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Ricorso inammissibile: coltivazione e spese legali

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per coltivazione di marijuana. I motivi sono stati giudicati generici, ripetitivi e tesi a ottenere un riesame dei fatti non consentito in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando Appellarsi in Cassazione è un Errore Costoso

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede rigore e precisione. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un’impugnazione mal formulata possa trasformarsi in un ricorso inammissibile, con significative conseguenze economiche per chi lo propone. Il caso in esame riguarda una condanna per coltivazione di sostanze stupefacenti, ma i principi espressi sono applicabili a un’ampia gamma di procedimenti penali.

I Fatti del Caso

Il procedimento ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di coltivazione di marijuana. L’imputato, non accettando la decisione della Corte d’Appello, ha deciso di presentare ricorso in Cassazione. I motivi dell’appello si concentravano su tre punti principali: la richiesta di riconoscere l’ipotesi di reato di minore gravità (prevista dal comma 5 dell’art. 73 del Testo Unico Stupefacenti), l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e una contestazione sulla ritenuta recidiva.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, esaminati i motivi, ha emesso un’ordinanza secca e decisa: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma le blocca alla soglia della discussione, ritenendole non idonee a essere esaminate. La conseguenza diretta è la conferma definitiva della condanna d’appello e l’aggiunta di ulteriori oneri finanziari per il ricorrente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su ragioni procedurali molto precise, che evidenziano gli errori commessi nella redazione del ricorso. I motivi sono stati giudicati inammissibili principalmente per due ragioni.

Genericità e Mancato Confronto

In primo luogo, i motivi sono stati definiti ‘generici e meramente reiterativi’. Questo significa che il ricorrente si è limitato a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza però confrontarsi specificamente con la motivazione della sentenza d’appello. In pratica, non ha spiegato perché il ragionamento dei giudici di secondo grado fosse sbagliato, ma ha solo ripetuto la sua versione. Un ricorso in Cassazione deve, invece, demolire la struttura logico-giuridica della sentenza impugnata, non ignorarla.

Tentativo di Riesame del Fatto

In secondo luogo, la Corte ha rilevato che, attraverso i motivi proposti, il ricorrente tendeva a ‘sollecitare una diversa valutazione delle prove e, sostanzialmente, una non consentita diversa ricostruzione dei fatti’. Questo è un errore cruciale. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è rivalutare le prove (come testimonianze o perizie) per decidere chi ha ragione, ma solo verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica e non contraddittoria. Chiedere alla Cassazione di riconsiderare i fatti è un’operazione non permessa, che porta inevitabilmente a un ricorso inammissibile.

Le Conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile

La dichiarazione di inammissibilità ha conseguenze molto concrete. Oltre a rendere definitiva la condanna, comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. A ciò si aggiunge un’ulteriore sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende. Questa sanzione ha lo scopo di disincentivare ricorsi palesemente infondati o dilatori. Questo caso, quindi, funge da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente che sappia valutare non solo se ci sono motivi per ricorrere, ma soprattutto se questi motivi sono conformi alle strette regole del giudizio di legittimità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano generici, si limitavano a ripetere argomentazioni già respinte, non si confrontavano con la motivazione della sentenza d’appello e chiedevano un riesame delle prove e dei fatti, attività non consentita alla Corte di Cassazione.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che in questo caso ammonta a tremila euro, da versare in favore della Cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove di un processo?
No, sulla base di questa ordinanza, si conferma che la Corte di Cassazione non può effettuare una nuova valutazione delle prove o una diversa ricostruzione dei fatti. Il suo ruolo è limitato al controllo della corretta applicazione della legge e della logicità della motivazione della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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