilevato che NOME GaetanoCOGNOME condannato all’esito di giudizio abbreviato per il reato di cui ag artt. 81 cpv. cod. pen. e 73, comma 4, d.P.R. n. 309 del 1990 all’esito di giudizio abbreviato alla di un anno e dieci mesi di reclusione e di 6.000,00 euro di multa, articolando due motivi di ric deduce violazione di legge e vizio di motivazione con riguardo alla mancata concessione del termine a difesa per la nomina di un nuovo difensore di fiducia prima del giudizio di appello (primo moti nonché violazione di legge e vizio di motivazione relativamente alla ritenuta responsabilità concorso nei fatti per i quali è stato condannato (secondo motivo);
Considerato che il primo motivo espone censure non consentite dalla legge in sede di legittimi poiché le stesse sono costituite da mere doglianze in punto di fatto riproduttive di deduzioni adeguatamente vagliate e disattese con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito non scand da specifica critica con il ricorso, ed inoltre sono volte a prefigurare una rivalutazione e/o alt rilettura delle fonti probatorie, ed avulse da pertinente individuazione di specifici travisam emergenze processuali valorizzate dai giudici di merito, posto che la sentenza impugnata ha spiegato in modo puntuale perché non spettava alcun termine a difesa al nuovo difensore, evidenziando come questo sia stato nominato due giorni prima dell’udienza fissata per il giudizio di appello, e quind il decorso dei termini sia per chiedere la trattazione in forma orale del giudizio di impugnazione per presentare memorie o conclusioni;
Osservato che anche il secondo motivo espone censure non consentite dalla legge in sede di legittimità poiché le stesse sono costituite da mere doglianze in punto di fatto riproduttive di ded già adeguatamente vagliate e disattese con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito scanditi da specifica critica con il ricorso, ed inoltre sono volte a prefigurare una rivalutaz alternativa rilettura delle fonti probatorie, ed avulse da pertinente individuazione di s travisamenti di emergenze processuali valorizzate dai giudici di merito, posto che la senten impugnata ha spiegato in modo puntuale perché l’attuale ricorrente deve ritenersi abbi consapevolmente collaborato a scaricare e trasportare lo stupefacente giunto in Italia dalla Spagna tre distinte occasioni (cfr., in particolare, pagg. 5-13 della sentenza impugnata);
Ritenuto, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, con condanna de ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della Cassa delle Ammende, sussistendo profili di colpa nella determinazione delle cause di inammissibilità;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 14 febbraio 2025.