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Ricorso inammissibile: Cassazione e art. 650 c.p.

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di cui all’art. 650 c.p. I motivi, incentrati sulla contestazione generica dell’elemento psicologico e sulla richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), sono stati ritenuti infondati. La Corte ha stabilito che la valutazione del merito non può essere rivalutata in sede di legittimità se la motivazione della sentenza impugnata è logica e sufficiente.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Condanna

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla corretta formulazione dei motivi di impugnazione. Quando un ricorso è generico e si limita a contestare la valutazione dei fatti già compiuta nei gradi precedenti, il suo esito è quasi sempre un ricorso inammissibile. Analizziamo un’ordinanza che ha confermato una condanna per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità (art. 650 c.p.), chiarendo i limiti del giudizio di legittimità.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per il reato previsto dall’art. 650 del codice penale, confermata anche dalla Corte d’Appello. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha presentato ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa a due specifici motivi.

I Motivi del Ricorso

L’imputato ha basato la sua impugnazione su due argomentazioni principali:

1. Contestazione dell’elemento psicologico: Il primo motivo criticava la valutazione della corte di merito riguardo all’elemento psicologico del reato, sostenendo che la sua condotta fosse riconducibile a semplice colpa o negligenza, e non a una volontà cosciente di trasgredire l’ordine.
2. Mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: Il secondo motivo lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis c.p., che esclude la sanzione per reati di modesta gravità.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato i motivi e li ha ritenuti entrambi infondati, giungendo a una dichiarazione di ricorso inammissibile. Questa decisione comporta non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato in modo chiaro e netto le ragioni della sua decisione. Il primo motivo è stato qualificato come ‘genericamente confutativo’. In pratica, il ricorrente non ha evidenziato un vizio di legge o un errore logico nella motivazione della sentenza d’appello, ma si è limitato a riproporre una diversa interpretazione dei fatti. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il suo ruolo non è quello di un ‘terzo grado’ di giudizio dove si può riesaminare il merito della vicenda, ma di un giudice di legittimità, che verifica la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione.

Per quanto riguarda il secondo motivo, relativo all’art. 131-bis c.p., la Corte ha osservato che la sentenza d’appello aveva fornito una ‘sufficiente e non illogica motivazione’ per giustificare la non applicazione di tale causa di non punibilità. Anche in questo caso, la valutazione discrezionale del giudice di merito, se adeguatamente motivata, non può essere censurata in sede di legittimità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è emblematica perché sottolinea l’importanza di strutturare un ricorso per Cassazione su vizi specifici di violazione di legge o di manifesta illogicità della motivazione. Limitarsi a contestare genericamente la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di primo e secondo grado equivale a presentare un ricorso inammissibile. La decisione finale non solo rende definitiva la condanna, ma impone anche conseguenze economiche significative per il ricorrente, a monito della necessità di un approccio tecnico e rigoroso nell’ultimo grado di giudizio.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi presentati sono generici, si limitano a contestare la valutazione dei fatti già compiuta dai giudici di merito, oppure sono privi dei requisiti di legge, impedendo alla Corte di esaminare il caso nel suo contenuto.

Perché la Cassazione non ha rivalutato l’elemento psicologico del reato?
La Corte non ha riesaminato l’elemento psicologico perché il motivo di ricorso era una contestazione generica dell’apprezzamento dei fatti. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, ma si limita a verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta il rigetto del ricorso, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, e rende definitiva la sentenza di condanna emessa nei gradi precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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