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Ricorso inammissibile: Cassazione e abusi edilizi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due imputate condannate per un abuso edilizio consistente in una sopraelevazione non autorizzata. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso si basavano su valutazioni di fatto, non consentite in sede di legittimità, e che alcune censure, come quella sulla speciale tenuità del fatto, erano state proposte per la prima volta in Cassazione, risultando quindi tardive. Di conseguenza, il ricorso inammissibile ha comportato la condanna delle ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Abuso Edilizio

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha dichiarato ricorso inammissibile quello presentato da due cittadine, confermando la loro responsabilità penale per un abuso edilizio. Questo caso offre spunti cruciali sui limiti del giudizio di legittimità e sulla corretta formulazione dei motivi di appello, specialmente in materia urbanistica. L’analisi della Corte chiarisce perché non è possibile trasformare il giudizio di Cassazione in un terzo grado di merito e sottolinea l’importanza di presentare censure specifiche e tempestive nei gradi precedenti.

I Fatti di Causa: La Sopraelevazione Abusiva

Il caso nasce dalla riforma parziale di una sentenza di primo grado da parte della Corte di Appello. Le due imputate erano state inizialmente condannate per violazioni urbanistiche e paesaggistiche. In appello, erano state assolte da alcuni capi d’imputazione, ma la condanna per il reato previsto dall’art. 44 lett. b) del D.P.R. 380/01 (Testo Unico dell’Edilizia) era stata confermata. L’abuso contestato consisteva nella realizzazione di una sopraelevazione di circa un metro rispetto a quanto autorizzato, alterando la sagoma dell’edificio.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Le due imputate hanno presentato distinti ricorsi alla Corte di Cassazione, basati su motivi sostanzialmente identici:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione: Sostenevano che la Corte d’Appello avesse errato nel considerare la sopraelevazione di 80 cm come definitiva, mentre, a loro dire, la sistemazione finale dei piazzali avrebbe riportato l’opera in conformità con le norme. Invocavano anche il regolamento comunale per il calcolo del volume totale.
2. Mancata applicazione della speciale tenuità del fatto: Lamentavano l’esclusione della causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis c.p., data l’assenza di pregiudizio al territorio e l’elemento soggettivo che le aveva guidate.
3. Trattamento sanzionatorio sproporzionato: Una delle ricorrenti contestava la pena inflitta e la subordinazione della sospensione condizionale della pena alla demolizione delle opere abusive, lamentando una motivazione carente su questo punto.

L’Analisi della Corte: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato congiuntamente i ricorsi, dichiarandoli entrambi inammissibili per diverse ragioni, evidenziando i principi procedurali che governano il giudizio di legittimità.

La Valutazione dei Fatti e i Limiti del Giudizio di Legittimità

Sul primo motivo, la Corte ha chiarito che le ricorrenti cercavano di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di Cassazione. La Corte d’Appello aveva già analizzato la documentazione e i progetti, concludendo in modo logico e coerente che era stata realizzata una sopraelevazione non consentita. Le argomentazioni delle ricorrenti, basate su una ‘valutazione prospettica futura’ delle opere, non erano supportate da prove concrete e si traducevano in una richiesta di riesame del merito, inammissibile davanti alla Suprema Corte.

La Novità delle Censure: Il Caso della Speciale Tenuità del Fatto

Per quanto riguarda la richiesta di applicazione della speciale tenuità del fatto, la Corte ha rilevato un vizio insanabile: la questione non era mai stata sollevata nei motivi d’appello. La giurisprudenza è costante nell’affermare che non possono essere dedotte per la prima volta in Cassazione questioni non devolute al giudice d’appello. Poiché nel riepilogo dei motivi di gravame della sentenza impugnata non vi era traccia di tale richiesta, il motivo è stato considerato nuovo e, pertanto, tardivo e inammissibile.

La Genericità dei Motivi sul Trattamento Sanzionatorio

Anche il terzo motivo, relativo alla sproporzione della pena e alla sospensione condizionale, è stato giudicato infondato. La Corte ha osservato che la pena (un mese e quindici giorni di arresto e 12.000 euro di ammenda) era vicina ai minimi edittali. Riguardo alla subordinazione del beneficio alla demolizione, la Cassazione ha sottolineato che la richiesta in appello era stata formulata in modo del tutto generico, senza illustrare le ragioni a sostegno. Un motivo d’appello generico non impone al giudice un obbligo di risposta dettagliata e non può costituire la base per un valido ricorso inammissibile per vizio di motivazione in Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha basato la sua decisione sul principio fondamentale che il ricorso per Cassazione è un giudizio di legittimità, non un terzo grado di merito. Le censure delle ricorrenti miravano a una riconsiderazione delle prove e delle circostanze di fatto già vagliate dai giudici dei gradi precedenti. La motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta logica, coerente e priva di vizi manifesti. Inoltre, la tardività di alcune censure, proposte per la prima volta in questa sede, e la genericità di altre, hanno reso i ricorsi privi dei requisiti di ammissibilità previsti dal codice di procedura penale.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. Questa decisione comporta, per legge, la condanna delle ricorrenti al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro ciascuna alla Cassa delle Ammende. La sentenza ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: per contestare efficacemente una sentenza, è necessario formulare motivi specifici, pertinenti al giudizio di legittimità e, soprattutto, proposti tempestivamente nelle sedi opportune, evitando di presentare un ricorso inammissibile.

Perché il ricorso sulla valutazione della sopraelevazione è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione ha ritenuto il motivo inammissibile perché le ricorrenti chiedevano una nuova valutazione dei fatti e delle prove (come i progetti e lo stato dei luoghi), attività che non rientra nelle competenze della Corte, la quale può giudicare solo sulla corretta applicazione della legge (vizi di legittimità) e non riesaminare il merito della vicenda.

È possibile chiedere l’applicazione della ‘speciale tenuità del fatto’ per la prima volta in Cassazione?
No. La sentenza chiarisce che se una questione, come l’applicazione della causa di non punibilità per speciale tenuità del fatto, non è stata inclusa nei motivi di appello, non può essere proposta per la prima volta in Cassazione. Sarebbe una censura nuova e quindi tardiva e inammissibile.

Cosa succede quando un motivo di appello è formulato in modo generico?
Se un motivo di impugnazione è generico, come la semplice richiesta di escludere la subordinazione della sospensione della pena alla demolizione senza spiegare le ragioni, il giudice d’appello non ha un obbligo di fornire una risposta dettagliata. Di conseguenza, non si può lamentare in Cassazione un vizio di motivazione su un punto che era stato sollevato in modo vago e non specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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