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Ricorso inammissibile: Cassazione e limiti del giudizio

La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile presentato da due soggetti condannati per traffico di cocaina. La Suprema Corte ha chiarito che le doglianze, volte a una nuova valutazione delle prove, esulano dal giudizio di legittimità. La sentenza della Corte d’Appello è stata ritenuta congruamente motivata sia sulla responsabilità degli imputati sia sulla sussistenza della giurisdizione italiana per un reato transnazionale, in quanto parte della condotta si era svolta in Italia.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7261 del 2024, ha fornito un’importante lezione sui confini del giudizio di legittimità, dichiarando un ricorso inammissibile in un caso di traffico di stupefacenti. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: la Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare le prove, ma un organo che garantisce l’uniforme interpretazione della legge e la logicità delle sentenze. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia.

I Fatti del Processo

Due individui venivano condannati dalla Corte di Appello di Firenze per diversi episodi di cessione di cocaina. Avverso tale sentenza, entrambi proponevano ricorso in Cassazione.

Il primo ricorrente contestava la motivazione della sua condanna per un singolo episodio, sostenendo che il giudice avesse erroneamente valutato la sua tesi difensiva e basato la decisione sui suoi precedenti penali. Il secondo ricorrente, oltre a lamentare vizi di motivazione, sollevava una questione di difetto di giurisdizione, affermando che l’azione penale era già stata esercitata dalle autorità spagnole.

La Decisione della Corte di Cassazione: il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto entrambe le impugnazioni, dichiarandole inammissibili. La ragione principale risiede nel fatto che le doglianze sollevate non rientravano nel numerus clausus delle censure ammissibili in sede di legittimità. In altre parole, gli appellanti non contestavano una violazione di legge, ma tentavano di ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove e una ricostruzione dei fatti, attività che sono di esclusiva competenza dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Le Motivazioni: La Distinzione tra Giudizio di Fatto e di Legittimità

La Corte ha sottolineato come la sentenza d’appello fosse sorretta da una motivazione “congrua, esauriente ed idonea”. I giudici di secondo grado avevano esaminato attentamente tutte le tesi difensive, giungendo alle loro conclusioni attraverso una disamina completa e approfondita delle risultanze processuali, in particolare delle intercettazioni telefoniche.

Per il primo ricorrente, la tesi secondo cui avrebbe finto di avere la droga solo per truffare l’acquirente è stata ritenuta non credibile. Le intercettazioni dimostravano precedenti transazioni e la consapevolezza dell’acquirente circa la reale disponibilità dello stupefacente da parte dell’imputato. Per il secondo, le conversazioni intercettate confermavano l’esistenza di un consolidato rapporto di cessione di cocaina, spesso mascherato da scambi di automobili. Secondo i giudici, il ragionamento della Corte d’Appello era privo di contraddittorietà o manifesta illogicità, rendendolo incensurabile in sede di legittimità.

La Questione della Giurisdizione per Reati Transnazionali

Interessante anche la parte della decisione relativa alla giurisdizione. La Corte ha confermato la competenza del giudice italiano evidenziando che una frazione della condotta criminale si era svolta in Italia. Il traffico prevedeva l’approvvigionamento in Spagna e il successivo trasporto in Italia tramite auto con doppi fondi. La commissione di una parte del reato sul territorio nazionale è sufficiente a radicare la giurisdizione italiana, secondo i consolidati principi giuridici in materia.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza è un chiaro monito sull’uso corretto dello strumento del ricorso per cassazione. Non si può adire la Suprema Corte sperando in una “terza possibilità” di valutazione del merito della vicenda. Il giudizio di legittimità ha lo scopo di verificare la corretta applicazione delle norme e la coerenza logica della motivazione, non di stabilire se i fatti si siano svolti in un modo piuttosto che in un altro. La decisione di inammissibilità comporta, inoltre, per i ricorrenti la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, a sottolineare la serietà del principio violato.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando le censure proposte non rientrano nei motivi consentiti dalla legge, ma mirano a una nuova valutazione delle prove o a una diversa ricostruzione dei fatti, compiti riservati esclusivamente ai giudici di merito.

Può la Corte di Cassazione riesaminare le prove di un processo?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove. Il suo compito è il cosiddetto “giudizio di legittimità”, ovvero verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio.

Come si determina la giurisdizione italiana per un reato commesso in parte all’estero?
La giurisdizione italiana sussiste anche se solo una parte della condotta criminale è stata commessa sul territorio nazionale. Nel caso specifico, il trasporto della droga fino in Italia, anche se proveniente dalla Spagna, è stato ritenuto sufficiente a radicare la competenza dei tribunali italiani.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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