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Ricorso inammissibile: Cassazione e limiti del ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per frode assicurativa. La decisione ribadisce i limiti del giudizio di legittimità: non è possibile un riesame dei fatti e i motivi di ricorso devono essere specifici e non generici. Questo caso evidenzia come un ricorso inammissibile sorga quando si tenta di trasformare la Cassazione in un terzo grado di merito, contestando la valutazione delle prove o la congruità della pena senza dimostrare vizi logici o violazioni di legge.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Riesamina i Fatti

L’ordinanza in commento offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato dalla Corte di Cassazione, ribadendo i confini invalicabili tra il giudizio di legittimità e quello di merito. Il caso riguarda un imputato condannato per frode assicurativa (art. 642 c.p.) che ha visto la sua impugnazione respinta non per l’infondatezza delle sue ragioni, ma per il modo in cui sono state presentate. Analizziamo insieme perché la Corte ha preso questa decisione e quali principi fondamentali ha riaffermato.

I Fatti di Causa

Un soggetto, condannato nei primi due gradi di giudizio per un reato di frode assicurativa, ha presentato ricorso per cassazione lamentando diversi vizi della sentenza d’appello. Le sue doglianze si concentravano su tre punti principali:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione sulla configurabilità stessa del reato, ritenendo errata la valutazione dell’elemento oggettivo.
2. Errata valutazione delle prove relative all’elemento soggettivo (il dolo), sostenendo che la condanna si basasse su indizi deboli e non concordanti, in violazione del principio dell'”oltre ogni ragionevole dubbio”.
3. Mancata concessione delle attenuanti generiche e determinazione della pena, ritenuta ingiusta.

In sostanza, la difesa chiedeva alla Corte di Cassazione di effettuare una nuova e diversa lettura delle prove raccolte durante il processo, come l’esame di un computer che, a suo dire, sarebbe stato decisivo per l’assoluzione.

L’Analisi della Corte e il concetto di ricorso inammissibile

La Corte Suprema ha dichiarato l’intero ricorso inammissibile, spiegando punto per punto le ragioni di tale decisione. Questa pronuncia è emblematica per comprendere il ruolo della Cassazione.

Genericità dei Motivi di Ricorso

Il primo motivo è stato giudicato generico e indeterminato. Secondo l’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale, un ricorso deve enunciare con precisione gli elementi di fatto e le ragioni di diritto che lo sostengono. Non è sufficiente una critica generica alla sentenza impugnata; è necessario indicare specificamente quali parti della motivazione sono errate e perché, fornendo riferimenti puntuali. In mancanza di questa specificità, il motivo diventa un ricorso inammissibile perché non permette al giudice di individuare il nucleo della censura.

Il Divieto di Riesaminare il Merito dei Fatti

I motivi secondo, terzo e quarto sono stati respinti perché, pur mascherati da contestazioni sulla motivazione, miravano a ottenere una rivalutazione delle prove. La Corte di Cassazione ha ribadito un principio cardine: il suo compito non è quello di essere un “terzo giudice” dei fatti. Non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella compiuta dai giudici di merito. Il suo sindacato è limitato a verificare la logicità e la coerenza della motivazione della sentenza impugnata. Se il ragionamento del giudice di merito è esente da vizi logici manifesti, la decisione rimane insindacabile, anche se l’imputato propone una ricostruzione alternativa dei fatti potenzialmente più plausibile.

La Discrezionalità del Giudice di Merito

La Corte ha affrontato anche le censure relative alla determinazione della pena e al diniego delle attenuanti generiche.

Valutazione della Pena

Il trattamento sanzionatorio rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, che lo esercita seguendo i criteri degli articoli 132 e 133 del codice penale. Un’impugnazione in Cassazione non può contestare la congruità della pena, a meno che la decisione non sia palesemente arbitraria o illogica. Rivendicare un “diritto al minimo della pena” è infondato, poiché la quantificazione è una valutazione di fatto riservata al giudice che ha condotto il processo.

Le Attenuanti Generiche

Allo stesso modo, la concessione delle attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.) non è un atto dovuto. Il giudice può legittimamente negarle anche solo sulla base dell’assenza di elementi positivi da valorizzare. In questo caso, persino i precedenti penali dell’imputato possono essere considerati come un fattore che gioca a sfavore della concessione del beneficio.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano sulla netta distinzione tra il giudizio di merito, che accerta i fatti e valuta le prove, e il giudizio di legittimità, che controlla la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. I giudici hanno sottolineato che i motivi di ricorso non possono limitarsi a prospettare una diversa lettura delle risultanze processuali o a criticare genericamente l’operato del giudice di merito. Devono, invece, individuare uno specifico vizio di legge o un’illogicità manifesta e decisiva nel percorso argomentativo della sentenza. Poiché il ricorso in esame tentava proprio di ottenere un inammissibile riesame dei fatti, è stato dichiarato inammissibile in toto, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

le conclusioni

Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque intenda presentare un ricorso per cassazione in materia penale. È cruciale comprendere che la Corte Suprema non è una terza istanza di giudizio dove si può ridiscutere l’intero processo. Il successo di un ricorso dipende dalla capacità di formulare censure specifiche, tecniche e focalizzate sui vizi di legittimità previsti dalla legge. Tentare di ottenere una nuova valutazione delle prove si traduce, come in questo caso, in una dichiarazione di ricorso inammissibile, con un aggravio di spese per il ricorrente e la conferma definitiva della condanna.

Quando un motivo di ricorso in Cassazione è considerato generico?
Un motivo di ricorso è considerato generico quando non enuncia con la dovuta puntualità gli elementi di fatto e le ragioni di diritto che sono alla base della censura, con i relativi riferimenti e una critica specifica alle argomentazioni della sentenza impugnata. In pratica, non consente al giudice di individuare chiaramente il rilievo mosso.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, alla Corte di Cassazione è preclusa la rilettura degli elementi di fatto e la riconsiderazione delle prove. Il suo compito non è quello di sovrapporre la propria valutazione a quella dei giudici di merito, ma di verificare la coerenza logica e la correttezza giuridica della motivazione della sentenza impugnata.

Il giudice è obbligato a concedere le attenuanti generiche e a fissare la pena al minimo?
No, la determinazione della pena e la concessione delle attenuanti generiche rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito. La pena non deve essere frutto di arbitrio o di un ragionamento illogico. Il mancato riconoscimento delle attenuanti può essere giustificato anche solo con l’assenza di elementi o circostanze di segno positivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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