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Ricorso inammissibile: condanna automatica alle spese

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello per resistenza a pubblico ufficiale. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro alla Cassa delle ammende, applicando automaticamente l’articolo 616 del codice di procedura penale in assenza di motivi di esonero.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche della Condanna

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, una fase delicata che richiede il rispetto di precisi requisiti formali e sostanziali. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci ricorda quali sono le conseguenze economiche quando un appello non supera questo vaglio, portando a una dichiarazione di ricorso inammissibile. Questo provvedimento non solo chiude la porta a una revisione della sentenza impugnata, ma fa anche scattare sanzioni economiche a carico del ricorrente.

I Fatti del Caso in Esame

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un cittadino avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. La Corte territoriale aveva emesso una condanna per il reato previsto dall’art. 337 del codice penale, ovvero resistenza a un pubblico ufficiale. Il giudice di secondo grado, nell’esercizio del suo potere discrezionale, aveva determinato la pena base tenendo conto dei criteri edittali. Insoddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, sperando in una riforma della sentenza.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione significa che i giudici non sono entrati nel merito della questione, ovvero non hanno valutato se la Corte d’Appello avesse correttamente applicato la legge nel determinare la pena. La declaratoria di inammissibilità si basa, infatti, sulla mancanza dei presupposti necessari affinché la Corte possa esaminare le censure mosse dal ricorrente.

Le Motivazioni

La conseguenza diretta e quasi automatica di un ricorso inammissibile è disciplinata dall’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che il soggetto che ha proposto il ricorso dichiarato inammissibile debba essere condannato al pagamento delle spese del procedimento. Ma non solo: la legge prevede anche il pagamento di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione pecuniaria.

Nel caso specifico, la Corte ha condannato il ricorrente a versare la somma di tremila euro. I giudici hanno sottolineato che non sono emerse “ragioni di esonero” che potessero giustificare una deroga a questa previsione. La condanna, pertanto, non è una valutazione discrezionale della Corte, ma una conseguenza diretta e obbligatoria stabilita dal legislatore per scoraggiare ricorsi infondati o presentati senza il rispetto delle regole procedurali.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: l’impugnazione non è un diritto privo di conseguenze. Un ricorso in Cassazione deve essere fondato su motivi solidi e specifici. In caso contrario, la dichiarazione di inammissibilità non rappresenta solo una sconfitta processuale, ma comporta anche un esborso economico significativo. Questa misura serve a tutelare l’efficienza del sistema giudiziario, evitando che la Suprema Corte venga oberata da appelli dilatori o manifestamente infondati, e responsabilizzando chi decide di intraprendere l’ultimo grado di giudizio.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

È possibile essere esentati dal pagamento della sanzione pecuniaria in caso di ricorso inammissibile?
Sì, in teoria è possibile, ma solo se emergono specifiche “ragioni di esonero”. Nel caso esaminato, la Corte ha stabilito che non sussistevano tali ragioni, rendendo la condanna al pagamento una conseguenza automatica dell’inammissibilità.

La Corte di Cassazione ha riesaminato nel merito la pena decisa dalla Corte d’Appello?
No. Poiché il ricorso è stato dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito della questione, che includeva la valutazione della pena base applicata dalla Corte territoriale per il reato di cui all’art. 337 del codice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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