LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, confermando una condanna per spaccio e resistenza. L’ordinanza sottolinea che la semplice riproposizione di motivi già respinti in appello, senza nuovi profili giuridici, rende l’impugnazione non scrutinabile nel merito, comportando la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando la Cassazione chiude la porta

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile. Quando un imputato decide di impugnare una sentenza di condanna, deve presentare motivi validi e specifici, non limitarsi a ripetere argomentazioni già esaminate e respinte. In caso contrario, come vedremo, non solo il ricorso verrà respinto, ma si andrà incontro a sanzioni economiche. Analizziamo il caso deciso con l’ordinanza in esame.

I Fatti del Caso: Droga e Resistenza all’Arresto

Il ricorrente era stato condannato nei primi due gradi di giudizio per due distinti reati: detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione contestando entrambi i capi d’accusa.

Per quanto riguarda lo spaccio, la difesa sosteneva che non vi fosse prova sufficiente della destinazione della droga alla vendita a terzi. Relativamente alla resistenza, si affermava che la condotta dell’imputato non integrasse gli elementi del reato, ma si fosse limitata a un semplice tentativo di sottrarsi alla presa degli agenti.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Venezia aveva già rigettato queste argomentazioni con una motivazione dettagliata. I giudici avevano ritenuto provata la finalità di spaccio sulla base di una serie di elementi concordanti: la diversità delle sostanze rinvenute, il loro frazionamento in dosi pronte per la vendita e il ritrovamento di denaro contante suddiviso in banconote di piccolo taglio, tipico dell’attività di spaccio al dettaglio.

Anche per il reato di resistenza, la Corte aveva sottolineato come l’imputato non si fosse limitato a un “mero divincolamento”, ma avesse agito attivamente con calci e spinte per impedire il proprio arresto, manifestando una chiara volontà di opporsi all’operato delle forze dell’ordine.

Le Motivazioni della Cassazione: la logica dietro il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, nell’esaminare il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile. Il motivo fondamentale è che i motivi proposti erano “meramente riproduttivi” di censure già adeguatamente analizzate e respinte dalla Corte d’Appello. In sostanza, il ricorrente non ha sollevato nuove questioni di diritto o vizi logici nella sentenza impugnata, ma si è limitato a riproporre la stessa versione dei fatti e le stesse critiche.

La Cassazione, in quanto giudice di legittimità, non può riesaminare i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione. Poiché la motivazione della Corte d’Appello era stata ritenuta “congrua, esaustiva e non affetta da vizi”, il ricorso è stato giudicato privo dei requisiti minimi per essere esaminato nel merito. Di conseguenza, è stato dichiarato un ricorso inammissibile.

Le Conclusioni: le conseguenze pratiche

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso non è priva di conseguenze. Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte ha condannato l’imputato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista quando si ritiene che il ricorrente abbia proposto l’impugnazione con colpa, ossia senza una seria valutazione delle sue possibilità di successo, contribuendo così a gravare inutilmente il sistema giudiziario. La decisione ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione è uno strumento per far valere vizi di legge, non un terzo grado di giudizio per ridiscutere i fatti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre gli stessi motivi di doglianza già esaminati e respinti in modo logico e corretto dalla Corte d’Appello, senza presentare nuovi profili di violazione di legge.

Quali elementi sono stati ritenuti sufficienti per dimostrare la finalità di spaccio?
La Corte ha ritenuto sufficienti tre elementi: la diversità delle sostanze stupefacenti trovate, il loro frazionamento in singole dosi e il rinvenimento di denaro contante suddiviso in banconote di piccolo taglio.

Qual è la differenza tra semplice divincolamento e resistenza a pubblico ufficiale secondo la Corte?
La Corte ha chiarito che il semplice divincolamento è un mero tentativo di liberarsi dalla presa, mentre la resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) si configura quando la condotta è più attiva e violenta, come nel caso di specie, dove l’imputato ha usato calci e spinte con lo scopo di impedire l’arresto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati