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Ricorso inammissibile: Cassazione e motivazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per spaccio di stupefacenti. I ricorrenti lamentavano un vizio di motivazione, ma la Corte ha stabilito che le loro doglianze miravano a una nuova valutazione dei fatti, compito escluso dal giudizio di legittimità. La sentenza impugnata era stata ritenuta adeguatamente motivata, basandosi su intercettazioni, video-riprese e una confessione, rendendo il ricorso generico e quindi inammissibile.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando la Cassazione non riesamina i fatti

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile possa derivare dal tentativo di trasformare il giudizio della Corte di Cassazione in un terzo grado di merito. Con la pronuncia n. 8207/2024, la Suprema Corte ribadisce i confini del proprio sindacato, chiarendo perché non è possibile chiedere ai giudici di legittimità una “lettura alternativa” delle prove già valutate nei gradi precedenti.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente riformata in parte dalla Corte d’Appello nei confronti di due persone per reati legati allo spaccio di stupefacenti. La Corte territoriale aveva rideterminato le pene, confermando però la responsabilità penale degli imputati sulla base di un solido quadro probatorio.

Non soddisfatti della decisione, i due imputati, tramite il loro difensore, hanno proposto un ricorso congiunto per cassazione, sollevando diverse questioni relative alla motivazione della sentenza di secondo grado.

Le Doglianze dei Ricorrenti e il Ricorso Inammissibile

I motivi del ricorso si concentravano principalmente su un presunto vizio di motivazione. In particolare:

* Una ricorrente sosteneva che la condanna si basasse unicamente su elementi di “droga parlata”, ovvero intercettazioni telefoniche, senza prove materiali sufficienti, chiedendo di fatto un’assoluzione per insufficienza di prove.
* L’altro ricorrente lamentava una “generalizzazione” degli episodi contestati, privi a suo dire della necessaria gravità indiziaria, e criticava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

La Corte di Cassazione ha ritenuto entrambi i ricorsi affetti da un vizio di genericità, dichiarandoli quindi inammissibili. Questo perché, dietro la formale denuncia di un vizio di motivazione, i ricorrenti cercavano in realtà di ottenere dalla Suprema Corte una nuova e diversa valutazione del materiale probatorio, un’operazione preclusa nel giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale. I giudici hanno sottolineato che la sentenza della Corte d’Appello non era affatto carente di motivazione. Al contrario, la responsabilità degli imputati era stata affermata non solo sulla base delle conversazioni telefoniche, ma anche su servizi di video-ripresa che corroboravano l’attività di spaccio. Inoltre, uno dei ricorrenti aveva reso piena confessione sui fatti contestati.

Anche riguardo al diniego delle attenuanti generiche, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e adeguata, facendo riferimento alla serialità della condotta e ai precedenti specifici dell’imputato.

Il punto centrale dell’ordinanza è il richiamo al ruolo della Corte di Cassazione: il suo compito non è quello di riesaminare i fatti come un giudice di merito, ma di verificare la correttezza giuridica e la coerenza logica del ragionamento seguito nella sentenza impugnata. Proporre una “lettura alternativa” delle prove, come hanno fatto i ricorrenti, equivale a chiedere un nuovo giudizio sul fatto, il che rende il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia conferma che per accedere al giudizio di Cassazione non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione delle prove fatta dai giudici di primo e secondo grado. È necessario individuare specifici vizi di legittimità, come un errore nell’applicazione della legge o una manifesta illogicità nella motivazione. Un ricorso che si limita a criticare genericamente l’interpretazione dei fatti è destinato a essere dichiarato inammissibile, con la conseguenza per il ricorrente di essere condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico. I ricorrenti non hanno sollevato reali vizi di legittimità, ma hanno tentato di ottenere una nuova valutazione delle prove e dei fatti, un’attività che esula dai poteri della Corte di Cassazione.

La cosiddetta “droga parlata” è sufficiente per una condanna?
Secondo la sentenza impugnata, le conversazioni intercettate erano un elemento di prova valido, soprattutto perché il loro contenuto non ammetteva una spiegazione alternativa e perché erano supportate da altre prove, come le video-riprese e la confessione di uno degli imputati.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro per ciascun ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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