LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: Cassazione su pene sostitutive

Un’ordinanza della Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per spaccio. I motivi, relativi alla determinazione della pena e al diniego delle pene sostitutive, sono stati giudicati generici e reiterativi. La Corte ha confermato la decisione di merito, sottolineando come la valutazione del pericolo di recidiva spetti al giudice di merito. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una somma alla cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Decisione di Merito

Presentare un ricorso in Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una terza occasione per ridiscutere i fatti. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato dalla Suprema Corte, specialmente quando i motivi sono generici. Questo caso evidenzia l’importanza di formulare censure specifiche e pertinenti, anziché limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi precedenti.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Napoli per condotte di spaccio. L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione basandosi su due principali doglianze:

1. La determinazione della pena, a suo dire eccessiva perché superiore al minimo edittale senza un’adeguata motivazione.
2. La mancata applicazione delle pene sostitutive previste dall’art. 20-bis del codice penale, che avrebbero potuto evitargli il carcere.

L’imputato sosteneva che la Corte d’Appello non avesse valutato correttamente le circostanze per concedere un trattamento sanzionatorio più mite.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, non solo la condanna è diventata definitiva, ma il ricorrente è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Le Motivazioni: la Genericità dei Motivi del Ricorso Inammissibile

La Corte ha spiegato in modo dettagliato perché il ricorso non potesse essere accolto. Le motivazioni si concentrano sulla natura delle censure sollevate, giudicate inadeguate per un giudizio di legittimità.

Il primo motivo, relativo alla quantificazione della pena, è stato ritenuto inammissibile perché le critiche erano aspecifiche e reiterative. Il ricorrente si era limitato a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello. La Corte di Cassazione ha ribadito che la valutazione della gravità del fatto e la conseguente determinazione della pena sono compiti del giudice di merito. La Suprema Corte può intervenire solo se la motivazione è palesemente illogica o contraddittoria, vizi che in questo caso non sono stati riscontrati.

Anche il secondo motivo, riguardante le pene sostitutive, è stato giudicato generico. La Corte d’Appello aveva motivato congruamente il proprio diniego, basandosi sul pericolo di recidiva. Tale pericolo era stato desunto dai precedenti specifici dell’imputato e dalle modalità concrete dei fatti. La Cassazione ha sottolineato che questa valutazione rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito e non può essere oggetto di una nuova e autonoma valutazione in sede di legittimità, a meno di evidenti vizi logici, qui assenti.

Infine, la Corte ha considerato irrilevante anche una memoria difensiva successiva, in quanto si limitava a riproporre le medesime censure già giudicate inammissibili.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso per Cassazione

Questa ordinanza è un monito fondamentale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel quale si possono ridiscutere i fatti o le valutazioni discrezionali dei giudici di merito. Per evitare una dichiarazione di ricorso inammissibile, è essenziale che i motivi di impugnazione siano specifici, tecnici e mirati a individuare precisi errori di diritto o vizi logici nella motivazione della sentenza impugnata. Ripetere argomentazioni già respinte o formulare critiche generiche non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche ulteriori conseguenze economiche per il ricorrente.

Per quale motivo principale la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi erano generici, non specifici e si limitavano a ripetere argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza individuare vizi di legittimità o palesi illogicità nella sentenza impugnata.

È possibile contestare in Cassazione la decisione del giudice di non concedere le pene sostitutive?
Sì, ma solo se la motivazione del giudice di merito presenta vizi logici evidenti o contraddizioni. La valutazione sul pericolo di recidiva, che giustifica il diniego, è un giudizio discrezionale che la Cassazione non può riesaminare nel merito se è supportato da una motivazione congrua, come avvenuto in questo caso.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende. In questa specifica ordinanza, la somma è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati