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Ricorso inammissibile: Cassazione e limiti al riesame

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per spaccio di stupefacenti. La decisione sottolinea che il ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni dell’appello, ma deve confrontarsi specificamente con la logica della sentenza impugnata. Viene ribadito il principio secondo cui la Cassazione è giudice di legittimità e non può riesaminare nel merito le prove e i fatti del processo.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non può riesaminare i fatti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. La vicenda riguarda un caso di spaccio di stupefacenti e la dichiarazione di ricorso inammissibile presentato dalla difesa, offrendo spunti cruciali sui limiti dell’impugnazione davanti alla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il ricorrente era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Ravenna e successivamente dalla Corte d’Appello di Bologna per plurime ipotesi di reato legate alla detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, con l’aggravante della recidiva reiterata, specifica e nel quinquennio. La difesa, non accettando la condanna, ha proposto ricorso per Cassazione basandosi su tre motivi principali: la richiesta di assoluzione, il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e la presunta eccessività della pena.

I motivi del ricorso e la loro genericità

La difesa ha lamentato:
1. Mancata assoluzione: Si contestava la valutazione delle prove che avevano portato alla condanna.
2. Mancato riconoscimento delle attenuanti e della recidiva: Si riteneva ingiusto non aver concesso le attenuanti generiche e non aver escluso l’aggravante della recidiva.
3. Eccessività della sanzione: La pena inflitta era considerata sproporzionata.

Tuttavia, come evidenziato dalla Corte, questi motivi si sono rivelati una mera riproposizione delle argomentazioni già presentate e respinte in Appello, senza un reale confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata.

Il ricorso inammissibile e la logica della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni suo punto. La decisione si fonda su un caposaldo del diritto processuale: la Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Ciò significa che il suo compito non è quello di ricostruire i fatti o di offrire una nuova valutazione delle prove, attività riservate ai giudici di primo e secondo grado. È preclusa alla Corte la “rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata”.

L’appello in Cassazione è ammissibile solo se contesta vizi di legge o difetti logici manifesti nella motivazione della sentenza precedente. Nel caso di specie, il ricorrente si è limitato a reiterare i suoi rilievi, ignorando l’articolato e logico apparato argomentativo della Corte d’Appello.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha smontato punto per punto le doglianze della difesa, evidenziando come la Corte d’Appello avesse già fornito risposte logiche e congrue a ciascuna obiezione.

Sulla richiesta di assoluzione: La Corte territoriale aveva spiegato in modo convincente perché la versione del ricorrente fosse implausibile. La detenzione di cocaina in dosi singole, una cospicua somma di denaro in piccolo taglio e un foglietto con una contabilità rudimentale erano elementi che smentivano la tesi dell’uso personale per festeggiare un compleanno imminente.

Sulle attenuanti e la recidiva: La negazione delle attenuanti era giustificata dalla gravità della condotta (cessione di droga pesante, anche in presenza di un minore) e dalla personalità negativa dell’imputato, che aveva già riportato plurime condanne per reati simili. La recidiva, quindi, era stata correttamente applicata.

Sul trattamento sanzionatorio: Anche la pena era stata adeguatamente motivata in base alla gravità dei fatti e al fatto che l’attività di spaccio rappresentasse una fonte di reddito non occasionale per l’imputato.

Poiché il ricorso non si è confrontato con nessuna di queste argomentazioni specifiche, è stato giudicato inammissibile.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma che per presentare un ricorso efficace in Cassazione non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione dei giudici di merito. È indispensabile individuare specifici vizi di legge o palesi illogicità nella motivazione della sentenza impugnata, argomentando in modo puntuale e critico. La semplice riproposizione delle stesse difese già esaminate e respinte nei gradi precedenti conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non contestava vizi di legge o illogicità della sentenza d’appello, ma si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nel grado precedente, senza confrontarsi con le specifiche motivazioni della Corte territoriale.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove di un processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, ma non può effettuare una nuova valutazione dei fatti o delle prove, che è di competenza esclusiva dei giudici di primo e secondo grado.

Quali elementi hanno giustificato la severità della condanna e il mancato riconoscimento delle attenuanti?
La condanna è stata giustificata sulla base di diversi elementi: la tipologia di droga (pesante), il fatto che una delle cessioni fosse avvenuta in presenza di un minore, la natura non occasionale dell’attività di spaccio e la personalità negativa dell’imputato, che aveva già precedenti specifici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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