LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: Cassazione e limiti al riesame

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22470/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di cui all’art. 644 c.p. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti o l’attendibilità delle prove, ma di verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Poiché il ricorso si limitava a proporre una diversa ricostruzione dei fatti, già valutata nei gradi di merito, è stato respinto, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Riesamina i Fatti

Presentare un ricorso in Cassazione richiede una profonda conoscenza dei limiti procedurali. Un ricorso inammissibile non solo è destinato al fallimento, ma comporta anche conseguenze economiche per chi lo propone. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 22470/2024) ribadisce un principio fondamentale: la Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un organo di legittimità. Analizziamo questa decisione per capire meglio i confini del giudizio di cassazione.

Il Contesto del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Torino, che lo aveva condannato per il reato previsto dall’articolo 644 del codice penale (usura). L’imputato, attraverso il suo legale, ha contestato la correttezza della motivazione della sentenza, sostenendo che i giudici avessero errato nella valutazione delle prove e nella ricostruzione storica degli eventi. In sostanza, il ricorrente ha proposto una propria versione dei fatti, diversa da quella accertata nei precedenti gradi di giudizio, sperando in un nuovo esame da parte della Cassazione.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente questa impostazione, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un caposaldo del nostro sistema processuale: la distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. I giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) valutano le prove e accertano come si sono svolti i fatti. La Corte di Cassazione, invece, ha il compito di verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza non sia viziata da palesi illogicità. Non può, quindi, sovrapporre la propria valutazione a quella dei giudici di merito, né considerare ricostruzioni alternative dei fatti. Il ricorso è stato inoltre ritenuto meramente reiterativo di argomentazioni già esaminate e respinte nei precedenti gradi con motivazioni logiche e giuridicamente corrette.

Le Motivazioni della Decisione

Nelle sue motivazioni, la Corte ha richiamato una consolidata giurisprudenza, citando numerose sentenze precedenti che confermano questo principio. I giudici hanno chiarito che è precluso alla Corte di Cassazione non solo sostituire la propria valutazione delle prove a quella compiuta nei gradi precedenti, ma anche “saggiare la tenuta logica della pronuncia” confrontandola con modelli di ragionamento alternativi.

La Corte ha rilevato che la sentenza della Corte d’Appello era, al contrario, ben motivata e priva di vizi logici. I giudici di merito avevano esplicitato chiaramente le ragioni del loro convincimento, applicando correttamente i principi giuridici per affermare la responsabilità penale dell’imputato e la sussistenza del reato. Di fronte a una motivazione coerente e giuridicamente fondata, qualsiasi tentativo di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti in sede di legittimità è destinato a fallire.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La conclusione della vicenda è netta: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa ordinanza offre un importante monito pratico: un ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi specifici della sentenza impugnata, come l’errata applicazione di una norma di legge o una manifesta illogicità nel ragionamento del giudice. Sperare che la Suprema Corte riconsideri le prove o creda a una diversa versione dei fatti è un approccio sterile e controproducente, che porta unicamente a una declaratoria di inammissibilità e a ulteriori sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché chiedeva alla Corte di Cassazione di effettuare una nuova valutazione dei fatti e delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Il ricorso era inoltre una semplice ripetizione di argomenti già respinti.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione secondo questa ordinanza?
Il ruolo della Corte di Cassazione è quello di giudice di legittimità. Ciò significa che deve verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza poter entrare nel merito della ricostruzione dei fatti.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati