Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità
Quando una sentenza di condanna viene impugnata, l’ultima speranza per l’imputato è spesso la Corte di Cassazione. Tuttavia, non tutti gli appelli vengono esaminati nel merito. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile porti alla conferma definitiva della condanna, evidenziando i precisi confini del giudizio di legittimità. Questo caso sottolinea l’importanza di formulare un ricorso basato su vizi di legge e non su mere contestazioni dei fatti.
I Fatti del Processo
Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Bologna per reati di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), lesioni personali (art. 582 c.p.) e detenzione di sostanze stupefacenti (art. 73 T.U. Stupefacenti). L’imputato, già gravato da numerosi precedenti penali specifici, decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di omessa motivazione da parte dei giudici di secondo grado.
Secondo la difesa, la sentenza d’appello non avrebbe adeguatamente giustificato la sussistenza della recidiva e la valutazione complessiva della gravità dei fatti.
La Decisione della Corte di Cassazione
Con l’ordinanza in esame, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello procedurale precedente: l’analisi dei requisiti stessi dell’impugnazione. La conseguenza diretta è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su principi consolidati del diritto processuale penale. Le motivazioni possono essere riassunte in alcuni punti chiave.
I Limiti del Giudizio di Legittimità
Il primo e fondamentale punto è la natura stessa del giudizio in Cassazione. Questa Corte non è un terzo grado di merito; non può, cioè, riesaminare i fatti e sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e controllare che la motivazione della sentenza impugnata sia logica, completa e non contraddittoria. Nel caso di specie, i motivi del ricorso sono stati qualificati come “mere doglianze in punto di fatto”, ovvero tentativi di ottenere una nuova e diversa lettura delle prove, attività preclusa in sede di legittimità.
La Logicità della Motivazione della Corte d’Appello
La Suprema Corte ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse, al contrario di quanto sostenuto dal ricorrente, “completa e logicamente ineccepibile”. I giudici di secondo grado avevano valorizzato, in modo non illogico, diversi elementi per confermare la condanna e ritenere la sussistenza della recidiva. Tra questi:
* La natura non lieve del fatto: le azioni commesse erano state significative.
* La pericolosità dell’imputato: evidenziata dai numerosi precedenti penali per reati legati agli stupefacenti.
* La gravità delle condotte: l’imputato non solo deteneva droghe di diverso tipo, tra cui eroina definita “assai lesiva”, ma aveva anche posto in essere “una serie davvero impressionante di azioni aggressive in danno dei pubblici ufficiali”.
Questa motivazione è stata giudicata congrua e, pertanto, non sindacabile in sede di legittimità.
Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione
Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chi opera nel diritto: un ricorso in Cassazione deve essere costruito su solidi argomenti giuridici, come l’errata applicazione di una norma di legge o un vizio logico manifesto nella motivazione, e non sulla speranza di una riconsiderazione dei fatti. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per l’imputato, ma comporta anche ulteriori conseguenze economiche, come il pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. La decisione finale diventa così irrevocabile, chiudendo definitivamente il percorso giudiziario.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha ritenuto che i motivi del ricorso fossero costituiti da “mere doglianze in punto di fatto”, ovvero contestazioni sulla valutazione dei fatti già compiuta dai giudici di merito, e non da reali vizi di legge o di motivazione. Tale tipo di censura non è ammessa nel giudizio di legittimità.
Quali elementi ha considerato la Corte d’Appello per valutare la pericolosità del soggetto?
La Corte d’Appello ha valorizzato la natura non lieve del fatto, i numerosi precedenti penali per violazione della legge sugli stupefacenti, una precedente condanna per reati analoghi, la detenzione di droghe di diversa specie (tra cui eroina, definita “assai lesiva”) e la realizzazione di una serie di azioni aggressive contro i pubblici ufficiali.
Quali sono le conseguenze di una dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che la sentenza impugnata diventi definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23362 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 23362 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 31/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME (CUI 05NBYHH) nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 06/11/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; dato avviso alle parti; esaminati i motivi del ricorso di NOME COGNOME; udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che i motivi dedotti nel ricorso avverso la condanna per i reati di cui agli artt. 337, 582 cod. pen. e 73 TU Stup. non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, perché costituiti da mere doglianze in punto di fatto ed incentrati sulla denuncia del vizio di omessa motivazione che la lettura del provvedimento impugnato rivela essere completa e logicamente ineccepibile e dalla quale si evince l’insussistenza del dedotto vizio di motivazione in merito alla ritenuta sussistenza della recidiva. La Corte territoriale ha, in modo non illogico, valorizzato la natura non lieve del fatto, che evidenzia “un’ulteriore manifestazione della pericolosità dell’appellante … gravato da molti precedenti penali per violazione della legge sugli stupefacenti e da una condanna per reati analoghi a quelli odierni, non solo deteneva droghe di specie diversa una delle quali (eroina) assai lesiva, ma … realizzava una serie davvero impressionante di azioni aggressive in danno dei pubblici ufficiali”; motivazione congrua e dunque non sindacabile in questa sede di legittimità.
Considerato che all’inammissibilità dell’impugnazione segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, che si ritiene conforme a giustizia liquidare come in dispositivo.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 31 maggio 2024
Il Consiglier relato
, Il Presidente