Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Caro
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un momento cruciale in cui si contesta la legittimità di una decisione. Tuttavia, come dimostra una recente ordinanza, non basta semplicemente impugnare una sentenza: è necessario farlo in modo specifico e argomentato. Un ricorso inammissibile non solo vanifica la possibilità di revisione, ma comporta anche conseguenze economiche significative. Analizziamo una decisione che illustra perfettamente questo principio.
I Fatti del Caso: La Condanna per Furto
Il caso ha origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Roma. Un individuo era stato riconosciuto colpevole per due episodi di furto, uno tentato e l’altro consumato, commessi all’interno di un luogo di privata dimora. Ritenendo ingiusta la sentenza, l’imputato ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, l’organo supremo della giurisdizione italiana.
Il Motivo del Ricorso: Una Critica Astratta
L’imputato ha basato il suo ricorso su un unico motivo: la violazione di legge e il vizio di motivazione in merito alla sua responsabilità. In sostanza, contestava le fondamenta della sua condanna. Tuttavia, la sua impugnazione non è entrata nel dettaglio delle argomentazioni sviluppate dalla Corte d’Appello. Si è limitata a formulare critiche generiche, senza un confronto diretto e puntuale con il ragionamento espresso dai giudici di secondo grado.
La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, esaminato il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si concentra esclusivamente sulla correttezza procedurale e sulla validità dei motivi di impugnazione. La Corte ha stabilito che un ricorso non può limitarsi a riproporre le proprie tesi in modo astratto, ma deve smontare pezzo per pezzo il ragionamento della sentenza che si intende contestare.
Le Motivazioni della Cassazione
I giudici della Suprema Corte hanno spiegato che il motivo di ricorso si esauriva in “meri assunti astratti privi di confronto critico con il tessuto argomentativo della sentenza impugnata”. Questo linguaggio tecnico significa che l’avvocato del ricorrente non ha adeguatamente spiegato perché la motivazione della Corte d’Appello fosse sbagliata, limitandosi a enunciare principi generali. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si rivalutano i fatti, ma un giudice di legittimità che verifica la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Un ricorso generico non permette di svolgere questa funzione.
Di conseguenza, non solo la condanna è diventata definitiva, ma il ricorrente è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro da versare alla Cassa delle ammende.
Conclusioni: L’Importanza di un Ricorso Specifico
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la specificità dei motivi di ricorso. Chi impugna una sentenza deve impegnarsi in un dialogo critico con le motivazioni del giudice precedente, indicando con precisione dove e perché la decisione sarebbe errata. Presentare un ricorso vago e astratto equivale a non presentarlo affatto, con l’aggravante di subire una condanna economica aggiuntiva. Per i cittadini, ciò sottolinea l’importanza di affidarsi a professionisti legali che sappiano articolare difese tecniche puntuali e non generiche, specialmente nelle delicate fasi di impugnazione.
 
Per quale motivo il ricorso è stato presentato alla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato proposto da un imputato avverso la sentenza della Corte d’Appello di Roma che aveva confermato la sua condanna per due episodi di furto (uno tentato e uno consumato) in luogo di privata dimora.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché l’unico motivo presentato era basato su “meri assunti astratti”, privi di un confronto critico e specifico con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata.
Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
 
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 7795 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7   Num. 7795  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 07/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a SANTIAGO DEL CILE( CILE) il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 12/07/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che l’imputato NOME ricorre avverso la sentenza con cui la Corte di appello di Roma ne ha confermato la condanna per due episodi di furto (tentato e consumato) in luogo di privata dimora;
Considerato che l’unico motivo di ricorso, che deduce violazione di legge e vizio di motivazione in punto di responsabilità, si esaurisce in meri assunti astratti privi di confronto critico con il tessuto argomentativo della sentenza impugnata;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 07/02/2024