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Ricorso inammissibile: Cassazione e motivazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per spaccio di stupefacenti. La Corte ha stabilito che la richiesta di una nuova valutazione delle prove non è ammissibile in sede di legittimità. Inoltre, ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di merito nel negare l’attenuante del danno minimo, data la continuità dell’attività illecita, e nel giustificare una pena superiore al minimo edittale sulla base dei precedenti specifici dell’imputato.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Condanna per Spaccio

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione valuti un ricorso inammissibile, delineando i confini invalicabili tra il giudizio di merito e quello di legittimità. Il caso riguarda una condanna per spaccio continuato di sostanze stupefacenti, e la decisione della Suprema Corte ribadisce principi fondamentali sulla valutazione delle prove e sull’applicazione delle sanzioni penali.

I Fatti del Processo

L’imputato era stato condannato sia in primo grado dal Tribunale che in secondo grado dalla Corte d’Appello per una serie di episodi di cessione di sostanze stupefacenti, reato previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990. I fatti si erano svolti in un arco temporale di circa due anni, tra il 2018 e il 2019. La Corte d’Appello, in parziale riforma della prima sentenza, aveva rideterminato la pena in 2 anni e 4 mesi di reclusione e 4.000 euro di multa.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione basandosi su tre motivi principali:

1. Errata valutazione delle prove: Si contestava la conferma del giudizio di colpevolezza, sostenendo un vizio di motivazione e una violazione di legge. La difesa proponeva una rilettura alternativa delle fonti probatorie, come le dichiarazioni degli acquirenti e le intercettazioni telefoniche.
2. Mancata concessione di un’attenuante: Si lamentava il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.), ritenendo che il lucro conseguito fosse minimo.
3. Eccessività della pena: Si riteneva che la sanzione applicata fosse sproporzionata, nonostante la riduzione ottenuta in appello.

La Valutazione del ricorso inammissibile da parte della Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato ciascun motivo, giungendo alla conclusione che l’intero ricorso fosse manifestamente infondato e, pertanto, dovesse essere dichiarato ricorso inammissibile. La Corte ha chiarito che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio nel merito, ma di un controllo sulla legittimità della decisione impugnata.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione punto per punto.
In primo luogo, ha respinto la censura sulla valutazione delle prove, sottolineando che i giudici di merito avevano adeguatamente e logicamente ricostruito i fatti basandosi sulle dichiarazioni degli acquirenti e sul contenuto delle conversazioni intercettate. Tentare di offrire una lettura diversa di tali prove in sede di Cassazione costituisce un’inammissibile richiesta di rivalutazione del merito.

In secondo luogo, riguardo all’attenuante, la Corte ha ritenuto corretta la decisione dei giudici d’appello. Le cessioni di droga, ripetute e protratte nel tempo, anche con cadenza settimanale per alcuni acquirenti, escludono la possibilità di considerare il lucro come ‘minimale’, a prescindere dal costo della singola dose. La continuità dell’attività illecita è un fattore determinante in questa valutazione.

Infine, sul trattamento sanzionatorio, la Cassazione ha evidenziato che la Corte d’Appello aveva già ridotto la pena. Lo scostamento della pena base dal minimo edittale era, inoltre, stato giustificato in modo logico e non censurabile, facendo riferimento ai tre precedenti penali specifici a carico dell’imputato.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del sistema processuale penale: il giudizio di legittimità della Corte di Cassazione non può trasformarsi in una nuova analisi dei fatti. Se la motivazione della sentenza impugnata è razionale, coerente e priva di vizi logici o giuridici, le valutazioni di merito compiute dai giudici dei gradi precedenti sono insindacabili. La declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta per il ricorrente, oltre alla definitività della condanna, l’onere di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, come nel caso di specie, non contesta vizi di legittimità (violazione di legge o motivazione illogica/contraddittoria) ma propone una rivalutazione alternativa dei fatti e delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Perché la richiesta di concessione dell’attenuante del danno di minima entità è stata respinta?
È stata respinta perché, secondo i giudici, le ripetute cessioni di stupefacenti, protrattesi per circa un anno con cadenza settimanale per alcuni acquirenti, impediscono di considerare minimale il lucro complessivo ottenuto, anche se il valore della singola cessione era contenuto.

Come viene giustificata la misura della pena quando non è fissata al minimo edittale?
Nel caso specifico, la decisione di fissare una pena base superiore al minimo edittale è stata considerata giustificata e non illogica in ragione dei tre precedenti penali specifici a carico dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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