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Ricorso inammissibile: Cassazione e guida in ebbrezza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una conducente condannata per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico molto elevato. Il ricorso è stato giudicato una mera riproposizione dei motivi d’appello, senza un confronto critico con la sentenza impugnata. È stata inoltre confermata la non applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la gravità della condotta e il concreto pericolo creato.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Guida in Ebbrezza

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile, consolidando principi fondamentali sia in materia processuale che sostanziale riguardo al reato di guida in stato di ebbrezza. Questa decisione offre spunti cruciali sull’importanza di formulare correttamente un ricorso e sui limiti di applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto in contesti di elevata pericolosità. Analizziamo i dettagli di questa pronuncia.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda una conducente condannata in primo grado dal Tribunale di Ferrara per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato da un tasso alcolemico particolarmente elevato, riscontrato pari a 2,39 g/l e 2,50 g/l. La Corte d’Appello di Bologna, in parziale riforma della prima sentenza, aveva riconosciuto le circostanze attenuanti generiche come prevalenti sull’aggravante, rideterminando la pena ma confermando la condanna nel resto. Avverso tale decisione, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, contestando la valutazione delle prove e la mancata applicazione dell’art. 131-bis del codice penale.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile sulla base di argomentazioni procedurali molto chiare. I giudici hanno osservato come i motivi presentati dalla difesa non fossero altro che una riproposizione dei motivi di gravame già discussi in appello. La difesa non ha effettuato il necessario confronto critico con la motivazione della sentenza di secondo grado, limitandosi a ripetere le proprie tesi. Questo vizio procedurale, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale (richiamando la sentenza Galtelli delle Sezioni Unite), rende il ricorso inammissibile in partenza, poiché elude il suo scopo, che è quello di criticare la decisione impugnata, non di ignorarla.

Il Divieto di Riesame dei Fatti nel Giudizio di Legittimità

Un altro punto fondamentale della decisione riguarda la natura del giudizio in Cassazione. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di merito, ma di un giudice di legittimità. Ciò significa che non può riesaminare le prove e sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti. Nel caso specifico, la difesa proponeva una ‘rilettura’ delle risultanze istruttorie, un’operazione preclusa in sede di legittimità. I giudici hanno ritenuto la valutazione della Corte d’Appello ‘congrua, non contradditoria e neppure manifestamente illogica’, e come tale, non sindacabile.

Perché Non È Stata Applicata la Particolare Tenuità del Fatto?

La Corte ha infine affrontato la questione della mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p. (particolare tenuità del fatto). Anche su questo punto, il ricorso è stato respinto. La necessità di una sanzione penale è stata giustificata sulla base di elementi fattuali concreti. In particolare, i giudici hanno valorizzato:

* Il considerevole superamento del valore soglia: il tasso alcolemico era quasi cinque volte superiore al limite massimo della fascia più grave.
* La non esiguità del pericolo: la guida in quelle condizioni è avvenuta in prossimità di un nosocomio, e quindi in una zona ad alta frequentazione, aumentando il potenziale danno a terzi.

Questi elementi hanno dimostrato che l’offesa al bene giuridico tutelato (la sicurezza stradale) non poteva essere considerata ‘tenue’, giustificando pienamente la decisione dei giudici di merito di non applicare la causa di non punibilità.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri. Il primo, di natura processuale, è la constatazione che il ricorso si è limitato a riproporre le stesse doglianze dell’appello, senza confrontarsi specificamente con le ragioni esposte dalla Corte territoriale. Questo trasforma il ricorso in un atto sterile, incapace di attivare un vero controllo di legittimità. Il secondo pilastro è di natura sostanziale: la Corte riafferma che la valutazione dei fatti è di esclusiva competenza dei giudici di merito e che il suo sindacato è limitato al controllo della logicità e coerenza della motivazione, requisiti pienamente soddisfatti nel caso di specie. Sulla questione dell’art. 131-bis c.p., la motivazione è ancorata alla gravità concreta del fatto, desunta non solo dal dato numerico del tasso alcolemico, ma anche dal contesto spazio-temporale della condotta, che ne ha amplificato la pericolosità, rendendo la punizione necessaria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante: un ricorso per cassazione deve essere tecnicamente ben costruito e non può essere una semplice ripetizione di argomenti già spesi. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie ammonta a tremila euro. La decisione chiarisce inoltre che la gravità della guida in stato di ebbrezza non si misura solo con l’etilometro, ma anche valutando il pericolo concreto creato alla collettività, un fattore che esclude quasi automaticamente l’applicazione di istituti di favore come la particolare tenuità del fatto.

Perché un ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché si limitava a riproporre gli stessi motivi già presentati e respinti in appello, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata. Inoltre, chiedeva una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

È possibile ottenere l’assoluzione per ‘particolare tenuità del fatto’ con un tasso alcolemico molto elevato?
Sulla base di questa decisione, è estremamente improbabile. La Corte ha stabilito che un tasso alcolemico così elevato (nel caso specifico, 2,50 g/l), unito al pericolo concreto creato guidando in una zona trafficata, costituisce un’offesa di tale gravità da non poter essere considerata ‘tenue’ ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la conferma definitiva della condanna decisa dalla Corte d’Appello. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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