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Ricorso inammissibile: condanna a spese e ammenda

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza di patteggiamento. La decisione sottolinea come, in caso di inammissibilità, scatti automaticamente la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, come previsto dalla legge.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Automatiche della Condanna

L’ordinanza in esame, emessa dalla Corte di Cassazione, offre uno spunto fondamentale per comprendere le conseguenze di un ricorso inammissibile nel processo penale. Con una decisione tanto sintetica quanto incisiva, i Giudici Supremi hanno ribadito un principio cardine del nostro ordinamento: la presentazione di un’impugnazione priva dei requisiti di legge non è priva di conseguenze, ma comporta sanzioni economiche automatiche per chi la propone. Questo caso illustra chiaramente l’applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da una sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari. In quella sede, un imputato aveva concordato la pena attraverso il rito del patteggiamento (ex art. 444 c.p.p.) per una serie di reati, tra cui quelli previsti dagli articoli 624-bis, 385 e 707 del codice penale. Nonostante l’accordo sulla pena, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione avverso tale sentenza.

La Decisione della Corte e il filtro del ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione non è entrata nel merito delle doglianze sollevate dal ricorrente. La sua analisi si è fermata a uno stadio precedente, quello del cosiddetto ‘filtro di ammissibilità’. Il ricorso è stato giudicato inammissibile.

Questo significa che l’atto di impugnazione presentava vizi tali da impedirne l’esame nel merito. Le ragioni possono essere molteplici: la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge, o la proposizione di censure non consentite per quel tipo di provvedimento. L’ordinanza non specifica il motivo esatto dell’inammissibilità, ma si concentra sulle sue conseguenze dirette e inevitabili.

Le Motivazioni: L’Automatismo dell’Art. 616 c.p.p.

La motivazione della Corte è lapidaria e si fonda sulla diretta applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, con il provvedimento che dichiara inammissibile il ricorso, la parte privata che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese del procedimento.

In aggiunta, la legge impone la condanna al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, il cui importo viene fissato dal giudice. Nel caso di specie, tale somma è stata quantificata in 3.000,00 euro. La decisione non è frutto di una valutazione discrezionale nel merito, ma rappresenta una conseguenza giuridica automatica, una sanzione processuale per aver attivato inutilmente la macchina della giustizia con un’impugnazione che non poteva essere esaminata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza, pur nella sua brevità, lancia un messaggio chiaro: l’accesso al giudizio di legittimità è un diritto da esercitare con cognizione e responsabilità. Un ricorso inammissibile non è solo un’azione processuale inefficace, ma comporta anche un costo economico tangibile per il ricorrente. Questa pronuncia ribadisce la funzione deflattiva e sanzionatoria dell’art. 616 c.p.p., volta a scoraggiare impugnazioni dilatorie, pretestuose o tecnicamente errate. Per i cittadini e i loro difensori, ciò sottolinea l’importanza cruciale di una valutazione attenta e scrupolosa dei presupposti di ammissibilità prima di intraprendere la strada del ricorso in Cassazione.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene automaticamente condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie per un importo di 3.000,00 euro.

La condanna al pagamento di una somma alla cassa delle ammende è una scelta del giudice?
No, la condanna al pagamento sia delle spese processuali sia della somma per la cassa delle ammende è una conseguenza obbligatoria per legge quando un ricorso viene dichiarato inammissibile. Il giudice ha solo il compito di determinare l’importo della somma da versare alla cassa.

Il provvedimento analizzato entra nel merito dei motivi del ricorso?
No, l’ordinanza non esamina il contenuto o la fondatezza dei motivi del ricorso. La dichiarazione di inammissibilità è una decisione preliminare che blocca l’esame nel merito, poiché l’atto di impugnazione è stato ritenuto privo dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere giudicato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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