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Ricorso inammissibile: Cassazione e motivi generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in un caso di tentato furto aggravato. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi, che si limitavano a ripetere le argomentazioni già respinte in appello, violando l’obbligo di specificità. La Corte chiarisce inoltre che la restituzione della merce, in caso di tentativo, non comporta automaticamente l’applicazione dell’attenuante del danno di lieve entità.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando la forma diventa sostanza

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 6535 del 2024 offre un’importante lezione sulla redazione degli atti giudiziari, evidenziando come la mancanza di specificità possa condurre a una declaratoria di ricorso inammissibile. Questo principio, fondamentale nella procedura penale, sancisce che un’impugnazione non può essere una semplice riproposizione di vecchie argomentazioni, ma deve costituire una critica mirata e ragionata alla decisione che si contesta. Analizziamo come la Suprema Corte sia giunta a questa conclusione in un caso di tentato furto aggravato.

Il Caso: Dal Tentato Furto al Ricorso in Cassazione

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un’imputata per il reato di tentato furto aggravato, decisione confermata dalla Corte d’Appello di Roma. L’imputata ha quindi proposto ricorso per cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali: la mancata esclusione della recidiva e la mancata applicazione della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità (prevista dall’art. 62 n. 4 c.p.), nonostante la merce sottratta fosse stata restituita.

Requisiti del ricorso: perché è stato dichiarato inammissibile?

La Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le doglianze della ricorrente, qualificando il ricorso come inammissibile per diverse ragioni. In primo luogo, i motivi presentati sono stati giudicati una ‘pedissequa reiterazione’ di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla corte territoriale. In altre parole, la difesa si è limitata a ripetere le stesse argomentazioni senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata. Secondo la Corte, un ricorso così formulato è solo ‘apparente’, poiché non svolge la sua funzione tipica, che è quella di sottoporre al giudice di legittimità una critica argomentata e specifica del provvedimento contestato.

La restituzione della merce non basta per l’attenuante

Oltre ai vizi procedurali, la Corte ha ritenuto il ricorso anche ‘manifestamente infondato’ nel merito. In particolare, ha chiarito un punto cruciale riguardo la circostanza attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità. La difesa sosteneva che la restituzione della merce dovesse portare al riconoscimento dell’attenuante. La Cassazione ha però precisato che la restituzione è una conseguenza logica del fatto che il reato si è fermato allo stadio del tentativo. L’attenuante, invece, deve essere valutata in prospettiva, considerando il danno che si sarebbe prodotto se il furto fosse stato portato a compimento. La semplice non-sottrazione definitiva del bene non è quindi sufficiente a integrare l’attenuante.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte si fondano su un principio consolidato, richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite (n. 8825/2016). Un ricorso è inammissibile non solo quando è intrinsecamente vago, ma anche quando manca della ‘necessaria correlazione’ con le ragioni poste a fondamento del provvedimento impugnato. L’atto di impugnazione non può ignorare la motivazione della sentenza precedente; deve, al contrario, partire da essa per costruire una critica logico-giuridica. Nel caso di specie, la ricorrente ha seguito un ‘proprio approccio critico’ senza però esplicitare il ragionamento con cui contestava le conclusioni dei giudici d’appello, rendendo di fatto impossibile per la Cassazione valutare la fondatezza delle censure. La conseguenza è stata una condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità negli Atti Giudiziari

Questa ordinanza ribadisce l’importanza cruciale del principio di specificità dei motivi di ricorso. Per evitare una pronuncia di ricorso inammissibile, non è sufficiente dissentire dalla decisione di un giudice; è necessario articolare un’argomentazione che dialoghi direttamente con la sentenza impugnata, smontandone punto per punto il percorso logico-giuridico. La decisione serve da monito per i professionisti legali: un atto di impugnazione deve essere uno strumento di critica puntuale e non una mera riproposizione di tesi già sconfitte. La forma, in questo contesto, è essa stessa sostanza.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se non rispetta i requisiti di legge, ad esempio quando i motivi sono una mera ripetizione di quelli già presentati in appello e mancano di una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata.

La restituzione della merce in un tentato furto garantisce l’applicazione di circostanze attenuanti?
No. Secondo la Corte, la restituzione della merce è una conseguenza del fatto che il reato è rimasto allo stadio di tentativo. L’attenuante del danno di lieve entità va valutata considerando il danno potenziale che si sarebbe verificato se il furto fosse stato completato.

Cosa significa che i motivi di ricorso devono avere una ‘necessaria correlazione’ con la sentenza impugnata?
Significa che l’atto di impugnazione non può ignorare le ragioni esposte nella sentenza che si contesta. Deve invece confrontarsi direttamente con esse, sviluppando una critica puntuale e motivata per dimostrarne l’erroneità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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