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Ricorso inammissibile: Cassazione e limiti del giudizio

Un’ordinanza della Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per molestie. La Corte ribadisce che il suo ruolo non è rivalutare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge, sanzionando il ricorrente con il pagamento delle spese e di una cospicua somma.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Chiarisce i Limiti del Proprio Giudizio

Quando un appello viene presentato alla Corte di Cassazione, è fondamentale comprendere la natura del suo giudizio. Un recente provvedimento ha ribadito un principio cardine: la Corte non è un terzo grado di merito. Un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile per chi tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti. Analizziamo questa ordinanza per capire perché le censure fattuali non trovano spazio in sede di legittimità e quali sono le severe conseguenze economiche.

I Fatti del Caso

Un individuo è stato condannato dal Tribunale per il reato di molestia, previsto dall’art. 660 del codice penale, con una pena di 300 euro di ammenda. Ritenendo ingiusta la sentenza, l’imputato, tramite il suo difensore, ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, sollevando due principali motivi di contestazione.

Il primo motivo lamentava una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione riguardo all’affermazione della sua responsabilità penale. Il secondo, invece, contestava la decisione del giudice di merito di aver riconosciuto la continuazione tra le diverse condotte moleste, ritenendola in contrasto con i principi consolidati della stessa Corte di Cassazione.

Parallelamente, la parte civile, ovvero la persona offesa dal reato, ha depositato una memoria chiedendo che il ricorso venisse dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna dell’imputato al pagamento delle spese legali.

L’Analisi della Cassazione sul ricorso inammissibile

La Corte Suprema ha esaminato i motivi del ricorso, giungendo a una conclusione netta: l’appello doveva essere dichiarato ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa della funzione del giudizio di legittimità.

Il Primo Motivo: Critiche Fattuali non Ammesse

La Cassazione ha osservato che il primo motivo del ricorso si basava su critiche generiche e di fatto. L’imputato, in sostanza, non contestava un errore nell’applicazione della legge, ma la valutazione delle prove (come le dichiarazioni della vittima e le testimonianze) effettuata dal Tribunale. Questo tipo di contestazione, definito come ‘mere doglianze in punto di fatto’, è precluso in sede di legittimità. La Corte ha ricordato la sua giurisprudenza consolidata (richiamando sentenze delle Sezioni Unite), secondo cui non è suo compito compiere una ‘rilettura degli elementi di fatto’. La valutazione delle prove è riservata esclusivamente al giudice di merito. Poiché la motivazione della sentenza impugnata era logica e priva di vizi giuridici, le censure dell’imputato sono state respinte come un tentativo inammissibile di ottenere una nuova valutazione del quadro probatorio.

Il Secondo Motivo: un Errore Irrilevante

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte ha riconosciuto che il giudice di merito aveva effettivamente commesso un errore nel discutere la ‘continuazione’ tra le condotte. Tuttavia, ha qualificato questo errore come ‘privo di ripercussione alcuna’. Analizzando la determinazione della pena (la cosiddetta ‘dosimetria sanzionatoria’), è emerso che il giudice non aveva applicato alcun aumento per la continuazione, ma si era limitato a ridurre la pena base di un terzo per la concessione delle attenuanti generiche. L’errore nella motivazione, quindi, non ha avuto alcun effetto pratico sulla condanna finale, rendendo la censura manifestamente infondata.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si basa sulla distinzione fondamentale tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure proposte erano ‘manifestamente infondate ovvero generiche o non consentite’. L’imputato ha cercato di trasformare la Corte di Cassazione in un giudice d’appello, chiedendo una nuova valutazione delle prove, un compito che esula completamente dai poteri della Corte. La motivazione della sentenza impugnata, pur con una piccola imprecisione irrilevante, è stata ritenuta scevra da vizi logici e giuridici, e quindi non sindacabile in quella sede. La Corte ha agito in stretta aderenza al suo ruolo di custode della corretta applicazione del diritto, non dei fatti.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Le conseguenze di un ricorso inammissibile sono severe. L’imputato è stato condannato a pagare le spese processuali e a versare una somma di 3.000 euro alla cassa delle ammende. Inoltre, è stato condannato a rimborsare le spese legali sostenute dalla parte civile nel giudizio di Cassazione, liquidate in 3.686,00 euro, oltre agli accessori di legge. Questa ordinanza serve da monito: adire la Corte di Cassazione richiede motivi di ricorso solidi e strettamente attinenti a questioni di diritto. Tentare di rimettere in discussione i fatti accertati nei gradi precedenti non solo è inutile, ma comporta anche un notevole aggravio di spese per il ricorrente.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile principalmente quando si basa su motivi non consentiti, come la richiesta di una nuova valutazione delle prove e dei fatti del caso. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, il cui compito è solo verificare la corretta applicazione della legge, non riesaminare il merito della vicenda.

Un errore nella motivazione di una sentenza la rende sempre annullabile?
No, non sempre. Come dimostra questo caso, se un errore nella motivazione non ha avuto alcuna influenza concreta sulla decisione finale (in questo caso, sulla quantificazione della pena), la Corte di Cassazione può ritenerlo irrilevante e non procedere all’annullamento della sentenza.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Le conseguenze sono significative. La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali, al versamento di una somma alla cassa delle ammende (in questo caso 3.000 euro) e alla rifusione delle spese legali sostenute dalla controparte (in questo caso la parte civile, per oltre 3.600 euro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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