LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per danneggiamento. I motivi, basati sulla presunta mancanza di querela e sull’illogicità della motivazione, sono stati respinti. La Corte ha chiarito che la presenza di un’aggravante rende il reato procedibile d’ufficio e che il suo sindacato non può riesaminare i fatti, ma solo la logicità della sentenza impugnata. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Mette un Punto Fermo

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui limiti e le condizioni per presentare un ricorso, chiarendo perché un’impugnazione può essere dichiarata un ricorso inammissibile. Analizzeremo una decisione che respinge le lamentele di un imputato condannato per danneggiamento, sottolineando due principi fondamentali del nostro sistema processuale penale: la procedibilità d’ufficio in presenza di aggravanti e i confini del sindacato di legittimità della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in Corte d’Appello per il reato di danneggiamento previsto dall’art. 635 del codice penale, ha presentato ricorso per Cassazione basando le sue doglianze su due argomenti principali. In primo luogo, sosteneva la violazione di norme procedurali, in particolare un presunto ‘difetto di querela’, ritenendo che l’azione penale non potesse essere avviata senza la denuncia formale della parte offesa. In secondo luogo, contestava la logicità e la correttezza della motivazione con cui i giudici di merito avevano affermato la sua responsabilità.

La Decisione della Corte di Cassazione e il concetto di ricorso inammissibile

La Corte Suprema ha rigettato completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza, ma si ferma a un livello precedente, stabilendo che le ragioni addotte non erano idonee a giustificare un riesame da parte della Cassazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La Corte ha smontato punto per punto i motivi del ricorso, fornendo chiarimenti preziosi.

L’irrilevanza della Querela in Presenza di Aggravanti

Il primo motivo è stato giudicato ‘manifestamente infondato’. La Cassazione ha spiegato che, sebbene il danneggiamento semplice possa richiedere la querela, nel caso specifico era stata contestata un’aggravante ai sensi dell’art. 625, n. 7 del codice penale. La presenza di tale aggravante trasforma il reato, rendendolo procedibile d’ufficio. Ciò significa che lo Stato può e deve perseguire il colpevole indipendentemente dalla volontà della persona offesa. Pertanto, la questione della querela diventava del tutto irrilevante, così come le recenti modifiche legislative (d.lgs. n. 150/2022) richiamate dalla difesa.

I Limiti del Controllo della Cassazione sulla Motivazione

Anche il secondo motivo, relativo all’illogicità della motivazione, è stato respinto. La Corte ha ribadito un principio cardine del suo ruolo: il sindacato di legittimità. La Cassazione non è un ‘terzo grado’ di giudizio dove si possono rivalutare i fatti e le prove. Il suo compito, come definito dall’art. 606, comma 1, lettera e) del codice di procedura penale, è verificare se la motivazione della sentenza impugnata presenti vizi logici evidenti o contraddizioni interne. In questo caso, i giudici hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse fornito una spiegazione logica e giuridicamente corretta sull’intenzionalità del danneggiamento, basandosi sulle risultanze processuali. Le critiche del ricorrente sono state liquidate come ‘mere doglianze in punto di fatto’, ovvero un semplice disaccordo con la valutazione dei fatti compiuta dal giudice, che non può trovare spazio in sede di legittimità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma con forza due concetti chiave. Primo: la presenza di specifiche aggravanti può cambiare radicalmente il regime di procedibilità di un reato. Secondo: il ricorso in Cassazione non può essere utilizzato per tentare di ottenere una nuova valutazione delle prove. Per avere successo, un ricorso deve evidenziare vizi giuridici o illogicità palesi e manifeste nella sentenza, non limitarsi a proporre una lettura alternativa dei fatti. La dichiarazione di inammissibilità e la conseguente condanna a spese e sanzioni pecuniarie servono da monito sull’importanza di fondare le proprie impugnazioni su basi giuridiche solide e pertinenti al ruolo della Suprema Corte.

Quando un reato come il danneggiamento diventa procedibile d’ufficio?
Secondo l’ordinanza, un reato che normalmente richiederebbe la querela, come il danneggiamento, diventa procedibile d’ufficio quando viene contestata una specifica circostanza aggravante, come quella prevista dall’art. 625 n. 7 del codice penale. In tal caso, l’azione penale prosegue indipendentemente dalla volontà della persona offesa.

Cosa significa che la Corte di Cassazione esercita un sindacato di legittimità?
Significa che la Corte non riesamina i fatti o le prove del processo come un giudice di merito. Il suo compito è limitato a controllare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica, coerente e non contraddittoria. Non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice precedente.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, viene respinto senza essere esaminato nel merito. Questo comporta la conferma della decisione impugnata e, come in questo caso, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati