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Ricorso inammissibile: condanna penale confermata

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il reato di cui all’art. 334 c.p. I motivi del ricorso, relativi alla responsabilità, al dolo e alla particolare tenuità del fatto, sono stati giudicati generici e meramente riproduttivi di censure già esaminate. La Suprema Corte ha quindi confermato la sentenza di condanna, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione Viene Respinto

L’esito di un processo penale non si conclude sempre con la sentenza di appello. Spesso, la parola finale spetta alla Corte di Cassazione, ma accedere al suo giudizio richiede il rispetto di regole precise. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile non solo non porti all’annullamento della condanna, ma la renda definitiva, con ulteriori conseguenze economiche per l’imputato.

I Fatti del Caso: Condanna per Sottrazione di Beni Sottoposti a Sequestro

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un individuo emessa dalla Corte di Appello per il reato previsto dall’articolo 334 del codice penale. Questa norma punisce chiunque sottrae, sopprime, distrugge, disperde o deteriora una cosa di sua proprietà sottoposta a pignoramento o a sequestro giudiziario o amministrativo.

Contro tale decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa a tre specifici motivi.

I Motivi del Ricorso: Una Difesa a Tre Punte

La difesa dell’imputato si è articolata su tre argomentazioni principali, volte a smontare l’impianto accusatorio confermato in appello:

1. Contestazione della responsabilità: Si è messa in discussione la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove che avevano portato all’affermazione della colpevolezza.
2. Assenza di dolo: Si è sostenuta la mancanza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero l’intenzione cosciente e volontaria di commettere l’illecito.
3. Applicabilità della particolare tenuità del fatto: Si è richiesta l’applicazione della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto, ritenendo l’offesa di minima entità.

La Decisione della Cassazione e le Ragioni di un Ricorso Inammissibile

Nonostante le argomentazioni difensive, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello precedente, quello procedurale. I giudici hanno ritenuto che i motivi presentati fossero viziati da difetti tali da impedirne l’esame.

La Corte ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni alla base della decisione sono cruciali per comprendere i limiti del giudizio di legittimità. La Corte ha spiegato che i motivi del ricorso erano:

* Meramente riproduttivi: Le censure presentate erano una semplice ripetizione di argomentazioni già adeguatamente esaminate e respinte dai giudici dei precedenti gradi di giudizio (Tribunale e Corte d’Appello).
* Volti a una nuova valutazione dei fatti: Sostanzialmente, il ricorrente non contestava vizi di legge della sentenza impugnata, ma chiedeva alla Cassazione di rivalutare le prove e di fornire una diversa ricostruzione dei fatti. Questo compito, però, è precluso alla Suprema Corte, che è giudice della legittimità (cioè della corretta applicazione della legge) e non del merito.
* Obiettivamente generici: Le critiche mosse alla sentenza d’appello erano formulate in modo generico, senza un confronto specifico e puntuale con la motivazione del provvedimento impugnato. Un ricorso efficace deve, infatti, individuare con precisione il punto della decisione che si ritiene errato e spiegare perché, non limitarsi a riproporre la propria tesi.

Le Conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere all’infinito i fatti e le prove. Per avere una possibilità di successo, l’impugnazione deve basarsi su vizi specifici della sentenza, come l’errata applicazione di una norma di legge o un difetto logico manifesto nella motivazione.

La declaratoria di inammissibilità ha conseguenze molto concrete: la sentenza di condanna diventa definitiva e irrevocabile, e il ricorrente subisce una sanzione economica aggiuntiva. Questo serve da monito sull’importanza di redigere ricorsi tecnicamente validi, specifici e pertinenti, evitando di trasformare il giudizio di legittimità in un’inutile ripetizione di argomenti già vagliati.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate perché l’atto di impugnazione presenta dei difetti procedurali o sostanziali. Ad esempio, i motivi sono troppo generici, ripetitivi o chiedono una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Cassazione.

Perché la Corte ha ritenuto i motivi del ricorrente ‘generici e riproduttivi’?
Perché le argomentazioni presentate erano una semplice riproposizione di quelle già valutate e respinte dalla Corte di Appello, senza confrontarsi in modo specifico e critico con le motivazioni della sentenza impugnata. In sostanza, si chiedeva una nuova valutazione delle prove, non si denunciava un errore di diritto.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile?
Oltre a rendere definitiva la condanna impugnata, la dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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