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Ricorso inammissibile concordato: limiti e motivi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una sentenza di ‘concordato in appello’. La decisione chiarisce che il ricorso è limitato a vizi specifici sulla formazione dell’accordo, escludendo doglianze sul merito della causa. L’analisi del caso sottolinea i limiti del ricorso inammissibile concordato, confermando la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile Concordato: la Cassazione Fissa i Paletti

L’istituto del ‘concordato in appello’, previsto dall’art. 599 bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso, ma quali sono i limiti per impugnare la sentenza che ne deriva? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini del ricorso inammissibile concordato, specificando i motivi per cui può essere proposto e sbarrando la strada a doglianze di carattere generale. Questa pronuncia offre un’importante lezione sulla stabilità delle decisioni basate su un accordo tra le parti.

Il Caso in Analisi: un Ricorso contro la Confisca

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato condannato per un reato previsto dalla legge sugli stupefacenti (art. 73, d.P.R. 309/1990). La sentenza impugnata era stata emessa dalla Corte d’Appello proprio a seguito di un ‘concordato’, ovvero un accordo sulla pena. L’imputato, tuttavia, decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando una questione specifica relativa alla confisca del denaro disposta nei suoi confronti.

I Limiti del Ricorso e la Pronuncia di Inammissibilità

La Corte di Cassazione ha immediatamente dichiarato il ricorso inammissibile concordato perché basato su motivi non consentiti dalla legge. I giudici hanno ribadito un principio consolidato, richiamando anche una precedente sentenza (n. 30990/2018): il ricorso contro una sentenza emessa ex art. 599 bis c.p.p. è un’eccezione e può essere proposto solo per ragioni ben precise.

Le uniche doglianze ammissibili sono quelle che riguardano:
1. La formazione della volontà della parte di accedere al concordato (ad esempio, se il consenso è stato viziato).
2. Il consenso del Procuratore Generale alla richiesta di accordo.
3. Un contenuto difforme della pronuncia del giudice rispetto all’accordo raggiunto tra le parti.

Qualsiasi altro motivo, come le lamentele relative a motivi a cui si è rinunciato con l’accordo o la mancata valutazione delle condizioni per un proscioglimento immediato (ex art. 129 c.p.p.), non può essere fatto valere in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La motivazione della Corte è lineare e rigorosa. Accettando il concordato, l’imputato di fatto rinuncia a far valere gran parte dei motivi di appello, cristallizzando la propria posizione processuale in cambio di una ridefinizione della pena. Permettere un ricorso per motivi diversi da quelli strettamente legati alla validità dell’accordo stesso significherebbe vanificare la funzione e la natura dell’istituto. Le censure mosse dal ricorrente nel caso di specie, relative alla confisca, non rientravano in nessuna delle tre categorie ammesse, configurandosi come una critica nel merito della decisione, ormai preclusa dall’accordo sottoscritto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La decisione in esame ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, rafforza la stabilità delle sentenze emesse a seguito di concordato, garantendo la certezza del diritto. In secondo luogo, serve da monito per la difesa: la scelta di accedere al concordato in appello deve essere ponderata attentamente, poiché comporta una rinuncia quasi totale a future impugnazioni. La conseguenza di un ricorso proposto per motivi non consentiti, come avvenuto in questo caso, è la dichiarazione di inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

È sempre possibile fare ricorso in Cassazione contro una sentenza di ‘concordato in appello’?
No, non è sempre possibile. Il ricorso è ammesso solo per specifici e limitati motivi previsti dalla legge, e non per contestare il merito della decisione.

Quali sono gli unici motivi validi per impugnare una sentenza emessa a seguito di concordato in appello?
I motivi ammessi riguardano esclusivamente eventuali vizi nella formazione della volontà delle parti di accedere all’accordo, vizi nel consenso del Procuratore Generale, oppure un contenuto della sentenza del giudice non conforme all’accordo raggiunto.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il caso nel merito. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione non consentita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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