Ricorso Inammissibile: Quando la Critica al Giudizio di Merito non Trova Spazio in Cassazione
Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: il giudizio di legittimità non è una terza sede per riesaminare i fatti. Quando un appello si concentra sulla rivalutazione delle prove, mascherandola da violazione di legge, il risultato è un ricorso inammissibile. Questa ordinanza offre un chiaro esempio di come la Suprema Corte tracci una linea netta tra le questioni di diritto, di sua competenza, e quelle di fatto, la cui valutazione è riservata ai giudici di merito.
I Fatti del Processo
Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Vercelli nei confronti di due persone per il reato di furto aggravato di energia elettrica. La Corte d’Appello di Torino, in parziale riforma della prima sentenza, aveva rideterminato la pena, ritenendo le circostanze attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti contestate, riducendo la reclusione a quattro mesi e la multa a 102,00 euro per ciascun imputato.
I Motivi del Ricorso e il Principio “Oltre Ogni Ragionevole Dubbio”
Contro la sentenza d’appello, gli imputati hanno proposto ricorso per cassazione, articolando due motivi principali. Entrambi i motivi si fondavano sulla presunta violazione del canone di giudizio “al di là di ogni ragionevole dubbio”, sancito dall’articolo 533 del codice di procedura penale. In sostanza, la difesa sosteneva che:
1. Vi fosse stata una violazione di legge nella valutazione della prova.
2. La motivazione della sentenza fosse illogica, in quanto la responsabilità degli imputati era stata desunta unicamente dal fatto che, nonostante il contatore dell’energia fosse ufficialmente chiuso, si registrava comunque un passaggio di corrente.
La difesa, quindi, cercava di dimostrare che la Corte d’Appello non avesse raggiunto la certezza probatoria richiesta per una condanna. Tuttavia, la strategia si è rivelata controproducente, portando a dichiarare il ricorso inammissibile.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha esaminato congiuntamente i due motivi di ricorso e li ha dichiarati inammissibili. Il fulcro della decisione risiede nella distinzione cruciale tra giudizio di legittimità e giudizio di merito. La Corte ha osservato che le censure sollevate dagli imputati, sebbene formalmente presentate come violazioni di legge e vizi di motivazione, si traducevano in una critica diretta alla valutazione delle prove effettuata dai giudici dei gradi precedenti.
Gli appellanti, riportando e analizzando stralci di testimonianze, non stavano evidenziando una manifesta illogicità nel ragionamento della Corte d’Appello, ma stavano piuttosto proponendo una diversa interpretazione dei fatti e delle prove. Questo tipo di attività, ovvero la riconsiderazione del materiale probatorio, è tipica del giudizio di merito e non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione. Il ruolo della Cassazione non è quello di stabilire se la decisione dei giudici precedenti sia ‘giusta’ nel merito, ma solo se sia ‘corretta’ nell’applicazione della legge e ‘logica’ nella sua argomentazione.
Le Conclusioni: i Limiti del Giudizio di Legittimità
La decisione in commento è un monito importante: il ricorso per cassazione non può essere utilizzato come un terzo grado di giudizio per tentare di ribaltare una ricostruzione dei fatti sgradita. Per ottenere l’annullamento di una sentenza, è necessario dimostrare un errore di diritto o un’illogicità manifesta e palese nel ragionamento del giudice, non semplicemente offrire una lettura alternativa delle prove.
La conseguenza di un ricorso inammissibile è severa: non solo la condanna diventa definitiva, ma gli imputati vengono anche condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia riafferma con forza i confini del sindacato di legittimità, garantendo la stabilità delle decisioni di merito che siano legalmente e logicamente fondate.
Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, invece di contestare errori di diritto o palesi illogicità nella motivazione della sentenza d’appello, si limitava a criticare la valutazione delle prove (giudizio di merito), chiedendo di fatto alla Cassazione di riesaminare i fatti, compito che non le spetta.
Qual è la differenza tra ‘giudizio di merito’ e ‘giudizio di legittimità’?
Il ‘giudizio di merito’ (svolto in Tribunale e Corte d’Appello) si occupa di ricostruire i fatti e valutare le prove per decidere sulla colpevolezza. Il ‘giudizio di legittimità’ (svolto dalla Corte di Cassazione) non riesamina i fatti, ma controlla solo che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico.
Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la conferma definitiva della sentenza impugnata. Inoltre, i ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico ammontava a tremila euro per ciascuno.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21477 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21477 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 17/04/2024
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME nato a CAMPI SALENTINA il DATA_NASCITA
COGNOME NOME nato a PALERMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 09/03/2023 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO ED IN DIRITTO
Con sentenza in data 9.3.2023 la Corte d’appello di Torino, in parziale riforma della sentenza con cui il Tribunale di Vercelli in data 7.5.2021 aveva ritenuto COGNOME NOME e COGNOME NOME colpevoli del reato di cui agli artt. 110, 624 e 625 nn. 2 e 7 cod.pen. (commesso in Vercelli in data antecedente e prossima al 4.9.2017) condannandoli, previo riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate, alla pena di mesi sette di reclusione ed Euro 400,00 di multa, ritenute le già concesse circostanze attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, ha rideterminato la pena inflitta agli imputati in mesi quattro di reclusione ed euro 102,00 di multa ciascuno.
Avverso detta sentenza gli imputati, a mezzo del loro difensore di fiducia, hanno proposto con un unico atto ricorso per cassazione articolato in due motivi. Con il primo deducono la violazione di legge ex art. 606, lett. b) cod.proc.pen. in relazione all’art. 533, comma 1, cod.proc.pen. ed al canone di giudizio “al di là di ogni ragionevole dubbio”.
Con il secondo motivo deducono la illogicità della motivazione ex art. 606 lett. e) cod.proc.pen. in relazione al mancato rispetto del canone di giudizio “al di là di ogni ragionevole dubbio” di cui all’art. 533 comma 1, cod.proc.pen. ed in ordine alla motivazione con cui si fa derivare la responsabilità dei ricorrenti dal sol fatto che, nonostante fosse chiuso il contatore, vi fosse passaggio di energia elettrica.
I motivi di ricorso, da scrutinarsi congiuntamente, sono inammissibili. Ed invero, sub specie della violazione del canone del criterio di giudizio dell'”al di là di ogni ragionevole dubbio” e del conseguente vizio motivatorio della sentenza (che peraltro deve assurgere al rango della manifesta illogicità), le censure si sostanziano in una critica del giudizio di merito, anche riportando ed analizzando brani di testimonianze, giudizio che esula dall’ambito del giudizio di legittimità. Ne consegue l’inammissibilità dei ricorsi e la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila ciascuno in favore della Cassa delle ammende.
Così decis in Roma, il 17.4.2024