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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e sanzione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un soggetto condannato per detenzione di stupefacenti, commessa durante la detenzione domiciliare. La decisione conferma che l’inammissibilità del ricorso, in assenza di prove che escludano la colpa del ricorrente, comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle Ammende, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Condanna alle Spese

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma cosa succede se viene dichiarato un ricorso inammissibile? Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce le conseguenze economiche per il ricorrente, sottolineando l’importanza di una valutazione attenta prima di procedere. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere i rischi connessi a un’impugnazione priva dei presupposti di legge.

I Fatti del Caso: Detenzione di Stupefacenti agli Arresti Domiciliari

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’imputato era stato condannato per la detenzione di un quantitativo significativo di sostanze stupefacenti: ben 426 dosi di cocaina e 21 dosi di hashish. Un elemento particolarmente grave, evidenziato nel provvedimento, era che il reato era stato commesso mentre l’individuo si trovava già sottoposto alla misura della detenzione domiciliare. Questa circostanza ha pesato notevolmente sulla valutazione complessiva della sua condotta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, esaminato l’atto, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle argomentazioni difensive, ma si ferma a un livello preliminare, constatando la mancanza dei requisiti necessari affinché l’impugnazione potesse essere esaminata. Di conseguenza, la Corte ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese del procedimento, ma anche al versamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

Le Motivazioni della Condanna: L’Applicazione dell’Art. 616 c.p.p.

La base giuridica della decisione risiede nell’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il soggetto che lo ha proposto deve essere condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la legge prevede l’irrogazione di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, a meno che non si dimostri che l’inammissibilità sia dovuta a cause non imputabili al ricorrente. In questo specifico caso, la Corte ha ritenuto che non vi fossero elementi per ravvisare un’assenza di colpa da parte del ricorrente nella determinazione della causa di inammissibilità, richiamando anche un consolidato principio espresso dalla Corte Costituzionale. La condanna economica diventa, quindi, una conseguenza automatica e inevitabile della declaratoria di inammissibilità.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale penale: l’accesso ai mezzi di impugnazione deve essere esercitato con responsabilità. La presentazione di un ricorso inammissibile non è un’azione priva di conseguenze. Al contrario, comporta oneri economici significativi che si aggiungono alla condanna principale. Questa pronuncia serve da monito, evidenziando come le impugnazioni manifestamente infondate o prive dei requisiti tecnici non solo appesantiscono il sistema giudiziario, ma si traducono anche in un costo diretto per chi le promuove. Pertanto, è cruciale affidarsi a una difesa tecnica competente che possa valutare attentamente le reali possibilità di successo di un ricorso prima di intraprendere questa strada.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso penale inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa nella causa di inammissibilità.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una sanzione oltre alle spese processuali?
La condanna alla sanzione pecuniaria è una conseguenza prevista dall’articolo 616 del codice di procedura penale. Viene applicata perché la Corte non ha riscontrato un’assenza di colpa da parte del ricorrente nel presentare un’impugnazione che non poteva essere accolta.

Quale circostanza ha aggravato la posizione dell’imputato nel caso di specie?
La posizione dell’imputato era aggravata dal fatto che il reato di detenzione di un ingente quantitativo di stupefacenti (426 dosi di cocaina e 21 di hashish) è stato commesso mentre egli si trovava già sottoposto alla misura della detenzione domiciliare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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