LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: contrabbando e confisca

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per contrabbando di tabacchi. I motivi, incentrati sul diniego di attenuanti generiche e sulla confisca di denaro, sono stati giudicati ripetitivi e privi di critica specifica verso la sentenza impugnata, che aveva adeguatamente motivato la gravità del fatto e il nesso tra il denaro e l’attività illecita.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione e i Motivi Ripetitivi

Quando un ricorso inammissibile viene presentato alla Corte di Cassazione, le conseguenze possono essere definitive per l’imputato. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la mancanza di specificità e la mera riproposizione di argomenti già vagliati nei gradi di merito portino inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Il caso in esame riguarda una condanna per contrabbando di tabacchi lavorati esteri e mette in luce l’importanza di formulare censure mirate contro la decisione impugnata.

I Fatti del Caso: Contrabbando e Condanna

Un soggetto veniva condannato in primo grado e successivamente in appello per il reato di contrabbando di un ingente quantitativo di tabacchi (540 kg) e per resistenza a pubblico ufficiale. La Corte d’Appello, pur confermando la responsabilità penale, aveva escluso un’aggravante e rideterminato la pena in diminuzione. Nonostante ciò, l’imputato decideva di proporre ricorso per cassazione, contestando due aspetti principali della sentenza di secondo grado.

I Motivi del Ricorso e la Questione del Ricorso Inammissibile

La difesa dell’imputato ha basato il ricorso su due doglianze, che tuttavia non hanno superato il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

La Richiesta di Attenuanti Generiche

In primo luogo, si lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. La difesa sosteneva che si trattasse di un episodio di contrabbando ‘modesto’. Questa argomentazione, tuttavia, non si confrontava con la motivazione della Corte d’Appello, che aveva invece evidenziato la notevole gravità del fatto. Gli elementi valorizzati dai giudici di merito includevano la preventiva organizzazione del trasporto, l’uso di un sistema di comunicazione dedicato e i contatti dell’imputato con ambienti criminali.

La Contestazione sulla Confisca

In secondo luogo, veniva contestata la confisca di una somma di denaro sequestrata, sostenendo la mancanza di prova della sua pertinenza con l’attività di contrabbando. Anche in questo caso, il motivo di ricorso è stato ritenuto generico, in quanto la difesa aveva completamente ignorato l’ampia e dettagliata spiegazione fornita dalla Corte d’Appello nelle pagine della sentenza dedicate a questo specifico punto.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del giudizio di legittimità: il ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse questioni già decise nei gradi precedenti, ma deve contenere una critica specifica e puntuale delle ragioni esposte nella sentenza impugnata. In mancanza di tale confronto argomentativo, il ricorso perde la sua funzione e diventa, appunto, inammissibile.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono state chiare e lineari. I giudici hanno rilevato che entrambi i motivi di ricorso erano ‘riproduttivi di profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici di merito e non scanditi da specifica critica’. Per quanto riguarda le attenuanti, la Cassazione ha sottolineato come la difesa non avesse tenuto conto della motivazione della sentenza impugnata sulla gravità del reato. Per la confisca, è stato evidenziato come la difesa avesse trascurato del tutto le pagine in cui i giudici di merito spiegavano perché il denaro dovesse essere ritenuto riconducibile all’attività illecita. Di conseguenza, non sussistendo elementi per ritenere che il ricorrente avesse proposto il ricorso ‘senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità’, è stato condannato al pagamento delle spese processuali.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una decisione per poterla impugnare con successo. È necessario articolare censure specifiche, che dialoghino con la motivazione del provvedimento contestato, evidenziandone eventuali vizi logici o giuridici. Un ricorso inammissibile perché generico o ripetitivo non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche la condanna alle spese, chiudendo definitivamente la vicenda processuale.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice riproposizione di censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza contenere una critica specifica e argomentata contro le motivazioni della sentenza impugnata.

Per quale motivo non sono state concesse le circostanze attenuanti generiche all’imputato?
Le attenuanti generiche non sono state concesse a causa della gravità del fatto, caratterizzato da una precisa organizzazione del trasporto, dall’uso di un sistema di comunicazione apposito e dai contatti dell’imputato con ambienti criminali. L’ammissione di colpa è stata considerata irrilevante poiché il quadro probatorio era già solido.

Come è stata giustificata la confisca del denaro?
La Corte ha stabilito che la confisca era legittima perché la sentenza della Corte d’Appello aveva fornito un’ampia e dettagliata spiegazione, basata sul quadro probatorio, del motivo per cui il denaro sequestrato era direttamente riconducibile all’attività illecita di contrabbando, spiegazione che la difesa aveva del tutto ignorato nel suo ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati