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Ricorso Inammissibile: Cassazione su Art. 337 c.p.

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.). La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso erano generici e riproducevano censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi con le argomentazioni della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione è Destinato a Fallire

Presentare un ricorso in Corte di Cassazione richiede precisione e rigore. Non basta essere in disaccordo con una sentenza di condanna; è necessario articolare critiche specifiche e pertinenti. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile per genericità dei motivi porti non solo alla conferma della condanna, ma anche a sanzioni aggiuntive. L’ordinanza n. 11299/2024 analizza un caso di resistenza a pubblico ufficiale, sottolineando i requisiti essenziali per un’impugnazione efficace.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 337 del codice penale. Dopo la conferma della sentenza in secondo grado da parte della Corte d’Appello di Catania, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, contestando l’affermazione della sua responsabilità penale. L’obiettivo era ottenere l’annullamento della condanna, sostenendo che la Corte territoriale avesse errato nella sua valutazione.

L’Analisi della Corte e il Principio del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, nell’esaminare l’impugnazione, ha subito rilevato una carenza fondamentale. Le doglianze presentate dall’imputato sono state qualificate come ‘generiche’. In pratica, l’atto di ricorso si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza però confrontarsi criticamente con le motivazioni con cui la Corte d’Appello le aveva rigettate. Questo approccio rende il ricorso inammissibile, poiché la Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma un organo che giudica la corretta applicazione della legge e la logicità delle motivazioni delle sentenze precedenti. La sentenza impugnata, secondo i giudici supremi, aveva già adeguatamente analizzato tutti gli elementi del reato, compreso l’aspetto psicologico, e aveva escluso la presenza delle condizioni per applicare la causa di non punibilità della reazione ad atti arbitrari (art. 393-bis c.p.).

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale dell’ordinanza risiede nel principio secondo cui un ricorso per Cassazione deve contenere critiche specifiche e puntuali alla sentenza che si intende impugnare. Non è sufficiente una mera ‘enunciazione riproduttiva’ di censure già vagliate. Il ricorrente ha il dovere di ‘misurarsi’ con l’apparato argomentativo del giudice di secondo grado, evidenziando in modo chiaro dove e perché tale ragionamento sarebbe errato. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione ‘puntuale e logica’ per confermare la condanna. Il ricorso, non riuscendo a scalfire questa costruzione logico-giuridica, è stato di conseguenza giudicato privo dei requisiti minimi per essere esaminato nel merito. La Corte ha quindi proceduto a dichiarare il ricorso inammissibile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa decisione ribadisce un’importante lezione per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: la specificità dei motivi è un requisito non negoziabile. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per l’imputato, ma comporta anche conseguenze economiche negative. L’ordinanza, infatti, condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Per gli avvocati, ciò sottolinea la necessità di redigere atti di impugnazione che vadano oltre la semplice riproposizione di tesi difensive, concentrandosi invece sull’individuazione di vizi specifici di legittimità nella sentenza contestata.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché i motivi presentati erano generici e si limitavano a riproporre le stesse censure già valutate e respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi in modo specifico con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Qual era il reato per cui l’imputato era stato condannato?
L’imputato era stato condannato per il reato di resistenza a un pubblico ufficiale, previsto e punito dall’articolo 337 del codice penale.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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