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Ricorso inammissibile: condanna alle spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza, dichiara il ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione sottolinea le conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: le Conseguenze della Decisione della Cassazione

Quando si impugna un provvedimento giudiziario, è fondamentale che l’atto rispetti specifici requisiti di forma e di sostanza. In caso contrario, si rischia una declaratoria di ricorso inammissibile, una decisione che impedisce al giudice di esaminare il merito della questione e comporta conseguenze economiche per chi ha agito in giudizio. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa dinamica.

Il caso in esame: un appello respinto in partenza

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da due soggetti avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia nell’aprile del 2024. I ricorrenti hanno adito la Corte di Cassazione, l’organo di vertice della giurisdizione, per ottenere l’annullamento di tale decisione.

Tuttavia, il loro tentativo di ottenere una revisione del giudizio di secondo grado si è fermato prima ancora di entrare nel vivo. La Suprema Corte, infatti, non è arrivata ad analizzare le ragioni di merito dei ricorrenti, ma ha interrotto il procedimento sul nascere.

La decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

Con una sintetica ma perentoria ordinanza, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi proposti semplicemente inammissibili. Questa statuizione ha due effetti principali e immediati: in primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello diventa definitiva e non più contestabile; in secondo luogo, scattano delle sanzioni pecuniarie a carico dei ricorrenti.

I giudici hanno infatti condannato gli appellanti al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni

L’ordinanza in esame è estremamente concisa e non entra nel dettaglio delle cause specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Il provvedimento si limita a ‘ritenere’ che i ricorsi dovessero essere dichiarati tali. Generalmente, un ricorso inammissibile può derivare da vizi di forma (come il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione), dalla carenza di motivi specifici previsti dalla legge, o dalla manifesta infondatezza delle censure mosse alla sentenza impugnata. La decisione evidenzia come il primo vaglio della Corte sia di natura puramente procedurale: se l’atto non supera questa barriera, l’accesso al giudizio di merito è precluso.

Le conclusioni

La pronuncia serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione solidi e conformi alla legge. Un ricorso inammissibile non solo si rivela un’azione inutile ai fini della difesa, ma si traduce anche in un costo economico certo per la parte che lo ha proposto. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende ha una funzione sanzionatoria e dissuasiva, volta a scoraggiare impugnazioni presentate con leggerezza o per scopi meramente dilatori, contribuendo così a non sovraccaricare il sistema giudiziario con ricorsi privi dei requisiti minimi di legge.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La sentenza impugnata diventa definitiva e non può più essere modificata. Inoltre, la parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché i ricorrenti sono stati condannati a pagare tremila euro?
Questa somma rappresenta una sanzione pecuniaria prevista dalla legge nei casi in cui un ricorso venga dichiarato inammissibile. Ha lo scopo di sanzionare l’abuso dello strumento processuale e di scoraggiare la presentazione di impugnazioni infondate o dilatorie.

La Corte di Cassazione ha analizzato nel merito la sentenza della Corte d’Appello?
No. Dichiarando il ricorso inammissibile, la Corte si è fermata a un controllo preliminare sui requisiti dell’atto di impugnazione. Non ha quindi valutato se le ragioni dei ricorrenti fossero fondate o meno, poiché l’atto introduttivo non superava il filtro di ammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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