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Ricorso inammissibile: Cassazione e sanzioni pecuniarie

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. Questa decisione procedurale ha impedito l’esame del merito della questione e ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Penale

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano, ma l’accesso non è automatico. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci ricorda le severe conseguenze di un ricorso inammissibile, una decisione che ferma il processo sul nascere e comporta sanzioni economiche per il proponente. Analizziamo questo caso per capire meglio la funzione della Cassazione e i requisiti per adirla correttamente.

Il Percorso Giudiziario del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo. Un imputato, ritenendosi leso da tale decisione, ha scelto di presentare ricorso per Cassazione, sperando in una riforma della sentenza di secondo grado. Il caso è stato quindi assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte per la valutazione preliminare sulla sua ammissibilità.

La Decisione della Suprema Corte: La Dichiarazione di Inammissibilità

All’udienza del 4 giugno 2025, la Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha emesso la sua decisione tramite ordinanza. L’esito è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa pronuncia ha impedito ai giudici di entrare nel merito della questione, ovvero di valutare se la Corte d’Appello avesse giudicato correttamente o meno. La decisione si è fermata a un livello preliminare, quello del rispetto delle regole procedurali per l’accesso al giudizio di legittimità.

Le Conseguenze Economiche del Ricorso Inammissibile

La declaratoria di inammissibilità non è una mera formalità, ma produce effetti concreti e onerosi per chi ha presentato l’impugnazione. La Corte, infatti, ha condannato il ricorrente a due pagamenti distinti:

1. Le spese processuali: il ricorrente deve farsi carico dei costi legati al procedimento di Cassazione da lui stesso avviato.
2. Una somma a favore della Cassa delle ammende: è stata disposta una sanzione pecuniaria di tremila euro. Questa somma non è un risarcimento, ma una sanzione volta a scoraggiare ricorsi presentati senza un fondamento giuridico solido, che congestionano inutilmente il lavoro della Suprema Corte.

Le Motivazioni e le Conclusioni

Sebbene l’estratto dell’ordinanza non dettagli le specifiche ragioni dell’inammissibilità, possiamo dedurre i principi generali. Un ricorso in Cassazione è inammissibile quando, ad esempio, non denuncia vizi di legittimità (cioè violazioni di legge), ma tenta di ottenere un nuovo giudizio sui fatti, oppure quando i motivi sono generici o manifestamente infondati. La decisione ribadisce un principio fondamentale: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un organo che garantisce l’uniforme interpretazione e applicazione della legge. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria serve come monito: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità, consapevolezza e il supporto di una difesa tecnica qualificata, per evitare di incorrere in costi significativi e in una pronuncia che chiude definitivamente le porte a ogni ulteriore riesame.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non esamina la fondatezza delle richieste (il merito), perché l’atto di impugnazione manca dei requisiti formali e sostanziali richiesti dalla legge per poter essere giudicato.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Secondo l’ordinanza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

La Corte ha valutato se la sentenza della Corte d’Appello fosse giusta o sbagliata?
No. Una dichiarazione di inammissibilità impedisce alla Corte di Cassazione di entrare nel merito della questione. L’analisi si è conclusa con la verifica del rispetto delle regole procedurali del ricorso, senza valutare la correttezza della decisione impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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