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Ricorso inammissibile: condono edilizio e prescrizione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per abusi edilizi. La sentenza chiarisce che un condono edilizio, rilasciato per opere non ultimate entro i termini di legge, è inefficace. Inoltre, il principio consolidato è che un ricorso inammissibile per manifesta infondatezza impedisce al giudice di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, anche se maturata.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Condono Edilizio

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 46233/2024, ha affrontato un caso complesso in materia di abusi edilizi, chiarendo principi fondamentali sul rapporto tra condono, prescrizione e le regole processuali. La vicenda vedeva un’imputata ricorrere contro una condanna sperando nell’estinzione dei reati, ma la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, riaffermando che il rispetto delle norme procedurali è un presupposto essenziale per poter discutere il merito di una questione.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna per una serie di reati edilizi, paesaggistici e per la violazione di sigilli, emessa nel 1997 e parzialmente riformata in appello nel 1999. L’imputata, dopo un lungo iter, otteneva dal giudice dell’esecuzione una “restituzione nel termine” per presentare ricorso in Cassazione, un’opportunità eccezionale per rimettere in discussione la condanna. I motivi del ricorso erano molteplici e miravano a smontare l’impianto accusatorio su più fronti.

I Motivi del Ricorso: Condono, Prescrizione e Vizi Procedurali

La difesa ha articolato il ricorso su otto distinti motivi, tra cui spiccavano:
1. L’avvenuto condono edilizio: Nelle more del giudizio, il Comune aveva rilasciato una concessione in sanatoria per le opere abusive. Secondo la difesa, questo atto avrebbe dovuto estinguere i reati edilizi e paesaggistici.
2. La prescrizione: La difesa sosteneva che tutti i reati fossero ormai estinti per il decorso del tempo, specialmente considerando il lungo periodo intercorso dalla sentenza d’appello.
3. Vizi di notifica: Si lamentava la nullità assoluta della notifica del decreto di citazione in appello, che avrebbe viziato l’intero secondo grado di giudizio.
4. Illegalità della pena: La difesa contestava il calcolo della pena, che includeva un aumento per un reato nel frattempo depenalizzato.

La Decisione della Cassazione: il Ricorso è Inammissibile

Nonostante le articolate argomentazioni difensive, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. Questa decisione, di natura prettamente processuale, ha impedito ai giudici di entrare nel merito delle questioni sollevate, come la prescrizione, applicando un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità.

Le Motivazioni

La Corte ha smontato punto per punto i motivi del ricorso, spiegando perché ciascuno di essi fosse inammissibile.

Condono Edilizio Inefficace: Opere non Ultimabili

La Cassazione ha chiarito che il rilascio della concessione in sanatoria da parte del Comune non è vincolante per il giudice penale. Il giudice ha il dovere di verificare autonomamente la sussistenza dei presupposti di legge per il condono. Nel caso di specie, la legge richiedeva che le opere fossero ultimate entro il 31 dicembre 1993. Dagli atti processuali, invece, emergeva chiaramente che a quella data l’immobile era ancora un rustico privo di tamponature laterali. Pertanto, le opere non erano “condonabili” e la sanatoria amministrativa, essendo stata rilasciata illegittimamente, non poteva produrre alcun effetto estintivo del reato.

Prescrizione Bloccata dal Ricorso Inammissibile

Questo è il punto cardine della sentenza. La Corte ha ribadito il principio, sancito dalle Sezioni Unite, secondo cui la declaratoria di inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza dei motivi preclude la possibilità di rilevare e dichiarare eventuali cause di non punibilità, come la prescrizione, maturate successivamente alla sentenza impugnata. Poiché i motivi presentati sono stati giudicati palesemente infondati o non consentiti, non si è instaurato un valido rapporto processuale di impugnazione. Di conseguenza, la Corte non ha potuto far altro che “fotografare” la situazione al momento della sentenza d’appello e dichiarare inammissibile il gravame, senza poter considerare il tempo trascorso successivamente.

Notifiche e Nullità: Quando l’Eccezione è Tardiva

Anche i motivi relativi ai vizi di notifica sono stati respinti. La Corte ha osservato che le notifiche erano state effettuate correttamente presso la residenza dell’imputata a familiari conviventi. In ogni caso, eventuali vizi avrebbero dato luogo a una nullità “a regime intermedio”, che doveva essere eccepita entro termini precisi, ormai ampiamente decorsi. Sollevare la questione per la prima volta in Cassazione dopo essere stati rimessi in termini per ricorrere è stato ritenuto inefficace.

Altri Motivi: Reato Depenalizzato e Mancanza di Interesse

Per quanto riguarda il reato depenalizzato (violazione delle leggi sanitarie), la Corte ha specificato che al momento della sentenza d’appello (1999) il fatto era ancora previsto come reato. La depenalizzazione è successiva e, pertanto, non vizia la decisione originale. L’imputata potrà, tuttavia, rivolgersi al giudice dell’esecuzione per ottenere la revoca di quella parte di condanna, come previsto dall’art. 673 c.p.p. Gli altri motivi, relativi alla motivazione sulla responsabilità e sulle attenuanti, sono stati giudicati nuovi o manifestamente infondati.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce con forza alcuni principi fondamentali del processo penale:
1. L’autonomia del Giudice Penale: Il giudice penale non è un mero ratificatore degli atti amministrativi e deve sempre verificare la legalità sostanziale di un condono edilizio.
2. La serietà dell’impugnazione: Il ricorso in Cassazione non può essere uno strumento dilatorio. Se i motivi sono manifestamente infondati, l’inammissibilità dell’atto congela la situazione giuridica e impedisce di beneficiare di cause estintive maturate successivamente, come la prescrizione.
3. Il rispetto dei termini processuali: Le nullità, anche quelle importanti, devono essere fatte valere nei tempi e nei modi previsti dal codice, altrimenti si considerano sanate.

Un condono edilizio ottenuto dall’amministrazione comunale estingue automaticamente il reato?
No. Il giudice penale ha il potere e il dovere di verificare in autonomia se i presupposti di legge per il condono erano effettivamente presenti al momento della richiesta. Se, come in questo caso, le opere non erano state ultimate entro il termine previsto dalla legge, il condono rilasciato è illegittimo e non ha alcun effetto estintivo sul reato.

Se il reato si prescrive mentre il processo è in Cassazione, la Corte deve sempre dichiarare l’estinzione?
No. Se il ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza dei motivi, questa decisione impedisce alla Corte di esaminare il merito e, di conseguenza, di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, anche se il termine è maturato dopo la sentenza d’appello.

Cosa succede se un reato per cui si è stati condannati viene successivamente depenalizzato?
La sentenza di condanna non è illegittima se, al momento della sua emissione, il fatto costituiva reato. Tuttavia, la persona condannata può presentare un’istanza al giudice dell’esecuzione per chiedere la revoca di quella specifica parte della condanna, poiché il fatto non è più previsto dalla legge come reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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