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Ricorso inammissibile: Cassazione su art. 341-bis c.p.

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per il reato previsto dall’art. 341-bis c.p. Le motivazioni del ricorso sono state giudicate generiche e manifestamente infondate. La Corte ha confermato la logicità della sentenza d’appello, anche riguardo alla recidiva, che ha impedito la prescrizione del reato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti dell’Appello Penale

L’ordinamento giuridico prevede diversi gradi di giudizio per garantire il diritto di difesa, ma l’accesso a tali strumenti è subordinato a precisi requisiti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze di un ricorso inammissibile, sottolineando l’importanza di formulare censure specifiche e non meramente generiche. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere quando e come un’impugnazione può essere rigettata ancor prima di un esame nel merito.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. La sentenza di secondo grado aveva confermato la condanna di un imputato per il reato previsto dall’articolo 341-bis del codice penale (oltraggio a un pubblico ufficiale). Il ricorrente, tramite il suo legale, ha tentato di contestare la decisione, portando la questione dinanzi alla Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Di conseguenza, non solo la condanna è diventata definitiva, ma il ricorrente è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione, seppur concisa, si fonda su principi cardine della procedura penale.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali. In primo luogo, ha ritenuto che il motivo di ricorso fosse viziato da genericità e manifesta infondatezza. Le censure mosse alla sentenza d’appello non erano specifiche, ma si limitavano a contestazioni astratte senza un reale confronto con le argomentazioni logiche, coerenti e puntuali sviluppate dai giudici di secondo grado per affermare la responsabilità penale dell’imputato.

In secondo luogo, un aspetto cruciale ha riguardato la questione della prescrizione. La Corte d’Appello aveva correttamente considerato la sussistenza della recidiva reiterata, una circostanza che incide sui tempi necessari per l’estinzione del reato. Proprio grazie a tale accertamento, il reato non risultava prescritto al momento della celebrazione del processo d’appello. La Cassazione ha validato questa impostazione, confermando che la motivazione della corte territoriale era immune da vizi. Un ricorso inammissibile, in questo contesto, è la naturale conseguenza di un’impugnazione che non riesce a scalfire la solidità logico-giuridica della decisione impugnata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: l’impugnazione non è un mero tentativo di prolungare i tempi del processo, ma uno strumento che richiede rigore e specificità. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è essenziale che le censure siano mirate a individuare vizi concreti nella motivazione della sentenza precedente, e non si limitino a una generica riproposizione delle proprie tesi difensive. La condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria funge da deterrente contro ricorsi presentati con finalità puramente dilatorie o senza adeguato fondamento giuridico, tutelando l’efficienza del sistema giudiziario.

Perché il ricorso presentato alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Perché i motivi presentati erano generici e manifestamente infondati, non contestando in modo specifico e puntuale le argomentazioni logiche e coerenti della sentenza di appello.

Quale ruolo ha avuto la recidiva reiterata in questa decisione?
La recidiva reiterata, correttamente accertata dalla Corte d’Appello, ha impedito che il reato si estinguesse per prescrizione prima della celebrazione del processo di secondo grado, rendendo la condanna ancora valida.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento di tutte le spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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