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Ricorso inammissibile: Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato dalla Corte d’Appello di Venezia per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e reati minori in materia di stupefacenti. Il motivo del rigetto risiede nella natura manifestamente infondata e generica del motivo di ricorso. La Suprema Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza d’appello fosse logica e coerente, confermando così la condanna e addebitando al ricorrente le spese processuali e un’ammenda di tremila euro. Questo caso sottolinea l’importanza di presentare un ricorso specifico per evitare una dichiarazione di ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando la Genericità Costa Caro

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare le conseguenze di un’impugnazione mal formulata. Con l’ordinanza in esame, la Suprema Corte ha dichiarato un ricorso inammissibile, confermando la condanna di un imputato e condannandolo al pagamento di ulteriori spese. Vediamo insieme perché la specificità dei motivi è un requisito non negoziabile nel processo penale.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza della Corte d’Appello di Venezia, che aveva condannato un individuo per una serie di reati. Nello specifico, le accuse erano di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), lesioni personali (art. 582 c.p.) e una violazione della legge sugli stupefacenti considerata di lieve entità (art. 73, comma 5, D.P.R. 309/90).

Non accettando la decisione di secondo grado, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, sperando di ottenere un annullamento della condanna.

La Decisione della Cassazione e l’analisi del ricorso inammissibile

L’esito del giudizio di legittimità è stato, tuttavia, sfavorevole al ricorrente. La Corte di Cassazione ha rigettato l’impugnazione dichiarandola inammissibile. La ragione di questa decisione non risiede in una rilettura dei fatti, ma in un vizio formale e sostanziale del ricorso stesso. I giudici hanno etichettato il motivo di appello come “manifestamente infondato oltre che generico”.

Questo significa che l’atto presentato dal difensore non individuava specifiche criticità giuridiche o vizi logici nella motivazione della sentenza d’appello, ma si limitava a una critica generale e non circostanziata.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha osservato che la sentenza della Corte d’Appello aveva motivato la responsabilità penale dell’imputato in maniera “logica, coerente e puntuale”. I giudici di secondo grado avevano esaminato attentamente sia la configurabilità dei reati sia l’eventuale presenza di cause di non punibilità, giungendo a conclusioni ben argomentate. Di fronte a una motivazione così strutturata, un ricorso in Cassazione non può limitarsi a esprimere un generico dissenso. Deve, al contrario, attaccare punti specifici della sentenza, dimostrando dove e perché il ragionamento del giudice sarebbe errato. Poiché il ricorso non adempiva a questo onere di specificità, è stato ritenuto inidoneo a superare il vaglio di ammissibilità.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze negative per il ricorrente. In primo luogo, la condanna è diventata definitiva. In secondo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. È un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Un ricorso generico, che non individua vizi specifici, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con un aggravio di costi per chi lo propone.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato era considerato “manifestamente infondato oltre che generico”. In altre parole, non contestava in modo specifico e argomentato i punti della sentenza impugnata, ma si limitava a una critica generale.

Quali erano le accuse per cui l’imputato era stato condannato?
L’imputato era stato condannato per i reati di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), lesioni personali (art. 582 c.p.) e per una violazione di lieve entità della legge sugli stupefacenti (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90).

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente dopo questa decisione?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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