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Ricorso inammissibile: Cassazione e concordato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi presentati da quattro imputati condannati per associazione a delinquere e altri reati. La sentenza chiarisce i limiti del ricorso contro una sentenza emessa a seguito di ‘concordato in appello’ (art. 599-bis c.p.p.), specificando che non si può lamentare la mancata assoluzione per motivi a cui si è rinunciato. Inoltre, viene ribadito che il giudizio di Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge, rendendo il ricorso inammissibile se si limita a contestare la valutazione delle prove fatta dai giudici di merito.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Accordo in Appello Limita l’Impugnazione in Cassazione

L’accesso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una porta sempre aperta. Una recente sentenza della Suprema Corte ha ribadito i rigidi paletti che determinano un ricorso inammissibile, specialmente quando la decisione impugnata deriva da un ‘concordato in appello’. Questa pronuncia offre spunti fondamentali per comprendere la differenza tra un riesame del fatto, precluso in Cassazione, e un controllo sulla corretta applicazione della legge.

I Fatti del Caso: Associazione a Delinquere e Impugnazione

Il caso trae origine dalla condanna di quattro individui per reati gravi, tra cui associazione per delinquere, tentata rapina e ricettazione. In secondo grado, davanti alla Corte di Appello, le loro strade processuali si dividono: tre di loro scelgono la via del ‘concordato in appello’ (ex art. 599-bis c.p.p.), accordandosi sulla pena e rinunciando a parte dei motivi di impugnazione. Il quarto imputato, invece, prosegue con un appello ordinario, che viene però respinto, confermando la sua condanna. Successivamente, tutti e quattro decidono di presentare ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

I tre imputati che avevano optato per il concordato lamentavano che la Corte di Appello non avesse comunque provveduto a proscioglierli, come previsto dall’art. 129 del codice di procedura penale, sostenendo che l’assenza di prove dovesse prevalere sull’accordo raggiunto.

L’altro ricorrente, invece, contestava nel merito la sua condanna, argomentando che le prove a suo carico, incluse intercettazioni e dichiarazioni di coimputati, fossero state valutate erroneamente e che il suo ruolo di organizzatore del sodalizio criminale non fosse mai stato dimostrato. In sostanza, chiedeva alla Cassazione una nuova e diversa lettura delle risultanze processuali.

La Decisione della Corte: Un Ricorso Inammissibile per Tutti

La Corte di Cassazione ha rigettato tutte le impugnazioni, dichiarandole inammissibili. Questa decisione netta ha portato alla condanna di tutti i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro ciascuno. La Corte ha così tracciato una linea invalicabile tra le questioni di merito e quelle di legittimità.

Le Motivazioni: I Limiti del Giudizio di Legittimità e del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha articolato le sue motivazioni distinguendo le posizioni dei ricorrenti.

Per i tre che avevano aderito al concordato in appello, i giudici hanno richiamato un principio consolidato: l’accordo sulla pena implica una rinuncia ai motivi di appello. Di conseguenza, non è possibile, in sede di Cassazione, lamentare la mancata assoluzione nel merito (ex art. 129 c.p.p.). Il ricorso su questo punto è ricorso inammissibile perché si basa su doglianze a cui si è volontariamente rinunciato. Le uniche censure ammissibili in questi casi sono quelle che riguardano la formazione della volontà di accedere all’accordo, il consenso del PM o un’eventuale pena illegale, profili non sollevati nel caso di specie.

Per quanto riguarda il quarto ricorrente, il suo ricorso è stato giudicato inammissibile perché proponeva questioni di fatto. Egli non denunciava una violazione di legge o un vizio logico manifesto nella motivazione, ma chiedeva ai giudici di legittimità di effettuare una nuova valutazione delle prove (intercettazioni, testimonianze), sostituendo il proprio giudizio a quello della Corte di Appello. Questo compito è estraneo alla natura della Corte di Cassazione, il cui ruolo non è stabilire quale sia la ‘migliore’ ricostruzione dei fatti, ma solo verificare la correttezza giuridica e la coerenza logica della sentenza impugnata. Poiché la motivazione della Corte di Appello era adeguata, logica e non contraddittoria, il ricorso è stato dichiarato inammissibile per aspecificità e perché proponeva questioni non consentite.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce due principi fondamentali della procedura penale. In primo luogo, la scelta di un ‘concordato in appello’ è una decisione strategica con conseguenze definitive, che preclude quasi del tutto la possibilità di un successivo ricorso in Cassazione sul merito della vicenda. In secondo luogo, la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Un ricorso, per avere speranza di essere accolto, deve concentrarsi su specifiche violazioni di legge o su vizi logici evidenti e macroscopici della motivazione, senza tentare di ottenere una nuova e più favorevole valutazione delle prove. La declaratoria di inammissibilità, con le relative conseguenze economiche, serve a sanzionare le impugnazioni che non rispettano questi confini.

È possibile ricorrere in Cassazione dopo un ‘concordato in appello’ per chiedere l’assoluzione?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di sentenza emessa a seguito di concordato in appello (art. 599-bis c.p.p.), non sono ammissibili i ricorsi che lamentano la mancata valutazione delle condizioni per il proscioglimento (ex art. 129 c.p.p.), poiché si tratta di motivi a cui la parte ha rinunciato con l’accordo.

Cosa rende un ricorso inammissibile davanti alla Corte di Cassazione?
Un ricorso è inammissibile quando, tra le altre cose, propone questioni che richiedono una nuova valutazione dei fatti (non consentita in sede di legittimità) o è aspecifico. Nel caso esaminato, un ricorso è stato dichiarato inammissibile perché chiedeva alla Corte di riconsiderare le prove e le testimonianze, compito che spetta ai giudici di merito.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, se si ravvisa una colpa nella proposizione del ricorso, anche al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso dove la somma è stata fissata a tremila euro per ciascun ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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