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Ricorso inammissibile: Cassazione e motivazione generica

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per rapina e tentato omicidio. I motivi sono stati giudicati generici e volti a una non consentita rivalutazione delle prove, come la credibilità di un testimone, già adeguatamente esaminata dalla Corte d’Appello.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione non Supera il Vaglio di Ammissibilità

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano. Tuttavia, non tutti i ricorsi vengono esaminati nel merito. Un ricorso inammissibile è un appello che viene respinto preliminarmente perché non rispetta i requisiti di legge. L’ordinanza n. 4452/2024 della Suprema Corte offre un chiaro esempio di come la genericità e la richiesta di una nuova valutazione dei fatti portino inevitabilmente a tale esito.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale per reati molto gravi: rapina aggravata, tentato omicidio e minacce. La Corte d’Appello di Roma aveva successivamente confermato la responsabilità penale dell’imputato, riformando la decisione di primo grado solo per quanto riguarda l’entità della pena. Insoddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su due principali contestazioni: una presunta erronea valutazione della credibilità di un testimone e un’errata qualificazione giuridica del reato di tentato omicidio.

I Motivi del Ricorso e il Ruolo della Cassazione

L’appellante ha cercato di smontare l’impianto accusatorio criticando l’attendibilità di una testimonianza chiave. Inoltre, ha contestato la configurazione del tentato omicidio, sostenendo che i fatti non integrassero tale grave delitto. È fondamentale ricordare che la Corte di Cassazione non è un “terzo grado di giudizio” dove si può riesaminare il merito dei fatti. Il suo compito è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, senza poter entrare in una nuova valutazione delle prove, come ad esempio la credibilità di un testimone.

Le Motivazioni sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi di ricorso, dichiarandolo integralmente inammissibile.

Per quanto riguarda il primo punto, relativo alla testimonianza, i giudici hanno rilevato che le argomentazioni della difesa erano una mera riproposizione di questioni già ampiamente e logicamente confutate dalla Corte d’Appello. La sentenza di secondo grado, infatti, aveva basato la sua decisione non solo su quel singolo testimone, ma su un solido compendio probatorio che includeva plurimi riscontri, tra cui le dichiarazioni della persona offesa vittima dell’accoltellamento. Il ricorso, quindi, non faceva altro che sollecitare una rivalutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

Anche il secondo motivo, relativo al tentato omicidio, è stato giudicato inammissibile per la sua genericità. La difesa non ha formulato una critica puntuale e specifica contro le argomentazioni della Corte d’Appello, la quale aveva giustificato la qualificazione del reato basandosi, tra l’altro, sulle risultanze della certificazione clinica della vittima. Mancava, quindi, una reale correlazione critica con la motivazione della sentenza impugnata.

Le Conclusioni: Conseguenze della Inammissibilità

Alla luce di queste considerazioni, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale decisione comporta conseguenze significative per il ricorrente. In primo luogo, la condanna diventa definitiva. In secondo luogo, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista per disincentivare la proposizione di ricorsi palesemente infondati, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La decisione ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità e non può trasformarsi in un tentativo di ottenere un nuovo giudizio sul merito della vicenda.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici e si limitavano a riproporre argomenti già adeguatamente valutati e respinti dalla Corte d’Appello. Inoltre, il ricorso mirava a una nuova valutazione delle prove, un’attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione nella valutazione delle testimonianze?
La Corte di Cassazione non ha il potere di rivalutare l’attendibilità di un testimone. Il suo compito è verificare che la motivazione della sentenza dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) sia logica, coerente e non presenti palesi errori di diritto. Non può sostituire la propria valutazione a quella effettuata nei gradi precedenti.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità rende la sentenza di condanna definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, a meno che non sussistano cause di esonero, non ravvisate in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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