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Ricorso inammissibile: doglianze di fatto e motivi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21246/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per oltraggio a pubblico ufficiale. I motivi del ricorso sono stati ritenuti mere doglianze di fatto, volte a una nuova valutazione della vicenda, e privi di specificità riguardo la mancata concessione delle attenuanti generiche, confermando così i limiti del giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

L’ordinanza n. 21246/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato in sede di legittimità, ribadendo i confini invalicabili tra il giudizio di merito e quello di diritto. La Suprema Corte ha respinto le censure di un imputato condannato per oltraggio a pubblico ufficiale, evidenziando come i motivi proposti non fossero idonei a superare il vaglio di ammissibilità. Analizziamo nel dettaglio la pronuncia.

I Fatti del Caso e la Decisione della Corte d’Appello

Il caso trae origine da una condanna per il reato di cui all’art. 341-bis del codice penale (oltraggio a un pubblico ufficiale), confermata dalla Corte d’Appello di Perugia. L’imputato, ritenendo ingiusta la sentenza, decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandolo a due principali motivi: la contestazione della sua responsabilità penale e la critica alla mancata concessione delle attenuanti generiche, con conseguente eccessività della pena.

L’Analisi della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, dichiarandoli entrambi inammissibili. Vediamo perché.

Le Doglianze di Fatto non Ammesse

Il primo motivo, relativo alla presunta erroneità della valutazione di responsabilità, è stato qualificato dalla Corte come una mera ‘doglianza in punto di fatto’. In altre parole, il ricorrente non ha evidenziato un errore di diritto o un vizio logico nella motivazione della sentenza d’appello, ma ha semplicemente proposto una valutazione alternativa dei fatti. La Cassazione ha ricordato che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda, ma di controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Poiché i giudici di merito avevano sviluppato argomentazioni ‘non manifestamente illogiche’, ogni tentativo di rimettere in discussione la ricostruzione fattuale era precluso.

La Genericità dei Motivi sulle Attenuanti

Anche il secondo motivo, riguardante le attenuanti generiche e la sanzione, è stato giudicato inammissibile. La Corte ha rilevato una ‘mancanza di specificità’ nel motivo di ricorso. L’imputato, infatti, non si era confrontato puntualmente con le ragioni esposte dalla Corte d’Appello per negare le attenuanti. Un ricorso efficace deve ‘dialogare’ con la sentenza impugnata, smontandone punto per punto le argomentazioni, e non può limitarsi a una generica lamentela. La mancanza di questo confronto specifico rende il motivo astratto e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: la netta distinzione tra il giudizio di merito e il giudizio di legittimità. Il ricorso per Cassazione è ammesso solo per specifici vizi (violazione di legge o vizi di motivazione) e non può mai trasformarsi in un’occasione per riesaminare le prove e i fatti. Le censure del ricorrente, essendo incentrate su una diversa lettura del materiale probatorio e formulate in modo generico, non rientravano nei casi consentiti dalla legge. Pertanto, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione in esame è un monito fondamentale sull’importanza della tecnica redazionale del ricorso per Cassazione. Per avere una possibilità di successo, i motivi devono essere specifici, pertinenti e focalizzati su questioni di diritto. Le doglianze fattuali e le critiche generiche conducono inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con la conseguenza che la condanna diventa definitiva e il ricorrente è gravato del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile riguardo alla responsabilità dell’imputato?
Perché le censure sono state considerate mere ‘doglianze in punto di fatto’, finalizzate a ottenere una nuova valutazione della vicenda, attività non consentita in sede di legittimità. La Corte ha stabilito che la motivazione dei giudici di merito non era manifestamente illogica.

Perché è stata respinta la richiesta di concessione delle attenuanti generiche?
La doglianza è stata giudicata priva di specificità, in quanto il ricorrente non si è confrontato in modo puntuale con i criteri specifici addotti dai giudici di merito per motivare il diniego delle attenuanti.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza impugnata diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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