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Ricorso inammissibile: Cassazione e motivazione generica

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per detenzione di banconote false e porto d’armi. I motivi sono stati giudicati generici, in quanto mere riproposizioni di argomenti già valutati e respinti in appello. La Corte ha ribadito che la sua funzione non è quella di riesaminare i fatti, ma di controllare la corretta applicazione della legge, confermando anche la legittimità del diniego delle attenuanti generiche basato sugli elementi ritenuti decisivi dal giudice di merito.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione definisce i confini del proprio giudizio, chiarendo i motivi che portano a dichiarare un ricorso inammissibile. Quando un ricorso si limita a riproporre le stesse questioni di fatto già esaminate e rigettate nei gradi precedenti, senza sollevare vizi di legittimità, la sua sorte è segnata. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere meglio i criteri di ammissibilità di un ricorso in sede di legittimità.

I Fatti del Processo

Il caso nasce dalla condanna di un individuo, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Perugia, per due distinti reati: la detenzione di banconote false, ai sensi dell’art. 455 del codice penale, e la contravvenzione di porto d’armi, prevista dall’art. 4 della legge n. 110 del 1975. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione dei giudici di merito, ha proposto ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa a tre specifici motivi.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa ha articolato il ricorso su tre punti principali:

1. Errata qualificazione del falso: Si lamentava che i giudici non avessero correttamente valutato la natura ‘grossolana’ del falso, sostenendo che le banconote fossero così palesemente contraffatte da non poter ingannare nessuno.
2. Mancata applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto: Per il solo reato di porto d’armi, si contestava la mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p., che esclude la punibilità per fatti di minima offensività.
3. Diniego delle attenuanti generiche: Infine, si criticava la decisione della Corte d’Appello di non concedere le circostanze attenuanti generiche, denunciando un’inosservanza della legge e un difetto di motivazione.

La Decisione della Corte: Il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, con l’ordinanza in commento, ha dichiarato il ricorso inammissibile nella sua interezza. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un gradino prima, sancendo che il ricorso non possedeva i requisiti minimi per essere esaminato. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni della sua decisione, fornendo importanti principi di diritto processuale.

La Genericità dei Primi Due Motivi

I primi due motivi di ricorso sono stati giudicati generici e inammissibili per una ragione fondamentale: essi non facevano altro che riproporre le medesime argomentazioni già discusse e ritenute infondate dal giudice d’appello. La Corte di Cassazione ribadisce che il suo ruolo non è quello di un ‘terzo grado’ di giudizio sui fatti, ma di un controllo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità). Proporre doglianze che si risolvono in una diversa valutazione delle prove o in una critica alla ricostruzione fattuale operata dai giudici di merito non è consentito in questa sede. La Corte d’Appello aveva già motivato adeguatamente, con puntuali richiami giurisprudenziali, il perché il falso non fosse da considerarsi ‘grossolano’ e perché non sussistessero i presupposti per la non punibilità del porto d’armi.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il terzo motivo, relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Cassazione ha richiamato un suo consolidato principio: per motivare il diniego delle attenuanti, il giudice di merito non è obbligato a prendere in considerazione e a confutare analiticamente tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti. È sufficiente che egli faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi per la sua valutazione. Nel momento in cui il giudice fonda la sua decisione su alcuni elementi specifici (ritenuti prevalenti), tutti gli altri elementi, anche se non menzionati, si considerano implicitamente superati o disattesi. La motivazione della Corte d’Appello è stata quindi giudicata logica e sufficiente.

Conclusioni: Cosa Impariamo da questa Ordinanza

Questa decisione rafforza un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione deve essere mirato a denunciare vizi di legge o palesi illogicità nella motivazione della sentenza impugnata. Non può trasformarsi in un pretesto per chiedere ai giudici di legittimità una nuova e diversa valutazione dei fatti. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di una strategia difensiva che non tiene conto dei limiti strutturali del giudizio di cassazione. La pronuncia sottolinea inoltre la discrezionalità del giudice di merito nella valutazione delle circostanze attenuanti generiche, il cui diniego, se adeguatamente motivato sulla base di elementi decisivi, è difficilmente censurabile in sede di legittimità.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici, si limitavano a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello e consistevano in doglianze sui fatti, che non possono essere riesaminati in sede di legittimità.

È sufficiente riproporre le stesse argomentazioni in Cassazione per ottenere una nuova valutazione del caso?
No. L’ordinanza chiarisce che la semplice riproposizione di argomenti già discussi e motivatamente respinti nei gradi di merito, senza l’individuazione di specifici errori di diritto o vizi logici evidenti nella sentenza, porta alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Come deve motivare un giudice il diniego delle attenuanti generiche?
Secondo il principio affermato dalla Corte, non è necessario che il giudice analizzi e confuti ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È sufficiente che la sua motivazione si basi sugli elementi ritenuti decisivi per negare la concessione delle attenuanti, poiché tale valutazione implica il superamento di tutti gli altri elementi non menzionati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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