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Ricorso inammissibile: Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. La decisione si fonda sulla corretta e adeguata motivazione della corte di merito nel negare le circostanze attenuanti generiche e nell’applicare la recidiva, tenendo conto dei precedenti penali del ricorrente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude le Porte all’Appello

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, del 22 marzo 2024, offre un chiaro esempio di come viene gestito un ricorso inammissibile. Con questa decisione, la Suprema Corte ha confermato la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Napoli, ponendo fine al percorso giudiziario del ricorrente e condannandolo al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo i dettagli di questa pronuncia per comprendere i principi giuridici applicati.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un individuo condannato dalla Corte d’Appello di Napoli con una sentenza del 30 giugno 2023. Il ricorrente contestava la decisione dei giudici di merito su due punti fondamentali: il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e la contestuale applicazione dell’aggravante della recidiva. L’obiettivo del ricorso era ottenere una revisione della sentenza che potesse portare a una riduzione della pena inflitta.

La Decisione della Corte e la Logica del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato le istanze del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. È fondamentale comprendere che la Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si riesaminano i fatti del processo. Il suo compito è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione delle sentenze dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

In questo caso, i giudici supremi hanno ritenuto che la Corte d’Appello di Napoli avesse già fornito una motivazione “adeguata” e logicamente ineccepibile per le sue decisioni. Di fronte a una motivazione completa e coerente, la Cassazione non può intervenire per sostituire la valutazione del giudice di merito con la propria. L’assenza di vizi di legittimità ha quindi reso l’impugnazione priva di fondamento, portando alla sua inammissibilità.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha basato la sua ordinanza su considerazioni precise e ancorate ai principi del diritto processuale penale.

La Corte ha evidenziato come i giudici d’appello avessero correttamente ponderato gli elementi a disposizione per decidere sulla concessione delle attenuanti generiche e sull’applicazione della recidiva. La decisione di negare le attenuanti non era arbitraria, ma fondata su elementi oggettivi: la “reiterazione delle medesime violazioni di legge” e i “plurimi precedenti penali anche recenti” del ricorrente.

Questi elementi, secondo la Corte, dimostravano una tendenza a delinquere che rendeva immeritevole il beneficio di una riduzione di pena. La motivazione della Corte d’Appello era quindi completa, logica e priva di contraddizioni, rispettando pienamente i canoni richiesti dalla legge.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha conseguenze dirette e significative per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello diventa definitiva e irrevocabile.

In secondo luogo, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la parte che ha presentato un ricorso inammissibile è tenuta a sostenere i costi del procedimento. Nello specifico, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria funge da deterrente contro la presentazione di impugnazioni palesemente infondate o dilatorie, che sovraccaricano il sistema giudiziario. La decisione ribadisce il ruolo della Cassazione come giudice di legittimità e sottolinea l’importanza di una motivazione solida e ben argomentata da parte dei giudici di merito.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse motivato in modo adeguato e logico la sua decisione, in particolare riguardo al diniego delle circostanze attenuanti generiche e all’applicazione della recidiva, non ravvisando quindi vizi di legittimità da correggere.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 c.p.p., la dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.

Su quali basi la Corte d’Appello aveva negato le attenuanti generiche?
La Corte d’Appello aveva negato le attenuanti generiche basandosi sulla reiterazione da parte dell’imputato delle medesime violazioni di legge e sui suoi numerosi precedenti penali, anche recenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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