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Ricorso inammissibile: Cassazione e limiti del giudizio

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di abusi edilizi con due esiti diversi per i ricorrenti. Per uno, il decesso ha causato l’estinzione del reato e l’annullamento della sentenza. Per l’altra, il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché basato su contestazioni di fatto, non di diritto, portando alla conferma della condanna e a sanzioni pecuniarie. La sentenza chiarisce i limiti del giudizio di legittimità, ribadendo che la Cassazione non può riesaminare il merito dei fatti.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile in Cassazione: Analisi di una Sentenza

Quando un ricorso arriva in Corte di Cassazione, l’esito non è scontato. Una recente sentenza illustra due scenari completamente diversi per due imputati nello stesso processo, mettendo in luce i rigidi paletti del giudizio di legittimità e le conseguenze di un ricorso inammissibile. Il caso riguardava una condanna per reati edilizi, ma i principi espressi dalla Corte hanno una valenza generale per chiunque intenda adire l’ultimo grado di giudizio.

I Fatti del Processo

Due persone erano state condannate sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte di Appello per una serie di violazioni della normativa edilizia (d.P.R. 380/2001). La pena inflitta a ciascuno era di due mesi di arresto e 11.500 euro di ammenda. Insoddisfatti della decisione, entrambi gli imputati, tramite il loro difensore, hanno proposto ricorso alla Corte di Cassazione, sollevando diverse questioni relative alla loro responsabilità, all’applicazione di cause di non punibilità e alla sospensione condizionale della pena.

La Decisione della Corte di Cassazione

Giunto il caso davanti alla Suprema Corte, i destini processuali dei due ricorrenti si sono separati nettamente.

L’Estinzione del Reato per Morte dell’Imputato

Per il primo ricorrente, è intervenuto un evento esterno e definitivo: il decesso, avvenuto dopo la presentazione del ricorso. In questi casi, la legge (art. 150 del codice penale) prevede l’estinzione del reato. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna nei suoi confronti ‘senza rinvio’, chiudendo la sua vicenda giudiziaria.

I Motivi del Ricorso Inammissibile

Per la seconda ricorrente, l’esito è stato opposto. La Corte ha dichiarato il suo ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle accuse, ma si è fermata a un livello procedurale. La Corte ha stabilito che i motivi presentati non erano ammissibili in quella sede. Essi, infatti, si configuravano come ‘mere doglianze in punto di fatto’, ovvero tentativi di far rivalutare alla Cassazione le prove e la ricostruzione degli eventi già operate dai giudici di primo e secondo grado. La conseguenza diretta è stata la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è stabilire ‘come sono andati i fatti’, ma verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente. I ricorsi che cercano di ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove, come se la Cassazione fosse un ‘terzo grado’ di merito, sono destinati all’inammissibilità. La Suprema Corte non può sovrapporre la propria valutazione a quella dei giudici che hanno gestito le fasi precedenti del processo, né può operare una ‘rilettura’ degli elementi di fatto. I motivi di ricorso devono denunciare vizi di legge o di motivazione, non contestare la ricostruzione fattuale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza offre due importanti lezioni. La prima è che la morte dell’imputato nel corso del processo estingue il reato, ponendo fine al procedimento penale. La seconda, e più rilevante per la pratica legale, è che un ricorso inammissibile in Cassazione non è privo di conseguenze. Non solo la condanna diventa definitiva, ma si aggiungono ulteriori oneri economici per il ricorrente. È cruciale, quindi, che un ricorso per cassazione sia fondato su vizi specifici previsti dalla legge (errori nell’applicazione delle norme o vizi logici della motivazione) e non su un generico disaccordo con l’esito del giudizio di merito. Affidarsi a un difensore esperto del giudizio di legittimità è fondamentale per evitare un esito negativo e costoso.

Cosa succede se un imputato muore dopo aver presentato ricorso in Cassazione?
Il reato si estingue. La Corte di Cassazione, accertato il decesso, annulla la sentenza di condanna senza rinviare il caso a un altro giudice, chiudendo definitivamente il procedimento nei confronti di quella persona.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile principalmente quando, invece di denunciare violazioni di legge o difetti di motivazione, tenta di ottenere dalla Corte una nuova valutazione delle prove e dei fatti, cosa che non rientra nelle sue competenze. La Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La persona che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza di condanna impugnata diventa definitiva e pienamente esecutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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