LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: Cassazione e spese processuali

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per furto aggravato. Il ricorso era basato su una presunta violazione procedurale, ovvero la mancata notifica al difensore di fiducia. La Corte ha rigettato il ricorso definendolo una mera ripetizione di motivi già disattesi in appello e manifestamente infondato, dato che gli atti processuali dimostravano la corretta e tempestiva comunicazione all’avvocato, il quale aveva poi rinunciato al mandato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma la Condanna e le Spese

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile. Con questa pronuncia, i giudici supremi non solo respingono le doglianze di un imputato, ma delineano anche i principi procedurali che portano a tale esito, con importanti implicazioni economiche per chi tenta di impugnare una sentenza senza validi motivi. Il caso riguarda un uomo condannato per furto aggravato, il quale ha tentato di contestare la sentenza d’appello lamentando una presunta violazione delle norme sulla notifica al suo difensore di fiducia.

I Fatti di Causa: Dalla Condanna in Appello al Ricorso per Cassazione

La vicenda processuale ha origine da una condanna per furto aggravato dalla recidiva e dalla violenza sulle cose, emessa dal Tribunale di Busto Arsizio. La Corte d’Appello di Milano, pur rideterminando la pena in senso più favorevole all’imputato (in mitius), aveva confermato la sua responsabilità penale.

L’imputato decideva quindi di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, affidando la sua difesa a un unico motivo: la presunta violazione dell’articolo 450, commi 3 e 5, del codice di procedura penale. Sosteneva, in pratica, che il suo avvocato di fiducia non fosse stato tempestivamente avvisato del suo arresto e dell’udienza di convalida, minando così il suo diritto di difesa.

L’Analisi della Corte: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato il motivo di ricorso e lo ha ritenuto manifestamente infondato, arrivando a una dichiarazione di ricorso inammissibile. L’analisi dei giudici si è concentrata su due aspetti fondamentali.

La Pedissequa Reiterazione dei Motivi d’Appello

In primo luogo, la Corte ha osservato che i motivi presentati in Cassazione non erano altro che una “pedissequa reiterazione” di quelli già sollevati e puntualmente respinti dalla Corte d’Appello. Questo vizio è di per sé sufficiente a rendere un ricorso inammissibile, poiché il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito dove poter riproporre le stesse identiche argomentazioni già valutate.

La Prova della Corretta Notifica al Difensore

Entrando nel merito della questione, i giudici hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse correttamente fatto riferimento agli atti processuali, in particolare al verbale di arresto del 15 gennaio 2022. Da tale documento emergeva in modo inequivocabile che:
1. Era stata data tempestiva comunicazione dell’arresto e della citazione per l’udienza di convalida al difensore di fiducia nominato.
2. A tale comunicazione era seguita anche una telefonata all’avvocato.
3. Successivamente, lo stesso avvocato aveva inviato una mail con la quale rinunciava formalmente al mandato, come confermato da una mail di risposta dello stesso giorno.

Di fronte a tali evidenze documentali, la doglianza dell’imputato si è rivelata priva di qualsiasi fondamento.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, basandosi su questi elementi, ha motivato la sua decisione di inammissibilità. Ha inoltre specificato, richiamando l’art. 611 del codice di procedura penale, di non aver potuto tenere conto delle conclusioni difensive pervenute lo stesso giorno dell’udienza, e quindi tardivamente. La dichiarazione di ricorso inammissibile comporta, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., due conseguenze dirette per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma alla Cassa delle ammende.

La Corte ha ritenuto equo determinare tale somma in tremila euro, giustificando la condanna sulla base di evidenti “profili di colpa” del ricorrente. La colpa, come chiarito dalla giurisprudenza costituzionale e di legittimità citata (Corte cost. 186/2000; Cass. Pen. 30247/2016), risiede nell’aver proposto un’impugnazione la cui inammissibilità era palese e prevedibile, abusando così dello strumento processuale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non è un’opportunità per ridiscutere il merito dei fatti, né per riproporre argomenti già vagliati e respinti. L’impugnazione deve basarsi su vizi specifici della sentenza e motivi fondati, pena la dichiarazione di ricorso inammissibile. Le conseguenze non sono solo procedurali, ma anche economiche, con l’obbligo di risarcire lo Stato per l’inutile dispendio di risorse giudiziarie. La decisione serve da monito sull’importanza di valutare attentamente i presupposti di un’impugnazione prima di adire la Suprema Corte.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, come nel caso di specie, i motivi presentati sono una mera e pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi, oppure quando sono manifestamente infondati perché smentiti dagli atti processuali.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, se sussistono profili di colpa, al versamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

La prova della corretta comunicazione al difensore di fiducia può essere tratta dagli atti processuali?
Sì, la Corte ha stabilito che gli atti processuali, come il verbale di arresto, fanno piena prova dell’avvenuta e tempestiva comunicazione al difensore. In questo caso, gli atti dimostravano non solo la comunicazione, ma anche una successiva telefonata e la rinuncia al mandato da parte del legale, rendendo infondata la doglianza del ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati