LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. La decisione si basa sulla manifesta infondatezza dei motivi, confermando la correttezza della pena inflitta per la gravità dei fatti. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze e Condanna alle Spese

Quando un’impugnazione giunge dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, l’esito non è sempre una disamina nel merito della questione. Spesso, l’atto viene dichiarato un ricorso inammissibile, una decisione preliminare che blocca l’analisi del caso e comporta precise conseguenze per chi lo ha proposto. L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di questa dinamica, illustrando le ragioni che possono sostenere la congruità di una pena e le implicazioni economiche derivanti dall’inammissibilità.

Il Contesto: L’Appello contro la Sentenza di Secondo Grado

Due soggetti avevano presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino. L’obiettivo era ottenere una riforma della decisione di secondo grado, che li vedeva condannati per un reato di particolare gravità. I ricorrenti, attraverso i loro motivi di appello, contestavano la valutazione dei fatti e la quantificazione della pena operata dai giudici di merito.

La Valutazione della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, investita della questione, non è entrata nel merito delle doglianze sollevate. Ha invece rilevato che i ricorsi dovevano essere dichiarati inammissibili. Questa statuizione non significa che la Corte abbia ignorato il caso, ma piuttosto che ha ritenuto le argomentazioni dei ricorrenti manifestamente infondate o prive dei requisiti tecnici necessari per un giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte, pur senza analizzare punto per punto i motivi del ricorso, ha implicitamente confermato la validità del ragionamento seguito dalla Corte d’Appello. Le motivazioni alla base della decisione di inammissibilità risiedono nella piena giustificazione della pena inflitta. In particolare, sono stati considerati:

* La gravità della condotta: L’ordinanza sottolinea come la detenzione e l’occultamento di materiale esplosivo costituiscano un comportamento di elevata pericolosità.
* L’entità della pena: La sanzione è stata ritenuta proporzionata alla gravità e alla natura circostanziata dei fatti.
* L’aumento per la continuazione: L’incremento di pena legato alla continuazione tra reati è stato giustificato dall’intensità dell’intento criminale (dolo) e dalle conseguenze lesive scaturite dalle azioni.
* L’assenza di meriti processuali: I giudici hanno evidenziato che i condannati non avevano maturato alcun merito, né processuale né extraprocessuale, che potesse giustificare un trattamento sanzionatorio più mite o una valorizzazione premiale.

Le Conseguenze del Ricorso Inammissibile: Spese e Cassa Ammende

La dichiarazione di inammissibilità non è priva di effetti. L’articolo 616 del codice di procedura penale stabilisce precise conseguenze per il ricorrente. In applicazione di tale norma, la Corte ha condannato i due soggetti al pagamento delle spese processuali. Inoltre, non ravvisando alcuna ipotesi di esonero, ha disposto il versamento di una somma, quantificata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: la presentazione di un ricorso in Cassazione non è un atto privo di rischi. Se i motivi sono ritenuti palesemente infondati o non conformi ai canoni del giudizio di legittimità, la conseguenza è un ricorso inammissibile. Tale esito non solo cristallizza la condanna subita nei gradi di merito, ma comporta anche un onere economico aggiuntivo per il ricorrente, costituito dal pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. La decisione serve da monito sulla necessità di formulare ricorsi solidi, ben argomentati e giuridicamente fondati per evitare esiti pregiudizievoli.

Perché i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili?
La Corte ha ritenuto che i ricorsi dovessero essere dichiarati inammissibili, confermando implicitamente la solidità delle motivazioni della sentenza impugnata. La pena era giustificata dalla gravità della condotta, dall’intensità del dolo e dall’assenza di meriti processuali dei ricorrenti.

Quali sono le conseguenze economiche per i ricorrenti a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
I ricorrenti sono stati condannati in solido al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

Quali elementi ha considerato la Corte per giustificare la pena inflitta?
La Corte ha ritenuto la pena adeguata sulla base di diversi fattori: la gravità oggettiva della condotta (apprensione e occultamento di esplosivo), l’intensità dell’intento doloso, le conseguenze lesive derivate dai fatti e l’assenza di qualsiasi merito processuale o extraprocessuale che potesse giustificare un trattamento più favorevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati