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Ricorso inammissibile: Cassazione e pena generica

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una condanna per ricettazione. Le censure sulla dosimetria della pena sono state giudicate generiche e assertive, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando le Censure Generiche Non Bastano

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione affronta i ricorsi basati su motivi vaghi e non specificati, specialmente quando l’oggetto della contestazione è la quantificazione della pena. Un ricorso inammissibile è spesso la conseguenza di un’impugnazione che non rispetta i rigidi requisiti formali e sostanziali richiesti nel giudizio di legittimità. Questo caso, riguardante il reato di ricettazione, sottolinea l’importanza di formulare censure precise e ben argomentate.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato per il reato di cui all’art. 648 del codice penale (ricettazione), proponeva ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la sua responsabilità penale. L’impugnazione si concentrava esclusivamente su un aspetto: la dosimetria della pena. Il ricorrente sosteneva che la sanzione inflitta fosse ingiusta, ma lo faceva attraverso argomentazioni che la Suprema Corte ha poi definito “generiche ed assertive”.

L’Oggetto del Contendere

Il nucleo della questione non era la colpevolezza dell’imputato, già accertata nei precedenti gradi di giudizio, ma la congruità della pena applicata. La difesa del ricorrente criticava la valutazione del giudice d’appello, ritenendola inadeguata. Tuttavia, come vedremo, la modalità con cui tali critiche sono state presentate si è rivelata fatale per l’esito del ricorso.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione sollevata (ovvero se la pena fosse o meno congrua), ma si ferma a un livello preliminare. La Corte ha stabilito che i motivi presentati dal ricorrente non possedevano i requisiti minimi per poter essere esaminati nel giudizio di legittimità.

Le Conseguenze Economiche della Decisione

A seguito della declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è una conseguenza tipica in caso di ricorsi temerari o palesemente infondati, con lo scopo di disincentivare impugnazioni dilatorie.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su un principio consolidato della procedura penale: i motivi di ricorso in Cassazione devono essere specifici e non meramente assertivi. Nel caso di specie, il ricorrente si è limitato a criticare la dosimetria della pena senza contrapporre argomentazioni concrete e puntuali alla motivazione, peraltro “ampiamente argomentata nella sua congruità”, fornita dal giudice di secondo grado. La Cassazione ha ritenuto che le censure fossero talmente generiche da non poter “trovare cittadinanza nel giudizio di legittimità”. Il ruolo della Suprema Corte, infatti, non è quello di riesaminare i fatti o le valutazioni discrezionali del giudice di merito, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Un ricorso che si limita a riproporre le stesse doglianze senza un’analisi critica della sentenza impugnata è destinato all’inammissibilità.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: non è sufficiente lamentare un’ingiustizia, ma è necessario dimostrare un vizio di legge o un’illogicità manifesta nella motivazione della sentenza impugnata. Le critiche devono essere circostanziate, specifiche e capaci di incrinare la struttura logico-giuridica della decisione contestata. In materia di dosimetria della pena, dove il giudice di merito gode di ampia discrezionalità, il controllo di legittimità è ancora più stringente. Un ricorso fondato su affermazioni generiche non solo non ha speranza di accoglimento, ma espone il ricorrente a significative conseguenze economiche, come la condanna alle spese e al pagamento di una sanzione alla Cassa delle ammende. Pertanto, la redazione di un ricorso per Cassazione richiede massima precisione e rigore tecnico-giuridico.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure relative alla dosimetria della pena sono state ritenute generiche ed assertive, prive della specificità necessaria per essere esaminate nel giudizio di legittimità.

Qual era l’oggetto principale del ricorso presentato alla Corte di Cassazione?
L’oggetto del ricorso era esclusivamente la dosimetria della pena, ovvero la congruità della sanzione inflitta all’imputato dalla Corte d’appello.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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