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Ricorso inammissibile: condanna alle spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le conseguenze economiche di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche della decisione della Cassazione

Quando si impugna un provvedimento giudiziario, specialmente davanti alla Corte di Cassazione, è fondamentale che l’atto rispetti rigorosi requisiti formali e sostanziali. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare cosa accade quando viene presentato un ricorso inammissibile, evidenziando le dirette conseguenze economiche per chi lo propone. La Suprema Corte, infatti, non solo respinge l’impugnazione, ma può anche imporre sanzioni pecuniarie.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 15 marzo 2024. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando le proprie doglianze dinanzi alla più alta giurisdizione nazionale.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, riunitasi in udienza il 14 aprile 2025, ha esaminato il ricorso. All’esito della camera di consiglio, la Corte ha emesso un’ordinanza con la quale ha dichiarato il ricorso inammissibile.

La conseguenza diretta di tale declaratoria non è stata solo la conferma della sentenza impugnata, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. In aggiunta, la Corte ha disposto il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista dalla legge proprio per i casi di inammissibilità dell’impugnazione.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza in esame non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le motivazioni generali che conducono a una simile decisione. Un ricorso in Cassazione è considerato inammissibile quando manca dei presupposti richiesti dal codice di procedura. Le cause più comuni includono:

* Motivi non consentiti dalla legge: Il ricorso in Cassazione può essere proposto solo per violazione di legge o vizi di motivazione, non per riesaminare i fatti del processo, compito riservato ai giudici di primo e secondo grado.
* Vizi formali: L’atto di ricorso potrebbe non rispettare le forme prescritte dalla legge, come la corretta esposizione dei motivi o l’indicazione precisa delle norme violate.
* Genericità dei motivi: I motivi di impugnazione devono essere specifici e non possono limitarsi a una critica generica della sentenza impugnata.
* Tardività: Il ricorso è stato presentato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.

La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non è una punizione per aver esercitato il diritto di difesa, ma una sanzione volta a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate, che congestionano il sistema giudiziario.

Le Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, riservato a questioni di legittimità. La decisione di presentare un ricorso deve essere ponderata attentamente, con una profonda analisi dei possibili vizi della sentenza impugnata. Un ricorso inammissibile non solo non porta ad alcun risultato utile per il ricorrente, ma comporta anche conseguenze economiche tangibili. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria serve da monito, sottolineando l’importanza di un approccio serio e tecnicamente ineccepibile all’ultimo grado di giudizio.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base al provvedimento esaminato, in caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

A quanto può ammontare la sanzione pecuniaria per un ricorso inammissibile?
Nel caso specifico deciso da questa ordinanza, la Corte di Cassazione ha stabilito che la somma da versare alla Cassa delle ammende è pari a tremila euro.

La dichiarazione di inammissibilità entra nel merito della questione?
No, la dichiarazione di inammissibilità è una decisione di carattere procedurale. La Corte non valuta se le ragioni del ricorrente siano fondate o meno, ma si limita a constatare che il ricorso non possiede i requisiti di legge per poter essere esaminato nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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