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Ricorso inammissibile: Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2844/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per rapina e danneggiamento. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Poiché il ricorso tentava di offrire una versione alternativa dei fatti, è stato respinto, con condanna del ricorrente alle spese e a un’ammenda.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non riesamina i fatti

Il ricorso inammissibile è un concetto fondamentale nel nostro sistema processuale. La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio cardine: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. Ciò significa che la Suprema Corte non può essere chiamata a fornire una nuova e diversa interpretazione dei fatti, ma solo a verificare la correttezza giuridica e la logicità della decisione dei giudici di merito. Analizziamo questo caso per capire meglio i limiti dell’impugnazione in Cassazione.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa in primo grado e successivamente confermata dalla Corte di Appello di L’Aquila per i reati di rapina e danneggiamento. L’imputato, non accettando la decisione, ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, contestando l’affermazione della sua responsabilità penale per il delitto di rapina.

Le Ragioni del Ricorso Inammissibile in Cassazione

Il motivo principale per cui la Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile risiede nella natura stessa dell’impugnazione presentata. La difesa dell’imputato ha tentato di proporre alla Corte una ricostruzione dei fatti alternativa a quella stabilita dai giudici di merito. Questo approccio, tuttavia, si scontra con i limiti intrinseci del giudizio di legittimità.

Il Ruolo della Corte di Cassazione

È cruciale comprendere che la Corte di Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si può ridiscutere l’intera vicenda. Il suo compito, definito “sindacato di legittimità”, è circoscritto a valutare se:
1. La legge è stata applicata correttamente.
2. La motivazione della sentenza impugnata è logica, coerente e priva di vizi evidenti.

Proporre una versione diversa dei fatti, senza evidenziare specifici vizi logici o errori di diritto nella sentenza della Corte d’Appello, esula dalle competenze della Suprema Corte e conduce, come in questo caso, a una declaratoria di inammissibilità.

Le Motivazioni della Corte

Nelle motivazioni della sua ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito che il giudice di merito aveva esplicitato in modo logico e coerente le ragioni del suo convincimento, basandosi su corretti argomenti giuridici. La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d’appello esente dai vizi denunciati. I giudici hanno sottolineato che il tentativo del ricorrente di prefigurare una “alternativa ricostruzione dei fatti” è estraneo al sindacato di legittimità. Richiamando un precedente giurisprudenziale (Sez. 2, n. 51576 del 2016), la Corte ha ribadito che la contestazione deve vertere su vizi logici e non sulla valutazione delle prove, che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.

Le Conclusioni

L’esito del procedimento è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, la condanna per rapina e danneggiamento è diventata definitiva. Oltre a ciò, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione serve come monito sull’importanza di strutturare un ricorso in Cassazione non sulla base di una diversa lettura dei fatti, ma sull’individuazione di precisi errori di diritto o vizi logici che abbiano inficiato la sentenza impugnata.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, invece di contestare vizi logici o errori di diritto della sentenza d’appello, mirava a proporre una ricostruzione alternativa dei fatti, un’operazione che non è permessa nel giudizio di legittimità davanti alla Corte di Cassazione.

Cosa si può contestare con un ricorso in Cassazione?
In Cassazione si può contestare la violazione della legge o la presenza di vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza. Non è possibile chiedere alla Corte di riesaminare le prove o di valutare nuovamente i fatti, poiché questo compito spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, la condanna è diventata definitiva. Il ricorrente è stato inoltre condannato a pagare le spese processuali e a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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