Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche di un’Impugnazione Mal Fondata
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è un passo cruciale nel sistema giudiziario, ma non è privo di rischi. Quando un’impugnazione manca dei presupposti di legge, il risultato può essere una dichiarazione di ricorso inammissibile, con significative conseguenze economiche per il proponente. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come motivazioni generiche e ipotetiche possano portare non solo alla conferma della condanna, ma anche a sanzioni pecuniarie aggiuntive.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. L’imputato era stato condannato per essersi allontanato intenzionalmente dalla propria abitazione, violando così una misura a cui era sottoposto. Nel suo ricorso per cassazione, l’interessato ha contestato la decisione dei giudici di merito, sostenendo che non fosse stato adeguatamente provato l’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo. A sua discolpa, adduceva anche una scarsa conoscenza della lingua italiana, che a suo dire avrebbe dovuto escludere la volontarietà della sua condotta.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha respinto categoricamente le argomentazioni del ricorrente. Il collegio ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando di fatto la decisione della Corte d’Appello. Ma la decisione non si è fermata qui. In applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e, inoltre, al versamento di una somma di 3000 euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?
La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali. In primo luogo, ha ritenuto che la Corte d’Appello di Firenze avesse fornito una motivazione adeguata e logica riguardo all’accertamento del carattere doloso dell’allontanamento. La presunta scarsa conoscenza della lingua italiana era già stata valutata e correttamente esclusa come giustificazione valida nel giudizio precedente.
In secondo luogo, i giudici di legittimità hanno qualificato le deduzioni del ricorrente sull’elemento soggettivo come ‘generiche e ipotetiche’. In altre parole, l’appello non presentava critiche specifiche e puntuali alla sentenza impugnata, ma si limitava a riproporre argomentazioni vaghe e non supportate da elementi concreti. Questa genericità è una delle cause tipiche che portano a una dichiarazione di ricorso inammissibile.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia non deve essere abusato. L’articolo 616 c.p.p. funge da deterrente contro la presentazione di ricorsi palesemente infondati o meramente dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non è una punizione per il reato originario, ma una sanzione processuale per aver attivato inutilmente il giudizio di legittimità.
Per chiunque intenda impugnare una sentenza penale, questa decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica che possa valutare con rigore le reali possibilità di successo. Un ricorso deve basarsi su motivi specifici, criticando in modo argomentato le violazioni di legge o i vizi di motivazione della sentenza precedente. In assenza di tali elementi, il rischio non è solo quello di vedere confermata la condanna, ma anche di subire un’ulteriore e pesante sanzione economica.
Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso penale inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
La scarsa conoscenza della lingua italiana può essere una giustificazione valida per un reato?
No, sulla base di questa ordinanza, la scarsa conoscenza della lingua italiana non è stata considerata una giustificazione valida. La Corte ha ritenuto che i giudici di merito avessero già adeguatamente valutato e respinto questa argomentazione, confermando la piena consapevolezza e volontarietà della condotta dell’imputato.
Perché viene imposta una multa di 3000 euro oltre alle spese processuali?
La somma di 3000 euro non è una multa per il reato commesso, ma una sanzione pecuniaria prevista dall’art. 616 del codice di procedura penale. Viene imposta discrezionalmente dalla Corte in ragione della manifesta infondatezza dei motivi del ricorso, come deterrente per evitare impugnazioni presentate senza valide ragioni giuridiche.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21319 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21319 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 17/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME CODICE_FISCALE nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 14/11/2023 della CORTE APPELLO di FIRENZE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
ritenuto che contrariamente a quanto si assume nel ricorso, la Corte di appello di Firenze ha fornito adeguata motivazione in relazione all’accertamento del carattere doloso dell’allontanamento dall’abitazione, essendo stata adeguatamente esclusa la sua scarsa conoscenza della lingua italiana;
ritenuto che la deduzione concernente l’elemento soggettivo è generica e ipotetica, atteso che la Corte di appello ha fornito adeguata motivazione su tale punto;
rilevato che dalla inammissibilità del ricorso consegue ex art. 616 c.p.p. la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il giorno 17 maggio 2024
Il Consigliere estensore
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