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Ricorso inammissibile bancarotta: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 47149/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati condannati per bancarotta fraudolenta patrimoniale. La Corte ha stabilito che il ricorso era una mera ripetizione di censure già respinte in appello e mirava a una rivalutazione dei fatti non consentita in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorso inammissibile per bancarotta ha portato alla condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Bancarotta: La Cassazione Mette un Punto Fermo

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 47149 del 2024 offre un’importante lezione sulla procedura penale, specificando i limiti dei ricorsi presentati dinanzi alla Suprema Corte. In questo caso, il tema centrale è il ricorso inammissibile per bancarotta, una decisione che conferma la condanna per due imputati e ribadisce il ruolo della Cassazione come giudice di legittimità, non di merito. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una sentenza del Tribunale di Bari che aveva dichiarato due soggetti penalmente responsabili per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale. Uno dei due imputati era stato condannato anche per bancarotta fraudolenta documentale. Oltre alla pena detentiva, erano stati condannati al risarcimento dei danni in favore della parte civile.

Successivamente, la Corte d’Appello di Bari aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado. In particolare, aveva prosciolto uno degli imputati dall’accusa di bancarotta documentale, riducendo di conseguenza la sua pena, ma confermando nel resto la decisione del Tribunale.

Il Ricorso alla Suprema Corte

Non soddisfatti della decisione di secondo grado, gli imputati hanno proposto ricorso per Cassazione, tentando di ottenere un annullamento della condanna. Tuttavia, il loro tentativo si è scontrato con i rigidi paletti che regolano l’accesso al giudizio di legittimità.

La Decisione: Analisi del Ricorso Inammissibile per Bancarotta

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili. Questa decisione non è entrata nel merito delle accuse, ma si è basata su una questione puramente procedurale. La Corte ha osservato che i motivi presentati dagli imputati non erano altro che una riproposizione delle stesse censure già formulate e respinte dalla Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha chiarito che un ricorso per Cassazione, per essere ammissibile, deve confrontarsi specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, evidenziando eventuali errori di diritto. Nel caso di specie, i ricorrenti si sono limitati a reiterare le loro doglianze senza contestare in modo puntuale le motivazioni con cui la Corte d’Appello le aveva rigettate.

Inoltre, il ricorso mirava a ottenere una diversa valutazione del materiale probatorio, un’attività che è preclusa alla Corte di Cassazione. La Corte, infatti, è un giudice di “legittimità”, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge, non riesaminare i fatti come un terzo grado di giudizio. La richiesta di una nuova interpretazione delle prove è stata quindi considerata un tentativo inammissibile di trasformare il giudizio di legittimità in un giudizio di merito.

Le Conclusioni

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato conseguenze economiche dirette per i ricorrenti. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per Cassazione non è un’ulteriore opportunità per discutere i fatti, ma uno strumento per correggere errori di diritto. Chi intende adire la Suprema Corte deve formulare censure specifiche e pertinenti, pena l’inammissibilità del ricorso e le relative sanzioni pecuniarie.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti erano una mera ripetizione delle censure già formulate e respinte dalla Corte d’Appello. Inoltre, i ricorrenti chiedevano una diversa valutazione delle prove, attività non consentita alla Corte di Cassazione, che è giudice di legittimità e non di merito.

Quali sono state le conseguenze per i ricorrenti dopo la dichiarazione di inammissibilità?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Di quali reati erano stati condannati gli imputati?
Gli imputati erano stati condannati in via definitiva per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale. In primo grado, uno di loro era stato condannato anche per bancarotta fraudolenta documentale, ma è stato successivamente prosciolto da questa specifica accusa in appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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