LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: Cassazione e attenuante

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché manifestamente infondato. Il caso riguardava la contestazione sulla mancata applicazione dell’attenuante del risarcimento del danno, ma la Corte ha ritenuto adeguata la motivazione del giudice di appello che ne evidenziava la parzialità. Per un altro imputato, deceduto, il reato è stato dichiarato estinto. La sentenza sottolinea i limiti del giudizio di legittimità, che non può riesaminare valutazioni di fatto già logicamente motivate.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta all’Appello

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 4478/2024) offre un chiaro esempio dei confini del giudizio di legittimità, ribadendo quando un ricorso inammissibile viene dichiarato tale per manifesta infondatezza. Il caso analizzato riguarda due distinti destini processuali per due coimputati: per uno, l’estinzione del reato a causa del decesso; per l’altro, la conferma della condanna con l’impossibilità di rimettere in discussione una valutazione di merito già adeguatamente motivata.

I Fatti del Caso

Due soggetti avevano proposto ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. Durante il procedimento, uno degli imputati è venuto a mancare. Per l’altro ricorrente, invece, il fulcro del ricorso verteva su un unico motivo: la contestazione della mancata applicazione dell’attenuante comune prevista dall’art. 62, n. 6 del codice penale. Questa attenuante si applica quando l’imputato ha, prima del giudizio, riparato interamente il danno cagionato dal reato. La difesa sosteneva che il giudice di secondo grado avesse errato nel non concederla.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha adottato due decisioni differenti per le due posizioni.

1. Per l’imputato deceduto: La Corte ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio. La morte dell’imputato, infatti, costituisce una causa di estinzione del reato, impedendo la prosecuzione del procedimento penale nei suoi confronti.
2. Per il secondo ricorrente: Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Ricorso Inammissibile e la Manifesta Infondatezza

La parte cruciale della sentenza risiede nelle motivazioni che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. La Cassazione ha chiarito che il motivo di ricorso non era consentito in sede di legittimità. Il ricorrente, infatti, chiedeva una nuova valutazione di merito sulla completezza del risarcimento del danno, un’attività preclusa alla Suprema Corte.

Il Giudice di appello, nella sentenza impugnata, aveva motivato in modo adeguato e privo di illogicità manifeste le ragioni per cui non riteneva applicabile l’attenuante. In particolare, aveva basato la sua decisione sulla “non integralità del risarcimento”, ancorando tale valutazione a “precise circostanze del fatto”. Poiché la motivazione del giudice di merito era logica e coerente, non spettava alla Cassazione riesaminare i fatti e sostituire la propria valutazione. Il motivo d’appello è stato quindi giudicato “manifestamente infondato”, una delle cause che, per legge, conduce direttamente all’inammissibilità del ricorso.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia rafforza un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione delle sentenze precedenti, non riesaminare le prove o i fatti. Un ricorso che si limiti a contestare una valutazione di fatto, già adeguatamente motivata dai giudici dei gradi inferiori, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Le conseguenze pratiche per chi propone un ricorso di questo tipo sono rilevanti: non solo la sentenza di condanna diventa definitiva, ma si aggiunge l’onere del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Cosa succede se un imputato muore durante il processo in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del reato per morte del reo e annulla la sentenza impugnata nei suoi confronti senza rinvio ad altro giudice.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile, tra le altre ragioni, quando i motivi proposti sono manifestamente infondati, cioè quando appaiono palesemente privi di pregio giuridico senza necessità di un esame approfondito. Nel caso specifico, il motivo era infondato perché contestava una valutazione di fatto logicamente motivata dal giudice di appello, operazione non consentita in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
L’imputato il cui ricorso è dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati