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Ricorso inammissibile: Cassazione e limiti al riesame

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per invasione arbitraria. La decisione si fonda sul fatto che l’appello si limitava a ripetere le argomentazioni già presentate, senza un reale confronto con le motivazioni della Corte d’Appello e chiedendo un riesame dei fatti non consentito in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando la Cassazione non può riesaminare i fatti

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una terza occasione per ridiscutere i fatti. Con l’ordinanza n. 43339/2024, la Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: il ricorso inammissibile è la sanzione per chi tenta di ottenere un riesame del merito, mascherandolo da violazione di legge. Questa pronuncia offre uno spunto prezioso per comprendere i confini del giudizio di legittimità.

Il Caso: Dall’Invasione Arbitraria al Ricorso in Cassazione

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di invasione arbitraria, confermata dalla Corte d’Appello di Genova. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione nella sentenza di secondo grado. Secondo la difesa, la Corte d’Appello non avrebbe valutato correttamente gli elementi a discarico, giungendo a un’affermazione di responsabilità penale errata.

La Decisione della Corte: Dichiarazione di Inammissibilità

La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa scelta non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello procedurale. La Corte ha stabilito che i motivi presentati dal ricorrente non erano idonei a innescare un giudizio di legittimità. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni del Ricorso Inammissibile

Il cuore della decisione risiede nelle ragioni che hanno portato a qualificare il ricorso inammissibile. La Suprema Corte ha evidenziato diversi profili critici:

1. Reiterazione dei Motivi: Il ricorso si limitava a riproporre le stesse doglianze già sollevate e respinte dalla Corte d’Appello. Non vi era un reale confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata, ma solo una ripetizione di argomenti già esaminati.
2. Mancanza di Illogicità Manifesta: La motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata esente da vizi logici. Il giudice di merito aveva chiaramente esplicitato le ragioni della sua decisione, basandosi sul compendio probatorio e applicando correttamente i principi giuridici. Il ricorso, invece, non ha saputo individuare una reale illogicità o contraddittorietà nel ragionamento del giudice.
3. Divieto di Riesame del Merito: Il punto cruciale è che il ricorrente, di fatto, chiedeva alla Cassazione di effettuare una nuova valutazione delle prove e dei fatti. Questo compito, però, è precluso alla Suprema Corte. Il suo ruolo non è quello di stabilire come sono andati i fatti, ma di verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e motivato la loro decisione in modo logico.

La Corte ha richiamato la sua consolidata giurisprudenza, sottolineando che non le è consentito “sovrapporre la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta nei precedenti gradi”.

Le Conclusioni: I Limiti del Giudizio di Cassazione

Questa ordinanza è un monito importante sui limiti del giudizio di Cassazione. Non si tratta di un terzo grado di giudizio dove tutto può essere ridiscusso. L’accesso alla Suprema Corte è riservato a censure precise: la violazione di una norma di legge o un vizio di motivazione grave e palese. Un ricorso che si limita a contestare la valutazione delle prove operata dal giudice di merito, senza individuare un errore di diritto o un’irragionevolezza manifesta, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Le conseguenze, come visto, non sono solo procedurali ma anche economiche, con la condanna al pagamento di spese e sanzioni pecuniarie che serve a disincentivare ricorsi dilatori o palesemente infondati.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era una mera ripetizione di argomenti già esaminati in appello, non si confrontava criticamente con la motivazione della sentenza impugnata e, soprattutto, chiedeva alla Corte di Cassazione un riesame dei fatti e delle prove, compito che esula dalle sue funzioni di giudice di legittimità.

Cosa significa che la Corte di Cassazione non è un “giudice di merito”?
Significa che il suo compito non è quello di ricostruire i fatti o di valutare nuovamente le prove (come testimonianze o documenti), ma di controllare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente, senza contraddizioni.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
Chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, a titolo di sanzione, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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