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Ricorso inammissibile: Cassazione e requisiti

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di evasione. I motivi del ricorso sono stati ritenuti generici e meramente riproduttivi di censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, la cui sentenza è stata giudicata corretta e priva di vizi logici. Di conseguenza, la condanna è stata confermata con l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria al ricorrente.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando l’impugnazione non supera il vaglio della Cassazione

Presentare un ricorso in Cassazione richiede un’attenzione meticolosa ai requisiti di forma e sostanza. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la mancanza di specificità nei motivi di impugnazione porti a una declaratoria di ricorso inammissibile, con la conseguente conferma della condanna e l’addebito di ulteriori spese. Questo principio è fondamentale per comprendere la logica del giudizio di legittimità, che non è una terza istanza di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano per il reato di evasione, previsto dall’articolo 385 del codice penale. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione, proponeva ricorso per Cassazione affidandosi a diverse censure. Il ricorso era volto a smontare l’impianto accusatorio sia sotto il profilo della responsabilità penale sia riguardo al trattamento sanzionatorio applicato.

I Motivi del Ricorso e il giudizio sul ricorso inammissibile

L’imputato ha articolato il proprio ricorso su tre punti principali:

1. Sussistenza della responsabilità: Veniva contestata la valutazione della Corte d’Appello riguardo alla colpevolezza, inclusa la sussistenza dell’elemento psicologico del reato.
2. Mancata applicazione della causa di non punibilità: Si lamentava il mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 131-bis c.p., che avrebbe escluso la punibilità.
3. Trattamento sanzionatorio: Si criticava la decisione di non applicare le attenuanti generiche e la gestione della recidiva, ritenendo la pena eccessiva.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha riscontrato una criticità fondamentale che ha pregiudicato l’intero ricorso: la genericità e la natura meramente riproduttiva dei motivi presentati.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con un’ordinanza sintetica ma incisiva, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità dell’impugnazione stessa.

le motivazioni

La Corte ha spiegato che tutti i motivi di ricorso erano privi del requisito della specificità. In altre parole, l’imputato si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte in modo logico e corretto dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha sottolineato che il giudice di secondo grado aveva già fornito risposte adeguate e non illogiche a tutte le censure, sia per quanto riguarda l’accertamento della responsabilità, sia per il diniego della causa di non punibilità. Anche le doglianze sul trattamento sanzionatorio sono state ritenute generiche, poiché la Corte d’Appello aveva ampiamente motivato la sua decisione basandosi sulla “stabilità della progettualità criminale” e sull’assenza di elementi positivi a favore dell’imputato.

Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, non può essere una semplice ripetizione delle argomentazioni precedenti; deve, invece, individuare con precisione i vizi logici o giuridici specifici della sentenza impugnata. In assenza di tale specificità, il ricorso si trasforma in una richiesta di rivalutazione del merito dei fatti, compito che esula dalle competenze della Corte di Cassazione.

le conclusioni

Le conseguenze della declaratoria di inammissibilità sono severe. La sentenza di condanna della Corte d’Appello diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce un principio cruciale per ogni difensore: il ricorso per Cassazione è uno strumento tecnico che richiede un’elevata specificità. Non è sufficiente dissentire dalla decisione di merito; è necessario dimostrare, con argomenti puntuali e pertinenti, dove e perché il giudice precedente abbia commesso un errore di diritto o un vizio logico manifesto. In caso contrario, il risultato sarà, come in questo caso, un inevitabile ricorso inammissibile.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Sulla base del provvedimento, un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi sono privi di specificità, ovvero si limitano a riproporre le stesse argomentazioni già adeguatamente valutate e respinte dal giudice del merito, senza individuare vizi logici o giuridici puntuali nella sentenza impugnata.

Quali sono state le ragioni per cui la Corte non ha riconsiderato le richieste dell’imputato, come l’applicazione delle attenuanti?
La Corte ha ritenuto le doglianze generiche perché la Corte d’Appello aveva già ampiamente e logicamente argomentato le proprie decisioni, motivando la negazione delle attenuanti sulla base della ‘stabilità della progettualità criminale’ e dell’assenza di elementi positivi valutabili a favore del ricorrente.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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